Redazione Desinformémonos

Membri del Coordinamento Nazionale dei Lavoratori dell’Educazione (CNTE) hanno guidato una manifestazione a Tuxtla Gutiérrez, Chiapas, contro le riforme strutturali imposte dal governo e l’aumento del prezzo dei combustibili che è iniziato lo scorso 1 gennaio.

Alla manifestazione si sono anche aggiunti studenti, membri di organizzazioni sociali e cittadini, che si sono riuniti nel parco Chiapasiónate, all’entrata orientale della città, per avanzare con cartelli e striscioni fino allo zócalo, dove si è tenuto un comizio e sono state fatte conoscere diverse dichiarazioni contro il presidente, Enrique Peña Nieto, e i deputati.

Durante la mobilitazione è stato respinto il gasolinazo (aumento del prezzo della benzina, ndt) per il suo impatto sull’economia popolare, soprattutto in “stati poveri e in ritardo come il Chiapas”, hanno denunciato.

José Luis Escobar, portavoce della Sezione 7 del Sindacato Nazionale dei Lavoratori dell’Educazione (SNTE), ha spiegato che tanto gli insegnanti democratici come il movimento popolare hanno rifiutato il pacchetto di riforme strutturali che hanno cancellato i diritti all’educazione, alla sanità e alla alimentazione, e solo “affamano, depredano e fanno tornare miserabile il popolo del Messico”.

Secondo Escobar, i maestri non solo difendono l’educazione pubblica, ma lottano e resistono anche contro gli abusi ai diritti umani e alla “dignità umana”, che “la politica affamatrice” provoca.

Nel frattempo, anche nell’Oaxaca si sono registrate manifestazioni della Sezione 22 della CNTE contro le riforme strutturali, che si sono dirette verso lo zócalo della capitale.

Più di mille maestri hanno protestato nello stato, dove si sono pronunciati anche contro il gasolinazo che colpisce le famiglie messicane.

30 gennaio 2017

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