Intervista concessa dal Comandante Pablo Beltrán, a Néstor Morales di Bluradio


Lo scorso 28 ottobre 2016, il Comandante Pablo Beltrán capo della Delegazione di Pace dell’ELN, ha concesso un’intervista dal vivo al Giornalista Néstor Morales del programma Mañanas Blu dell’emittente Bluradio.

Bluradio: Signor Beltrán, buon giorno.

PB: Buon giorno a voi Néstor, e agli ascoltatori di Blu, da qui a vostra disposizione.

Bluradio: Signor Beltrán voglio chiederle solo che gioco sta facendo l’ELN, che ieri ha ucciso in Arauca due conducenti di autoarticolati, che non ha liberato Odín Sánchez, ma da un’altra parte dice che vuole avviare un processo di pace, il paese come deve interpretare quello che sta succedendo con l’ELN?

PB: Bene, noi siamo venuti qui a Quito con la delegazione completa e quando siamo arrivati qui, ieri, da Bogotà ci hanno mandato a dire che non gli interessava iniziare, allora siamo come le canoe che si incagliano nella sabbia aspettando di vedere quando loro si decideranno a iniziare questi dialoghi.

Bluradio: Ma perché l’ELN non ha liberato Odín Sánchez?

PB: Bene, vuole una risposta breve o una lunga.

Bluradio: Preferibilmente breve.

PB: Bene, la breve; la delegazione del governo e la nostra hanno fatto l’accordo di fare dei gesti umanitari, noi abbiamo rispettato quello che ci toccava e il governo ancora no, nel caso del signor in menzione, noi ci impegniamo e manterremo, perché noi non siamo uomini che non rispettano la parola. Quello che succede è che all’ultim’ora hanno fatto un cambio di delegazione, e il nuovo signore che è entrato, come un buon principiante non sapeva ciò che sarebbe avvenuto ed è entrato a fare richieste al di fuori di quello che avevamo concordato.

Bluradio: E per caso non avevate concordato la libertà dei sequestrati, questo era una richiesta, lei si riferisce all’ex ministro Juan Camilo Restrepo?

PB: Se Lui stia giungendo e si stia solo ora mettendo al corrente, ossia Lui sta comprendendo a metà il problema, allora Lui deve ascoltare di più il gruppo che viene, per dare continuità agli accordi e non mettersi a dire cose al di fuori del contesto.

Bluradio: Ma lei dice che voi non siete uomini che non rispettano la parola, utilizzerò la sua espressione signor Beltrán, Voi non siete uomini che non rispettano la parola nei confronti del paese? Non nei confronti di Juan Camilo Restrepo, è il paese che aspetta che voi liberiate i sequestrati e voi diate un segnale di volere, sì, la pace.

PB: Chiaro, sì. Lei crede che se non volessimo mi avrebbero mandato qui a mitigare, a sopportare questo freddo così grande che sta facendo.

No, noi veniamo disposti a patteggiare, a negoziare, a metterci d’accordo, a cedere su cose, ciò a cui ci opponiamo è che questo governo ci ponga sempre a far la parte dei cattivi, che noi siamo i cattivi della pellicola e loro sono i buoni e quelli che rispettano, no signore, noi stiamo mantenendo fede e continueremo a mantenere, così il governo non lo fa, e chiaramente per noi è imbarazzante che cinque cancellieri dell’America stiano qui aspettando che si insedi e là a Bogotà, di colpo con arroganza, senza che gli importi tutto lo sforzo che tutti fanno affinché questo cominci dicono no, no, non lasciamolo ancora per dopo, questo non può essere fatto alla gente.

Bluradio: Signor Beltrán, le ripeterò la domanda, perché non liberate Odín?

PB: Bene, Lei è venuto ieri. Lei è un buon giornalista; ieri il Comitato Internazionale della Croce rossa ha fatto un comunicato molto breve, loro non fanno questo, ma per l’importanza del caso hanno deciso di farlo e dice: punto uno, abbiamo preso contatto con l’ELN, nel Chocó, e ci hanno informato che è in corso il processo di liberazione di questo signore; punto due, chiedono al Comitato Internazionale della Croce Rossa, di aiutare, appoggiare questa liberazione, allora, di che altro avete bisogno?

Bluradio: Ma signor Beltrán, forse, la domanda non è chiara, voi lo dovevate consegnare all’ultimo momento, ieri alle cinque del pomeriggio con i cancellieri internazionali, le delegazioni, ci sarebbe stata effettivamente l’installazione del processo di pace, perché l’ELN non ha liberato Odín, l’ex parlamentare del Chocó, perché non l’avete fatta questa liberazione tre giorni fa, o quattro, o otto giorni fa? Avreste inviato un segnale, che volete (…) questo processo di pace.

PB: Veda, con il governo abbiamo concordato che si sarebbero fatti dei gesti per iniziare il processo, noi ci siamo impegnati a farne alcuni, loro si sono impegnati a farne altri, e in questo stiamo.

Allora, riguardo questo signore noi abbiamo detto che lo libereremo e in questo stiamo. In nessuna parte è stato stabilito, e ci sono 6 paesi garanti come testimoni che non c’è stata una data esplicita per la liberazione di questo signore, c’è stato un impegno a liberarlo, di più, l’impegno esatto è il seguente, è bene che lei lo conosca: durante il periodo della prima tornata a Quito si farà la liberazione di questo signore, questo è l’impegno.

Bluradio: Il presidente e il commissario Juan Camilo Restrepo e tutti i portavoce del governo, hanno parlato della liberazione di Odín, per caso voi non avete pensato di fare questa liberazione in tempo per facilitare questo processo?

PB: Chiaro Néstor, lei ha ragione, per questo domenica scorsa la nostra struttura del Chocó ha fissato un appuntamento con la CICR, con il Comitato Internazionale della Croce Rossa per tutto questo processo, ma una cosa è stare a Bogotà, dicendo che siano fatte le cose e un’altra sono le selve chocoane, ci sono molte difficoltà, allora, c’è volontà politica, c’è l’impegno, ma allora se questo signore che giunge nuovo nella delegazione di pace del governo, entra con queste richieste perentorie al di fuori dell’accordo, e senza guardare che si sta mantenendo, così sarà molto difficile andare avanti.

Bluradio: Signor Beltrán, perché l’ELN, perché ieri voi avete ucciso in Arauca due conducenti di alcuni autoarticolati?

PB: Néstor, da quando hanno ucciso Gaitán questo popolo sta soffrendo molto, ci sono scontri, ci sono difficoltà. Qui i morti li sta mettendo il popolo, questo è certo.

Io non ho informazioni dettagliate, se le dico un cosa, se vuole metta un’unità di indagine ad osservare, in tutti i casi in cui si parla dei fatti della guerriglia, a vedere se sono come li raccontano; dopo noi chiariamo se questo non si sa più. Una volta che si sa, io la potrò informare, ma in questo paese, in tutti questi angoli della Colombia ci sono molte difficoltà e scontri, e problemi; è di questo che si tratta, è per questo che ci sediamo a dialogare, a vedere, affinché questo smetta di avvenire; e allora per il momento non c’è nessun cessate (il fuoco).

Questo è quello che avviene tutti i giorni e così come lei mi menziona queste morti, io le posso menzionare le morti di dirigenti sociali, ambientalisti, dirigenti indigeni, e questi se muoiono è per avere una posizione politica o per protestare contro questo governo.

Bluradio: Signor Beltrán, in che momento l’ELN smetterà di uccidere e smetterà di sequestrare, ora che sta cominciando, che dovrebbe stare cominciando questo processo di pace?

PB: Bene, il primo punto dell’agenda di dialogo si chiama “azioni e dinamiche umanitarie”, allora lì siamo disposti ad esaminare tutti i problemi, tutte le operazioni, e ad andare a patteggiare, ad andare a creare un clima di Pace. Questo è il punto iniziale dell’agenda insieme al tema della partecipazione.

Bluradio: Per questo, ma intendo che, che la morte dei due conducenti di ieri in Arauca, è un messaggio, così stiamo negoziando, la guerra dell’ELN continuerà.

PB: Un altro messaggio, è che i paramilitari vivono uccidendo in alto e in basso, e coloro che li comandano non si assumono la responsabilità di questo; questo messaggio è più forte e lì continua.

Bluradio: Se io potessi parlare con dei paramilitari gli chiederei sicuramente questo, ma siccome sto parlando con lei che è dall’altro lato, debbo chiederlo a Lei.

Quando pensate di inviare un messaggio di pace alla Colombia, come dire, di fermare le azioni di guerra, signor Beltrán?

PB: Veda, quando ci siamo seduti per la prima volta con un delegato del presidente Santos, loro hanno detto “questo dialogo sarà fatto in mezzo al conflitto”, allora stiano indietro.

Fin dall’inizio abbiamo detto: “è meglio fare il dialogo in mezzo ad un cessate il fuoco bilaterale” e il governo si è sempre rifiutato a questo; allora colui che ha posto le condizioni è stato il governo di Santos, non noi. Quello che abbiamo detto è che non siamo d’accordo su questa condizione.

Bluradio: Signor Beltrán, quanti sequestrati ha l’ELN. Voi riconoscete quanti sequestrati, oggigiorno?

PB: Molto pochini.

Bluradio: Molto pochini per Lei.

PB: Immagini, lei sa quanti dirigenti sociali uccidono in Colombia ogni settimana e nessuno riappare? Sono dieci volte i trattenuti che abbiamo noi, e questi nessuno li piange, allora c’è un dolore che pesa di più dell’altro.

Bluradio: Pochini, pochini quanto è. 5, 6 sequestrati? Il signor Figueroa de Barrancas nella Guajira, lei ha una lista e lei ha qualche possibilità di fare un annuncio su quando ci sarà la loro liberazione?

PB: Bene Néstor, io le chiedo una cosa, i dolori di tutti i colombiani sono uguali. Non ci sono alcuni che valgono più degli altri, tutti siamo colombiani, e questi tavoli di dialogo sono per questo. E a me sembra, con il rispetto che merita la sua radio, che i mezzi di comunicazione debbano riflettere tutti i dolori, non solo quelli di alcuni. Allora, mi sembra buona la sua preoccupazione per alcune famiglie di trattenuti, ma partecipi al dolore del resto, perché  il fatto è che questo conflitto non è solo trattenimenti, questa è la cosa più piccola.

Allora, per cambiare questo paese cominciamo ad intendere che tutti i dolori sono uguali, E i processi di dialogo e di negoziato, sono precisamente per mettere fine al conflitto armato.

Bluradio: Lei, ciò che mi vuole dire è, la sua tesi è dolore si paga con dolore?

PB: No, no, no. Non si tratta di questo. Ciò che io cerco di dire è, per disgrazia qui solo un dolore è visibilizzato, un solo dolore è quello che appare, sembra un dolore di prima categoria e gli altri di seconda o terza. Allora, ciò che io dico è, questo conflitto genera molti dolori, tutti siamo colombiani, tutti i dolori sono uguali, e i media e la propaganda che fanno, guardano solo da una parte. E risulta che questo conflitto sia molto più di questi dolori, e se ci siamo seduti al tavolo è per questo; per risolvere i dolori di tutti. Non alcuni di prima categoria e alcuni di seconda.

Bluradio: Signor Beltrán, quando prevede che smetterete di sequestrare? 

PB: Questo punto sarà toccato all’inizio del negoziato, che iniziava ieri e che il governo ha rinviato.

Bluradio: Beltrán, questo negoziato secondo quanto dice il governo sarà differente da quello che è stato portato a termine con le Farc, come dire, non ci saranno alcune di queste permanenti tornate, ma ci saranno alcuni punti incidentali di discussione; che questo processo debba essere un processo veloce, un processo rapido.

PB: Guardi, a L’Avana, ciascun punto ha indugiato nel negoziato in media sei mesi, e il punto più difficile  che ci sia stato, quello della giustizia, è durato 19 mesi, e guardi le difficoltà che ci sono, è che ci sono ancora dei settori, molto minoritari, che dicono che non gli piace e stanno cercando di rinegoziare.

No, le cose bisogna farle bene. Questo è un conflitto di 7 decenni, e il fatto non è solo che l’accordo sia pronto prima che il presidente Santos se ne vada.

Bluradio: Signor Beltrán, quello che ha a che vedere con Octavio Figueroa, è il nome di uno solo dei sequestrati che voi avete in vostro potere, quando lo libererete? Il signor Figueroa è tra gli impegni, la sua libertà fa parte degli impegni per iniziare i dialoghi con il governo colombiano?

PB: Questo chiedetelo alla Delegazione del governo.

Bluradio: No, ma la delegazione del governo non lo tiene sequestrato. L’ho chiesto a lei che è il sequestratore, signor Beltrán.

PB: Quello che succede è che Lei mi chiede se è negli accordi; io faccio degli accordi con questa delegazione, allora chieda a loro per vedere se lo hanno messo negli accordi.

Bluradio: No, ma io ho inteso, lei mi correggerà, che negli accordi ci sono tutti i sequestrati o ci sono solo alcuni?

PB: Siamo rimasti che nel punto iniziale che si chiama azioni e dinamiche umanitarie, sarebbero stati contemplati i dolori di tutti i colombiani.

Bluradio: Signor Beltrán, comprendendo qualcosa di quello che lei sta dicendo, allora anche per voi ci sono praticamente sequestrati di prima e seconda categoria. Lei dice che il fatto è che qui sembrerebbe che ci siano cittadini morti di prima e seconda categoria. Ma quello che lei ci sta dicendo sembrerebbe ci siano sequestrati di prima e seconda categoria.

PB: No, no. Quando noi tratteniamo qualcuno cerchiamo di colpire i settori più corrotti, i più legati al paramilitarismo, coloro che rubano l’erario pubblico; questi sono gli unici che noi tratteniamo.

Bluradio: Il signor Figueroa è un commerciante di Barrancas; qual’è la spiegazione o la giustificazione che voi avete per averlo sequestrato?

PB: Bene, ha un capitale più o meno grosso ottenuto molto rapidamente, e di origine abbastanza oscura.

Bluradio: Il sequestro di Figueroa e quello di Torres e quello di Alvernia, sono sequestri estorsivi o sequestri per denaro?

PB: Noi, come anche il governo riscuotiamo imposte, perché uno non vive di immaginette come dicono là i paisa (regione della Colombia, ndt). No, la guerriglia deve avere delle entrate e si riscuotono imposte. Lei sa quanto costa all’erario dei colombiani mantenere un soldato? Si informi.

Allora, da quando è cominciato questo conflitto, dalle guerriglie liberali sono riscosse imposte, allora questa non è una notizia, questa non è una novità.

Bluradio: Signor Beltrán, alle famiglie dei sequestrati, qui sto ricevendo alcuni messaggi, lei vorrebbe, mettendosi ad un certo punto, se può, la mano sul cuore, dire a loro cosa si devono aspettare dall’ELN ora che siamo, in teoria, alle porte di iniziare un processo di pace.

PB: Bene, per queste famiglie e per tutte le famiglie delle vittime della Colombia; si ricordi, ci sono 7 milioni di sfollati, due terzi sono donne, li hanno spogliati delle terre; c’è una legge per la restituzione delle terre e hanno creato un esercito anti restituzione per non riconsegnarle; allora per tutte queste famiglie noi vogliamo rappresentare tutti questi dolori e li mettiamo sul tavolo, e siamo disposti a cedere tutto quello che è necessario. E chiediamo che il governo, e più che il governo, il regime si metta la mano sul cuore e tutti noi decidiamo di togliere la violenza dalla politica e di mettere fine a questo conflitto armato.

Bluradio: E un’ultima signor Beltrán. Lei sta a Quito; il processo di pace può ancora cominciare, il governo vi ha dato come scadenza fino alla prossima settimana, è quando il 3 novembre dovrà mettersi in moto il processo. Lei vuole cercare in qualche modo, approfittando di questa intervista, di convincere i colombiani che voi volete genuinamente giungere ad un accordo di Pace; che è molto difficile, voglio essere sincero, perché ieri hanno ammazzato questi due signori in Arauca, non avete liberato i sequestrati; non so se lei vuole cercare di convincere i colombiani della vostra volontà di Pace.

PB: Guardi bene, la volontà di pace non si dimostra solo a parole… è con i fatti, e qui ci sono due parti e ambedue dobbiamo dimostrare volontà di pace. E volontà di pace è disposizione a cambiare e non circondarsi di linee rosse, questo non me lo tocchi, questo non me lo cambi. Allora questo è ciò che verrà posto sul tavolo.

E noi abbiamo tutta la disposizione a cambiare, abbiamo tutta la disposizione ad assumerci le responsabilità, e speriamo che il regime faccia lo stesso. Questo è il nostro messaggio.

Bluradio: Signor Beltrán, quando l’ELN chiederà perdono per i suoi crimini? 

PB: Ogni volta che noi abbiamo avuto situazione in cui abbiamo considerato, in cui ci siamo sbagliati, lo abbiamo riconosciuto e abbiamo chiesto perdono, e non abbiamo bisogno che ci vincano in un processo per riconoscere i nostri errori.

Bluradio: Sì… signor Beltrán, l’ultima domanda. L’ELN è unito? Lei rappresenta tutto l’ELN, lì a Quito, o c’è una qualche dissidenza, per esempio, non so se in Arauca, non so se nel Catatumbo?

PB: Così come il presidente Santos rappresenta tutti i colombiani.

Bluradio: Pablito è d’accordo? (Pablito è l’alias di un altro dei comandanti del COCE). Lui è d’accordo ad avviare un processo di pace?

PB: È così d’accordo, che tutti i trattenuti che aveva in Arauca sono stati liberati, come gesto per dare, per creare questo clima che è stato annunciato il 10 ottobre, per dire che sarebbe iniziato il tavolo pubblico di conversazioni.

Bluradio: Voi avete ascoltato Pablo Beltrán che si trova a Quito, in Ecuador; era giunto guidando la delegazione dell’ELN, in attesa che questo processo possa ancora essere salvato.

Dice, se l’ho intesa bene, per concludere signor Beltrán, in conclusione è che voi continuerete a portare avanti l’operazione per liberare Odín Sánchez, e sperate che anche il governo mantenga fede.

PB: Speriamo di mantenere quanto concordato; e noi, la missione a cui hanno mandato me e questa delegazione, non è per mettere fine al tavolo, allora in questo noi ci siamo.

Bluradio: In questo momento la liberazione di Odín Sánchez sta avvenendo?

PB: Questo è ciò che le ha detto la CICR.

Bluradio: Sì, sta avvenendo, non è avvenuta… Signor Beltrán, grazie per aver accettato questo dialogo ai microfoni di Bluradio in Colombia. Da Quito rimango in attesa di qualche buona notizia o cattiva.

PB: Bene, grazie a lei Néstor e alla Blu. Passiate un buon giorno.

29 ottobre 2016

Voces de Colombia – ELN

Traduzione del Comitato Carlos Fonseca:
Entrevista Concedida por el Comandante Pablo Beltrán, a Nestor Morales de Blu Radio” pubblicato il 29-10-2016 in Voces de Colombia – ELNsu [http://www.eln-voces.com/index.php/dialogos-de-paz/entrevistas-delegacion-de-paz/823-entrevista-concedida-por-el-comandante-pablo-beltran-a-nestor-morales-de-blu-radio] ultimo accesso 11-11-2016.

 

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