“I governi della Concertazione hanno lasciato entrare gli impresari nell’educazione superiore”


Ruben Andino M.

Stralcio, riguardante l’educazione superiore, di un’intervista più ampia a Patricio Medina, portavoce della Confech (Confederazione degli studenti del Cile).

(…)

Educazione superiore

– Come portavoce della Confech, come vede il progetto di legge?

– Rifiutiamo questo progetto di educazione superiore. I governi della Concertazione hanno lasciato entrare gli impresari sapendo che lucravano, che fornivano un insegnamento di cattiva qualità e che ingannavano gli studenti con titoli professionali che non servono. Per credere alla buona fede del governo, ci piacerebbe che presentasse una norma che qualificasse il lucro come un delitto e che ora mettesse fine alla bancarizzazione del Credito con l’Avallo dello Stato (CAE).

Il governo deve eliminare la banca dal finanziamento, perché il CAE è il cuore del mercato dell’educazione. Permette che quattro banche gestiscano con un criterio commerciale una grande quantità di fondi dello stato. Il lucro non viene penalizzato, perché viene considerato una mancanza amministrativa; né vengono limitati i contratti dell’educazione superiore con imprese, come le immobiliari, alle quali molte università trasferiscono i propri utili.

Anche la copertura del finanziamento è molto lontana dall’essere accettabile. Si parla di una gratuità progressiva che dipende dall’arbitrio del mercato; il grado di copertura lo stabilisce il potenziale di crescita economica del paese, per cui bisognerà che passino trenta o quaranta anni per raggiungere la gratuità universale. Il concetto di gratuità del governo non rappresenta il movimento studentesco, perché in nessun paese esiste un sistema di finanziamento dell’educazione nel quale la banca sia il fulcro, con l’aggravante che fissa le tasse più care del mondo e produce un gigantesco livello di indebitamento degli studenti e delle loro famiglie.

Sappiamo che la gratuità non può essere fatta da un giorno all’altro, ma devono essere adottate misure progressive capaci di garantirla, senza che i successivi governi debbano difendere tutti gli anni la percentuale di copertura della gratuità attraverso un articolo del bilancio. Nel progetto non si dice nulla, per esempio, sulla possibilità di stabilire una imposta ai laureati o ai diplomati che abbiano studiato gratuitamente.

Nemmeno ci sono stati importanti progressi riguardo la gestione delle università e la democratizzazione dei centri di studio dell’educazione superiore. Si parla di meccanismi di partecipazione degli accademici, ma nulla si dice riguardo gli studenti e i funzionari.

Oggigiorno il sistema sta beneficiando con la gratuità gli studenti più benestanti attraverso un sistema di accesso che considera come fattore più importante per entrare nelle università la Prova di Selezione Universitaria (PSU). L’aumento dell’incidenza dei corsi propedeutici (1), il ranking di voti, le prove attitudinali specifiche, l’incremento delle iscrizioni nelle università pubbliche o altri metodi complementari potrebbero democratizzare l’accesso, ma non sono proposti. Con questo modello i più poveri vanno sempre a studiare in università di minore qualità e saranno indebitati. Il CAE finanzia più di venti istituzioni private e l’ottanta per cento degli studenti delle università private che non hanno un ruolo pubblico sono indebitati attraverso questa via.

– La Confech ha detto che farà una proposta al governo. In che consiste?

– Per la Confech è importante che prima di inviare la legge di bilancio 2017, a settembre, il governo si pronunci sull’eliminazione del Credito con Avallo dello Stato (CAE). Questo sarebbe il primo passo di una redistribuzione delle risorse che permetta di finanziare in modo permanente la gratuità, senza dipendere da un semplice articolo del bilancio. Nella pratica, il CAE è stato molto negativo per l’educazione pubblica, perché ha ampliato le iscrizioni nel settore privato dell’educazione, creando un deficit nelle iscrizioni del settore pubblico universitario, che oggi rappresenta appena il quindici per cento del totale degli studenti.

È anche un paradosso che il 75 per cento delle risorse del CAE vada a quattro gruppi economici che lucrano con l’educazione: Laureate, Inacap, Santo Tomás e il Duoc dell’Università Cattolica. Questo è particolarmente grave, perché la transnazionale Laureate, che negli Stati Uniti ha appena finito di ammettere che lucra in Cile, si prende 600 miliardi di pesos annuali attraverso il CAE. Non riposeremo fino a quando quelli che ricevono risorse pubbliche rimarranno sottomessi ad una rigorosa istituzionalità, che riguarda e fiscalizza la destinazione di questi fondi pubblici.

Nota:

(1) Insegnamento preparatorio per lo studio di una disciplina o professione.

22.09.2016

Pubblicato in “Punto Final”, edizione Nº 860, 16 settembre 2016.

tratto da Rebelion

Traduzione del Comitato Carlos Fonseca:
Ruben Andino M.Vivimos la decadencia de la política tradicional” pubblicato il 22-09-2016 in Rebelionsu [http://www.rebelion.org/noticia.php?id=217008&titular=%93vivimos-la-decadencia-de-la-pol%EDtica-tradicional%94-] ultimo accesso 23-09-2016.

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