Intervista a Luis Mesina, portavoce del Coordinamento Nazionale dei Lavoratori No+AFP.
Nel paese ha fatto irruzione l’indignazione, fino ad ora contenuta, contro le imprese Amministratrici di Fondi Pensioni (AFP) che in pratica hanno sequestrato i risparmi dei lavoratori per metterli al servizio di grandi imprese nazionali e straniere. Lo scorso 24 luglio quasi un milione di lavoratori e le loro famiglie hanno sfilato in 49 città del paese per manifestare la propria collera contro il sistema che legalizza il furto su grande scala e condanna i lavoratori a ricevere pensioni miserabili alla fine delle loro vite. I cortei, che hanno sorpreso i politici, sono stati convocati dal Coordinamento Nazionale dei Lavoratori No+AFP.
Il suo portavoce nazionale è il dirigente sindacale Luis Mesina Marín, segretario generale della Confederazione dei Sindacati Bancari e della Federazione dei Sindacati della Banca Santander, e presidente del sindacato nazionale di questa banca. Temprato nella lotta sociale, Mesina ha studiato nell’Istituto Superiore del Commercio e nell’ex Pedagogico. Nell’anno 2000 è stato vicepresidente della CUT, carica a cui ha rinunciato denunciando atti di corruzione dell’allora presidente, Arturo Martínez (PS). Ha partecipato a diversi tentativi di raggruppamento sociale e politico della Sinistra cilena, come la Forza Sociale e Democratica. Il Coordinamento Nazionale dei Lavoratori No+AFP ha convocato una nuova mobilitazione per il 21 agosto.
Mesina dice che da tempo il Coordinamento sta lavorando ad un piano di attività. Ma ciò che di più aveva ottenuto era riunire circa ottomila persone. Il 10 dicembre dell’anno passato il Coordinamento è riuscì a mobilitare le proteste in dieci città. “Ma a Santiago non superarono le settemila persone”, aggiunge. “Più tardi fu presa la decisione di provare con una protesta familiare. Ci sono state convocazioni dirette a diversi gruppi che simpatizzano con il Coordinamento, ma che non fanno parte di questo. Ad Arica, Antofagasta, Copiapó, Concepción e Valdivia, i compagni e le compagne si sono messi a lavorare intensamente. Alla fine, si è deciso di fare i cortei di domenica, il 24 luglio, e di dargli un carattere familiare. Con nostra gioia sono cominciati ad apparire centinaia di flyers, volantini, ecc. e la convocazione ha cominciato a diffondersi con molta forza attraverso le reti sociali. Subito, è scoppiato lo scandalo della pensione di Myriam Olate, l’ex moglie del deputato socialista Osvaldo Andrade, e in tutto il paese si è prodotta una gigantesca indignazione che si rifletteva nelle reti sociali. Con le AFP sono nati nuovi gruppi e movimenti di indignati, che si sono aggiunti alle convocazioni locali, regionali e nazionali.
Questi collettivi e gruppi fanno per proprio conto il lavoro di mobilitazione. Convocano per il giorno fissato ma con loro propri messaggi e la loro creatività, sollecitati dalla pressione delle reti sociali. Gli indignati hanno fatto pressione nelle reti, attraverso Facebook, Twitter e altre piattaforme, hanno diffuso foto, video, informazioni, manifesti, alcuni con molto humour. Sono apparsi il Movimento Indignati Anti-AFP e molti altri… Sono espressioni diverse di diversi collettivi. Attraverso Internet si moltiplicano forme di relazione e di unità di propositi. È gente stanca della corruzione e dell’impunità. Questo si è chiaramente manifestato e ha inondato le reti e ha generato un’esplosione di collera che ancora è impossibile misurare. Credo che la pensione milionaria della “socialista” Olate abbia fatto scattare questa collera. Ma sono avvenuti altri fatti: si è saputo che la Sovrintendenza alle Pensioni aveva cambiato il tasso di mortalità, fatto che implicava l’allungamento dell’aspettativa di vita e l’aumento degli anni per il pensionamento. In pratica, un ribasso del 2,2% delle pensioni. Una decisione arbitraria, brutale, per una popolazione già molto castigata. Questo è stato come gettare benzina sul fuoco. Si sono aggiunte le denunce di corruzione che hanno colpito il deputato Iván Fuentes, nel balletto è apparso il senatore Patricio Walker, che rappresenta questa casta aristocratica e corrotta che si è impadronita della politica. Molti cileni hanno pensato: ‘Questo è il colmo!’”.
Luis Mesina aggiunge: “In Cile si sta acutizzando la lotta di classe che alcuni credono che sia una invenzione marxista. E nell’ultima settimana si è saputo che 45 direttori delle AFP si sono ripartiti 3.200 milioni di pesos a titolo di diaria, per aver assistito ad una riunione settimanale dei direttori.
Indignante… Tutto questo è un brodo di coltura che ha fatto sì che i lavoratori abbiano reagito indignati per l’ingiustizia sociale che regna nel paese”.
La CUT è come assente… Quale è stato il ruolo in questa protesta della CUT, dell’Anef o del Collegio dei Professori?
Nessuno, anche se molti affiliati a queste organizzazioni si sono uniti ai cortei e sicuramente parteciperanno ai cortei del 21 agosto. Ma le loro organizzazioni non sono tra i convocanti. I loro dirigenti stanno diffondendo nelle loro reti un’altra cosa. Ma la menzogna è molto facile da provare. A questa altezza questi dirigenti non possono cercare di salire sul carro. Loro non sono nel Coordinamento No+AFP. Sì, ci sono organizzazioni di base, dirigenti e sindacati che appartengono all’Anef o alla CUT. La stessa cosa avviene con migliaia di professori pensionati e attivi. Nelle province partecipano con noi dirigenti e sindacati della CUT.
Mai ci avevano dato una così grande copertura nella TV, nelle radio, nei quotidiani e nei media digitali, come è avvenuto dopo il corteo del 24 luglio. Anche se la maggioranza di questi media continuano a fraintenderci. Ma il popolo non si dimentica, sa la verità, la subisce sulla propria carne, e sa molto bene che la CUT non ha nulla a che vedere con questa enorme mobilitazione. La cupola della Centrale ha per molto tempo avallato una AFP statale. Arturo Martínez continua a fare seminari promuovendo questa idea. La burocrazia sindacale è senza rimedio, non cambierà…! Quello che è successo nel corteo del 24 è espressione di ciò che la gente dice nelle reti: non vogliamo la CUT, non vogliamo nessun partito. La presidente della CUT, Bárbara Figueroa, è uscita appoggiandoci. Non sappiamo se lo ha fatto in modo ufficiale ma questo ha generato una confusione molto grande. La gente non vuole avere nulla a che fare con questi dirigenti. Nello stesso tempo, la reazione contro il senatore Alejandro Navarro, che deploriamo, dimostra che la gente non vuole nulla nemmeno con i politici. Se a Navarro gli fanno questo, bisogna immaginarsi quello che farebbero agli altri politici che non possono più andare per strada senza ricevere insulti”.
Ci sono tentativi di rubare la leadership del movimento anti AFP?
Sì, è probabile, ma non hanno alcuna possibilità. I media possono costruire una figura, hanno questo potere. Ma il popolo non gli crede, sanno che non sono i sindacalisti burocrati quelli che sono alla testa del movimento contro le AFP. Oggi appaiono deputati corrotti, dirigenti della Nuova Maggioranza e della destra che parlano di riforme della previdenza sociale… Ma, chi gli crederà? Tutto lo organizziamo e lo finanziamo noi, i permessi, la musica… In Cile siamo più di 750 mila persone che sfilano, migliaia in province dove mai avevano protestato contro le AFP.
Rivela che il paese è stanco di chiacchiere da politicanti. La gente gridava: ‘Il Cile si è svegliato!’. Nonostante ciò, la risposta del governo è stata stupida. Il funzionario che hanno in trasferta con i grandi imprenditori, il ministro dell’Industria Rodrigo Valdés, ha detto: ‘Non c’è denaro’. È il medesimo che ha convalidato le fraudolente fusioni delle AFP e che permette che lo stato smetta di ricevere 400 milioni di dollari a titolo di tributi. Abbiamo una sfida gigantesca: mandar via una volta per tutte coloro che non rispettano il ruolo di funzionari pubblici, ma che sono rappresentanti di una classe imprenditoriale incistata nell’apparato pubblico. Bisogna mettere fine a questo matrimonio spurio di impresari e politici”.
Che organizzazioni partecipano al Coordinamento No+AFP?
La Confederazione Nazionale dei Funzionari della Sanità Municipale (Confusam), la Federazione Nazionale dei Professionisti Universitari dei Servizi della Sanità, la Confederazione Bancaria, la Federazione dei Lavoratori della Walmart, la Confederazione dei Lavoratori Metallurgici, molti grandi sindacati di Concepción, come il Sindacato degli Arsenali e delle Maestranze della Marina Militare (Asmar), il Sindacato delle Industrie Cilene del Filo di ferro (Inchalam), organizzazioni del settore pubblico, il Fronte dei Lavoratori dell’Industria Mineraria, l’Unione Portuale… I sindacati in verità e, la cosa importante, la cosa caratteristica in questo movimento è che è trasversale, che è di fatto, non di diritto, che non ha dirigenti, ma portavoce. Oggi sono io, domani cambia. Il ruolo fondamentale è rispondere al progetto che ci unifica: No+AFP. Abbiamo risposte, come il sistema di ripartizione. Se partiti e militanti vogliono partecipare alle nostre condizioni, perfetto. Abbiamo un lavoro di anni formando opinione contro le AFP e questo ci convalida. Non abbiamo un doppio livello, né interesse a candidarci a nulla. La Piazza degli Eroi era strapiena e all’improvviso mi chiamano e mi dicono che il corteo che stava venendo stava ancora più in là di San Isidro. E il nostro audio non si ascoltava più in là di due quadre…
È stato molto emozionante, è stata cantata la Canzone Nazionale e ‘Il popolo unito’: ad alcuni non è piaciuto perché si identifica con la politica, la Sinistra, ma molta gente piangeva cantando. Calando il sipario, si avvicinava a noi gente per felicitarsi, dicendo: ‘Alla fine siamo uniti’. Questo ha due letture: l’importanza della lotta e che noi ci rendessimo conto che la gente è disperata. Desolazione è ciò che c’è, ed è perché tutto è stato tradito quando si giunge al potere, la gente non crede… Non c’è una costruzione collettiva, ed è quello che manca. Ci deve essere un movimento, non un soggetto. Oggi abbiamo una possibilità storica: il popolo chiede con grida organizzazione ed è necessario costruirla da tutte le parti”.
Ora che avverrà?
Unire la maggior quantità di gente e cambiare il Fondo E, perché se un’ampia maggioranza di noi trova riparo in questo fondo, non potranno speculare come lo fanno oggi nel mercato borsistico e utilizzare queste risorse per collocare direttori, finanziare le banche, l’Isapres, il retail, ecc. Dovranno investire in una rendita fissa, in titoli di stato e, di conseguenza, l’affare delle AFP collassa immediatamente. Se un 80% dei lavoratori cambia, collassano. Questa è disobbedienza civile, un’azione pacifica di ribellione.
Il 10 agosto realizzeremo una giornata di diffusione, educazione e propaganda, che terminerà alle ore 21.00 con una protesta popolare, un cacerolazo nelle città e nelle piazze del paese.
Avremo diverse attività: riunioni di propaganda di fronte alle AFP, affinché la gente non si lasci abbindolare dai canti di sirena, che modificheranno il sistema. Sciocchezze! Domenica 21 agosto convocheremo un secondo corteo familiare in tutto il paese. Nelle reti si è cominciato a dire che quello del 10 agosto è organizzato dalla CUT. È falso. Il Coordinamento Nazionale dei Lavoratori No+AFP fa sempre, il 10 di ogni mese, delle giornate di propaganda, perché è il giorno in cui i datori di lavoro devono depositare nelle AFP i soldi che trattengono ai loro lavoratori. È una data simbolica: il giorno in cui ci derubano”.
Punto Final
04-09-2016
tratto da La Haine
Traduzione del Comitato Carlos Fonseca: |
Arnaldo Pérez Guerra, “La estafa de las AFP” pubblicato il 04-09-2016 in La Haine, su [http://www.lahaine.org/mundo.php/la-estafa-de-las-afp] ultimo accesso 04-10-2016. |