Argentina: “Bisogna liberare immediatamente Milagro Sala”


Ailín Bullentini

Le Nazioni Unite hanno giudicato come “arbitraria” la detenzione della dirigente sociale.

La risoluzione è stata presa dal Gruppo di Lavoro sulla Detenzione Arbitraria dell’ONU ed è già stata comunicata alla Cancelleria. Chiede anche una “riparazione” e una “indagine sulla violazione dei diritti”.

Il Gruppo di Lavoro sulla Detenzione Arbitraria delle Nazioni Unite ha richiesto al Governo di “liberare immediatamente” Milagro Sala, la cui privazione della libertà ha considerato “arbitraria”. Tra i vari argomenti, l’organizzazione internazionale ha sostenuto che “non è stata convinta” dalle autorità nazionali che ci fossero “elementi legali” per ordinare la prigione preventiva della dirigente dell’organizzazione sociale Tupac Amaru, che dallo scorso gennaio rimane in carcere a Jujuy, e ha accusato il Governo di portare “argomenti dogmatici”, invece di prove, per giustificare la sua reclusione. L’organizzazione dell’ONU, inoltre, ha ordinato alle autorità nazionali di concedere una “riparazione adeguata” alla Sala e di iniziare “un’indagine sulla violazione dei diritti” che hanno comportato più di 200 giorni di reclusione.

“L’importanza di questa risoluzione non può essere esagerata: è fondamentale”, ha avvertito Horacio Verbitsky, presidente del Centro di Studi Legali e Sociali che, insieme ad Amnesty International, Avvocati e Avvocate del NOA in Diritti Umani e Studi Sociali (Andhes) e al gruppo di difensori di Sala, ha presentato la denuncia che ha dato origine alla risposta conosciuta ieri. “Dal momento in cui è possibile privare della propria libertà in modo arbitrario una persona, senza nessuna causa giustificata, e nonostante l’immunità che ha come parlamentare del Parlasur (Parlamento del Mercosur, ndt), tutti siamo in pericolo”, ha continuato il giornalista in una conferenza stampa che si è tenuta nella sede portegna del CELS, alla quale hanno partecipato anche il direttore esecutivo dell’organizzazione, Gastón Chillier, ed Elizabeth Gómez Alcorta, membro del gruppo di avvocati difensori di Sala.

“Crediamo e abbiamo sempre creduto nella forza della ragione, della verità, della Giustizia. Quello che dice la risoluzione fa parte delle motivazioni che abbiamo presentato davanti al Potere Giudiziario di Jujuy, che questa difesa considera seguace e disciplinato dal potere politico del governatore Gerardo Morales”. Questo, ha affermato, “dimostra che Milagro Sala è detenuta arbitrariamente e che per questo è una prigioniera politica”.

Lo scorso febbraio gli avvocati e le organizzazioni dei diritti umani hanno denunciato per il caso di Sala lo stato argentino di fronte all’ONU. La dirigente era stata denunciata penalmente dalla procura il 15 dicembre per presunti illeciti di istigazione a commettere delitti e sedizione avendo partecipato ad un presidio di fronte all’edificio del Governatore di Jujuy. Il 16 gennaio di quest’anno è stata arrestata e, anche se due settimane dopo ha avuto l’ordine di scarcerazione per questa causa, il Potere Giudiziario jujegno ha attivato una serie di indagini per cui l’ha tenuta in prigione. Il Gruppo di Lavoro sulla Detenzione Arbitraria dell’organizzazione internazionale ha ammesso la denuncia, ha sollecitato dei rapporti al governo nazionale e, lo scorso agosto, ha preso una posizione che alla fine è stata comunicata giovedì al paese. Ha segnalato, inoltre, che “informerà” il Comitato dei Diritti Umani dell’ONU su questa risoluzione, che non sarà dibattuta lì né in nessun’altra istanza, ma che è già stata notificata allo stato argentino.

L’organizzazione internazionale considera che la privazione della libertà della Sala è “arbitraria” giacché “è il risultato dell’esercizio dei suoi diritti umani riconosciuti dal Patto Internazionale dei Diritti Civili e Politici e dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani”. Menziona specificatamente gli articoli di queste dichiarazioni relative alla libertà di espressione e alla libertà di riunione e associazione. In questo senso, ha indicato che la detenzione della Sala è per essersi accampata di fronte al Governatorato provinciale e ha ricordato “l’obbligo che hanno gli stati di impedire che siano effettuati arresti arbitrari nel contesto di manifestazioni pacifiche e in modo particolare che in questi contesti non si abusi di procedimenti penali”.

“Il gruppo giunge alla conclusione che la detenzione è arbitraria poiché lo stato non ha potuto dimostrare che era giustificata”, ha dichiarato Chillier nella conferenza stampa di ieri. Nel documento, l’organizzazione internazionale propone al riguardo che “non è stata convinta” che gli elementi legali per determinare che la prigione preventiva della Sala “fossero stati attuati conformemente alla normativa applicabile”.

“Sembrerebbe che uno degli argomenti centrali del Governo per giustificare la detenzione si basi sulla gravità del delitto e non sulle circostanze personali della persona sospetta, particolarmente del rischio di fuga o che possa inquinare le prove”, continua la risoluzione, in riferimento alla prolungata prigione preventiva della dirigente della Tupac Amaru.

Il gruppo di lavoro segnala che “ha potuto constatare” che alla Sala “è stato impedito con diversi mezzi il diritto alla difesa giuridica”. Accusa, inoltre, il Governo nazionale di aver presentato “argomenti dogmatici” che hanno impedito “che si potesse constatare se si sia trattato di una misura ragionevole”. Avverte anche che “è stata convinta dell’uso indebito della figura dell’ordine di detenzione per privare della libertà così come di accuse consecutive da parte del medesimo potere giudiziario”.

“Sembrerebbe che le azioni legali e processuali siano state accelerate a partire dalla protesta sociale iniziata a dicembre (del 2015)”, precisa il rapporto, nel quale si mette in evidenza l’azione di giudici e procuratori che erano in ferie e che “hanno iniziato funzioni per delitti che non hanno i criteri di urgenza”. Per ultimo, insiste sulla “inosservanza” del sopruso come condizione preventiva per privare della libertà una legislatrice. La Sala è deputata del Parlasur.

“Ora tocca allo Stato Argentino adempiere”, ha considerato Verbitsky, che ha dichiarato che la risoluzione dell’ONU è “simile” a ciò che l’organizzazione internazionale ha espresso sul caso della detenzione di Leopoldo López, oppositore del governo del Venezuela. “Il Governo del Venezuela non ha risposto. Tocca ora al Presidente Mauricio Macri rispondere. Dopo mesi di dichiarazioni contro il Venezuela tocca a lui dimostrare che la sua condotta è differente -ha continuato-. Dopo aver parlato per mesi del ritorno dell’Argentina nel mondo, gli tocca dimostrare che questo ritorno non è solo per indebitarsi ma anche per rispondere di fronte alle organizzazioni con cui il paese ha degli obblighi”.

A differenza di quello che ha affermato il segretario dei Diritti Umani, Claudio Avruj, tanto il direttore del CELS come l’avvocata della Sala hanno rimarcato che la risoluzione del Gruppo di Lavoro “non è una opinione, ma una ingiunzione”. E sperano che, così come li sollecita la missiva, Il Governo attraverso la Cancelleria risponda “in tempi brevi” come e quando metterà in libertà la Sala, se la indennizzerà o risarcirà in qualche modo, e come, e se inizierà un’indagine sulla violazione dei suoi diritti. Lunedì, il CELS presenterà una lettera alla Cancelleria consultando soprattutto questo.

29 ottobre 2016

Página 12

Traduzione del Comitato Carlos Fonseca:
Ailín BullentiniHay que liberar de inmediato a Milagro Sala” pubblicato il 29-10-2016 in Página 12su [http://www.pagina12.com.ar/diario/elpais/1-312977-2016-10-29.html] ultimo accesso 04-11-2016.

 

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