Città del Messico. 15 anni fa il governo dell’allora presidente Vicente Fox emise un decreto di espropriazione di 5.400 ettari di terre di San Salvador Atenco, Texcoco e Chimalhuacán, per costruirvi un nuovo aeroporto. “Da quel giorno il nostro popolo non ha pace né armonia. Non c’è riposto”, dice a Desinformémonos Trinidad Ramírez, del Fronte per la Difesa della Terra (FPDT), organizzazione che cominciò a formarsi un giorno dopo la decisione governativa che avrebbe cambiato le loro vite.
“Si compiono 15 anni da quando un popolo decise di rimanere nelle proprie terre e per questo ha lottato e si è organizzato, riuscendo a far cadere, un anno dopo, il decreto presidenziale”, afferma Trinidad Ramírez, compagna di lotta e di vita di Ignacio del Valle, che dai primi giorni della lotta ha guidato la difesa delle terre.
L’opposizione alla costruzione di un aeroporto nelle terre ejidali (terre comuni, ndt) agli abitanti è costata morti, carcere, torture e una costante persecuzione, ripete la Ramírez. La vittoria di essere riusciti ad annullare nel 2002 il decreto di espropriazione, ricorda, li “ha riempiti di speranza, ma ancora mancava e continua a mancare molto per il futuro”. In questi tre lustri, dichiara, “gli ambiziosi governanti e imprenditori ci hanno portato via la tranquillità”.
Si compiono 15 anni, insiste Trinidad, “da quando posero i loro occhi su queste terre che sono nostre e dei nostri discendenti, ma sono terre che non si vendono, come abbiamo detto allora e lo ripetiamo ora”.
Precedente alla giornata di attività con cui il FPDT commemorerà la propria resistenza, Trinidad Ramírez spiega che “oggi si tratta di recuperare l’armonia, di riunificarci, di guardarci e riconoscerci per ciò che siamo”, quindi, aggiunge, “sono stati anni duri in cui molti ejidatari hanno ceduto e hanno venduto le proprie terre”.
L’intenzione governativa di appropriarsi delle loro terre in cambio di 7 pesos e 20 centesimi a metro quadrato, è stata frustrata dalla lotta di un popolo che non era disposto a cedere. Con mobilitazioni nelle strade e battaglie nei tribunali, sono riusciti ad annullare la decisione e, riconosce Trini, “molti hanno pensato che avevamo già vinto”. Anche se alcuni di noi, ricorda, “furono maliziosi e dissero che i governi tradiscono sempre, come di per sé è successo. L’ambizione dei potenti non si è fermata con l’annullamento del decreto e la loro strategia, a partire dal quel momento e fino ad ora è stata: “non ti esproprio ma ti divido e ti offro denaro affinché le consegni”.
Oggi la necessità continua ad essere la stessa: “che il governo smetta di mettere la gente straniera e i ricchi e potenti nelle nostre terre”. Il Fronte dei Popoli riconosce di scontrarsi “con un mostro, un potere economico molto grande”, ma, insistono, “siamo in piedi”, coscienti che “l’aeroporto di Atenco non solo danneggia noi, ma tutto il Messico”.
Sono passati tre lustri, “un periodo nel quale il governo non è mai stato quieto e non ha permesso che la pace tornasse nelle nostre comunità”. Per questo, insiste, “oggi commemoriamo i 15 anni di lotta e onoriamo i nostri morti. Non dimentichiamo. Non smettiamo di lottare”.
Questo sabato 22 ottobre alle ore 12.00, la commemorazione del Fronte dei Popoli contempla nel centro del paese un omaggio alla Madre Terra, un pranzo collettivo, proiezioni ed eventi culturali.
“Si tratta”, spiega Trinidad, “del fatto che ci sarà un incontro tra la comunità, tra coloro che hanno resistito e coloro che sono caduti nella tentazione di vendere le proprie terre. Vogliamo che sia un momento di riflessione, di recuperare che da qui siamo venuti, che siamo di questa terra, e di vedere insieme che faremo per impedire che l’abbiano vinta e costruiscano sul nostro territorio un nuovo aeroporto”,
Le proiezioni sul movimento, aggiunge, sono organizzate “per guardarci, affinché la gente che ha già venduto le proprie terre torni a vedere lottando gomito a gomito, insieme. Ci sono alcuni che si sono pentiti e vogliono ritornare e noi non li rifiutiamo, al contrario, cerchiamo di incontrarci di nuovo, che la gente torni a sentire che è da questo lato, che vediamo la miseria che ci vogliono imporre”.
Nel comunicato commemorativo, il Fronte dei Popoli avverte che in questi anni hanno tenuto: “c’erano solo due cammini: consegnare le terre come mercanzia e sopravvivere piegati o difenderle perfino con la vita se fosse necessario. Abbiamo deciso di lottare”, per cui, a partire da questo 22 ottobre, convocano nelle reti sociali e in qualsiasi spazio un’Azione Globale contro l’Aeroporto “affinché si uniscano alla condanna della costruzione del nuovo aeroporto della Città del Messico mediante video e foto, come parte di una serie di azioni che saranno indette a livello nazionale e internazionale”.
21 ottobre 2016
Desinformémonos
Traduzione del Comitato Carlos Fonseca: |
Gloria Muñoz, “Cumple 15 años la lucha contra el nuevo aeropuerto de la Ciudad de México y no hay descanso” pubblicato il 21-10-2016 in Desinformémonos, su [https://desinformemonos.org/cumple-15-anos-la-lucha-contra-el-nuevo-aeropuerto-de-la-ciudad-de-mexico-y-no-hay-descanso/] ultimo accesso 23-10-2016. |