Il rifiuto verso la proposta di riforma pensionistica del governo di Michel Temer ha mobilitato un milione di brasiliani e cerca di agglutinare lo scontento popolare.
“Oggi il Brasile si è svegliato con un odorino di sciopero generale”, gridava una donna da uno dei tanti camion che accompagnavano la manifestazione di San Paolo, che mercoledì ha riunito più di 200 mila persone ed è stata la più grande del Brasile. E il fatto è che le manifestazioni del 15 marzo contro la riforma delle pensioni, alle quali hanno partecipato circa un milione di persone in tutto il paese, con sciopero in vari settori, capeggiato dai docenti, sono state una specie di prova di sciopero generale contro il governo di Michel Temer.
Le proteste sono incominciate molto presto quando 2 mila lavoratori del campo e della città hanno occupato il Ministero dell’Industria a Brasilia. La popolarità di Temer svanisce, e la proposta di riforma della cassa pensionistica ha ottenuto quello che non era riuscito né allo stesso processo di impeachment contro l’ex presidente Dilma Rousseff: unificare tutte le correnti sindacali e i settori di sinistra. Si oppongono alla riforma anche settori che hanno appoggiato l’impeachment, come Força Sindical, sindacato guidato dal deputato Paulinho da Força del partido Solidaridade. Il fatto è che, in pratica, la riforma comporta la negazione del diritto alla pensione dei settori più poveri. Tra le altre cose, il progetto di Temer -che è andato in pensione a 55 anni- fissa l’età minima per pensionarsi a 65 anni e la equipara per uomini e donne. Ma il punto della riforma messo più in discussione è l’esigenza di 49 anni di contributi per ottenere la pensione integrale (19 anni più di ora). Secondo quanto argomenta il governo, questa è “l’unica strada possibile per salvare il sistema dal collasso”. “La società brasiliana sta poco a poco comprendendo che è necessario appoggiarla”, ha dichiarato Temer mercoledì, come una ulteriore dimostrazione del suo isolamento.
Per João Paulo Rodrigues, della direzione nazionale del Movimento dei Lavoratori Rurali Senza Terra (MST), “il golpe (il processo politico contro Dilma Rousseff) è stato fatto per fare queste riforme e un duro aggiustamento fiscale”. “Questo fa parte di quanto pattuito, e andranno fino alla fine, giacché è il momento, con un governo illegittimo e una maggioranza parlamentare, per approvarlo”, ha detto a Brecha. Ricardo Gebrim, di Consulta Popular, partito che fa parte del Fronte Brasile Popolare (di sinistra), ha dichiarato a Brecha che la destituzione della Rousseff offre un’inedita opportunità per il mercato, “con una incipiente pensione privata, accesso al petrolio, ai giacimenti e una privatizzazione del settore energetico”. Ha valutato che per questo “una misura come questa, per quanto sia impopolare, vale la pena, e soprattutto con un governo illegittimo, che non vuole essere rieletto”. Per Rodrigues questa mobilitazione “è la più unitaria dei lavoratori negli ultimi cinque anni” e “il primo passo per uno sciopero generale con un forte sostegno popolare”. Conta su due nuovi aspetti: ha unificato i lavoratori di tutti i settori, indipendentemente dalle loro correnti ideologiche, e ha attratto persone che non erano scese nelle strade a manifestare contro l’impeachment. Nel frattempo, nel Congresso sono state presentate fino a questo momento circa 150 proposte di modifica della riforma, tanto dall’opposizione come dalla base alleata del governo.
I movimenti stanno cercando di fare pressione per bloccarla. Se ci riescono, pensa Gebrim, “questo renderà moltissimo fragile il governo, perché i settori del capitale finanziario e della borghesia stanno sostenendo un governo golpista affinché mantenga queste misure, che sanno che sono assolutamente antipopolari, e se non riuscisse a farlo, non c’è necessità di sostenerlo”. Secondo lui, se questo avvenisse, il governo di Temer “si sgretolerà molto più rapidamente di quanto già si sta sgretolando”.
17-03-2017
Brecha (Uruguay)
tratto da Rebelión
Traduzione del Comitato Carlos Fonseca: |
Marcelo Aguilar, “Unidos contra Temer” pubblicato il 17-03-2017 in Rebelión, su [http://www.rebelion.org/noticia.php?id=224238&titular=unidos-contra-temer-] ultimo accesso 20-03-2017. |