Città del Messico. Ogni anno migliaia di braccianti migrano nei campi agricoli del Messico. La mancanza di un lavoro sicuro nelle loro comunità li obbliga a migrare nel Sinaloa o nella Baja California e a lavorare temporaneamente in imprese cinesi seminando verdure per l’esportazione come pomodori, fagiolini e patate. La stagione alta dell’emigrazione è cominciata il 1 settembre. Secondo il registro del Consiglio delle Braccianti e dei Braccianti Agricoli della Montaña del Guerrero, “alla data sono migrate 677 persone, tutte in stato di preoccupante vulnerabilità”.
“È giunta l’alta stagione e le autorità del Guerrero non si assumono le proprie responsabilità. C’è uno specifico bilancio per assistere i braccianti agricoli ma, oltre al fatto che la Casa del Bracciante è in pessime condizioni, non sono state inviate le derrate per alimentare le famiglie dei braccianti che giungono, alla cosiddetta Casa del Migrante, con la speranza di mangiare e portarsi via qualche alimento per il cammino”, dice Flores Sánchez Crescencio, membro del Consiglio.
Dal 1 settembre al 14 ottobre, il Consiglio ha documentato l’uscita di 380 uomini e 297 donne, tra loro donne incinte e minori di età, che viaggeranno fino a 72 ore lungo le strade per poter giungere nei campi agricoli, dove nemmeno hanno previdenza sociale e sono contrattati a cottimo, pagandogli 25 pesos a cassa di verdura che raccolgono.
“Nonostante che non gli garantiscano un lavoro nelle loro comunità, nemmeno provvedono alle necessità basilari di coloro che non hanno altra opzione che migrare come braccianti agricoli”, afferma Sánchez Crescencio. “Ora abbiamo bisogno di pomodori, peperoncini verdi, fagiolini, patate, uova, per alimentarli prima che partano. Gallette, succhi o altri alimenti non deperibili per il loro viaggio, ma le autorità vogliono dare tutto questo con il contagocce”, continua Flores Sánchez.
Il Consiglio delle Braccianti e dei Braccianti Agricoli della Montaña con l’accompagnamento del Centro dei Diritti Umani della Montaña Tlachinollan vede la necessità di realizzare azioni a livello nazionale e internazionale o di rivolgersi ad altri enti di fronte alle omissioni delle autorità statali.
“È stata creata una Commissione Intersegreterie con la Segreteria degli Affari Indigeni, la Segreteria del Lavoro, la Segreteria della Sanità, la Giunta Municipale di Talpa, la Segreteria dello Sviluppo Sociale del Guerrero, la Commissione Nazionale per lo Sviluppo dei Popoli Indigeni (CDI) e la Segreteria di Agricoltura, Allevamento, Sviluppo Rurale, Pesca e Alimentazione (SAGARPA), nonostante ciò in realtà il problema continua. La Casa del Migrante si allaga e non c’è un posteggio per gli autobus, non c’è un medico che possa certificare le condizioni di salute al momento in cui le famiglie partono, né un rappresentante del registro civile che sbrighi la documentazione, perché molti braccianti vanno senza una identificazione ufficiale e in caso che qualcosa gli serva questo diventa un problema. Non c’è un modulo di previdenza popolare che possa prenderli in carico per avere almeno questa garanzia”, dice a Desinformémonos uno dei rappresentanti del Consiglio dei Braccianti.
La maggioranza delle e dei braccianti agricoli vivono nella povertà, molti parlano solo il loro idioma natale. Sono donne e uomini di comunità na’savi, me’phaa o nauas della Montaña del Guerrero, principalmente di Ayotzinapa, Municipio di Tlapa, luogo abitato approssimativamente da 3.500 persone.
Secondo la testimonianza di Flores Sánchez, “il prossimo 25 ottobre usciranno dalla comunità almeno cinque camion con 40 persone ciascuno, nel paese rimarranno solo le persone di età avanzata, in attesa dei propri familiari che ritorneranno a gennaio per seminare mais o fagioli, solo così potranno garantire la propria alimentazione per la prossima metà dell’anno”.
Lo scorso 13 ottobre il Consiglio dei Braccianti e Tlachinollan hanno sostenuto una riunione con le autorità della Commissione Intersegreterie, “il presidente ha portato una macchina per spianare e si sono impegnati a costruire il parcheggio ma non è solo questo, i camion su cui viaggiano sono molto deteriorati e devono essere prese anche delle misure di prevenzione. Abbiamo documentato l’uscita di 18 camion, 17 sono andati nel Sinaloa e un camion nella Baja California Sur, le distanze sono lunghe e le loro condizioni penose”, afferma Flores Sánchez, che insieme a Miguel Martínez Peralta si trovano permanentemente nella Casa del Bracciante per ricevere e dire addio a decine di migranti interni.
Nella precedente stagione migratoria effettuata da settembre 2015 a gennaio 2016 il Consiglio delle Braccianti e dei Braccianti Agricoli della Montaña Tlachinollan ha documentato l’uscita di 6.935 persone braccianti, 3.729 uomini e 3.206 donne, la maggioranza di Ayotzinapa, Chiepetepec e Tlatlauquitepec. “Sono stati un totale di 147 camion, quest’anno ci si aspetta l’uscita di questa quantità di migranti o di più, ma noi non vogliamo palliativi, vogliamo soluzioni di fondo che non ci obblighino a migrare”, conclude Flores Sánchez.
14 ottobre 2016
Foto: Tlachinollan
Desinformémonos
Traduzione del Comitato Carlos Fonseca: |
Atziri Ávila, “Gobierno de Guerrero omiso ante derechos laborales de jornaleros agrícolas de la Montaña” pubblicato il 14-10-2016 in Desinformémonos, su [https://desinformemonos.org/gobierno-de-guerrero-omiso-ante-derechos-laborales-de-jornaleros-agricolas-de-la-montana/] ultimo accesso 18-10-2016. |