In Colombia il governo parla di pace ma incrementa la guerra contro le organizzazioni popolari, indigene e contadine


Da oltre un anno il governo del presidente colombiano Manuel Santos disattende sistematicamente gli accordi precedentemente firmati con le organizzazioni contadine, indigene e popolari.

L’83,5% dei 250 miliardi di euro per progetti produttivi previsti per l’anno fiscale 2014, non sono mai stati erogati; attraverso argomentazioni faziose sono stati bloccate tutte le risorse destinate per il 2015 e 2016. Nonostante le interminabili giornate di lotta e di sanguinosa repressione statale che hanno prodotto formali accordi tra le parti, fino ad oggi non vi è alcun progetto di sviluppo agricolo nazionale strutturato.

Sulla questione dei Diritti Umani il governo colombiano non ha rispettato nessun impegno sottoscritto precedentemente, violando nuovamente e reiteratamente il legittimo esercizio dei diritti alla mobilitazione e alla protesta. Nelle ultime settimane il movimento popolare colombiano si è mobilitato in tutto il paese attraverso la “Minga” che, con lo slogan “Piantare Speranza, mietere Paese” ha mobilitato oltre 200.000 persone raggruppate nella coalizione di organizzazioni sociali: “Vertice Agrario Contadino, Etnico e Popolare”.

La polizia e i reparti speciali antisommossa ESMAD hanno finora ucciso 3 indigeni e ferito gravemente 136 persone, senza contare le centinaia di arresti e gravi minacce di morte contro i difensori dei Diritti Umani e sindacali.

Nonostante si siano recentemente generati alcuni scenari di partecipazione nel processo di Pace tra il governo nazionale e la guerriglia delle FARC, in cui i movimenti e le organizzazioni sociali hanno presentato proposte strategiche importanti, queste continuano ad essere ignorate e deleggittimate. Per questo motivo, le organizzazioni popolari, contadine ed indigene considerano necessaria ed improrogabile la partecipazione autonoma, vincolante e decisiva della società nei processi di Pace; soprattutto di quei settori storicamente emarginati dalle decisioni politiche ed economiche esclusive che costituiscono le cause strutturali del conflitto armato e sociale in Colombia.

Le rivendicazioni delle Organizzazioni contadine, indigene e popolari devono essere considerate elementi imprescindibili dell’agenda sociale per la Pace.

Mentre Santos, la casta militare colombiana e gli interessi delle multinazionali, pur parlando di pace, preparano la guerra, le organizzazioni popolari, indigene e contadine lottano per:

  • La Riforma Agraria, per una politica agraria globale che ridistribuisca e democratizzi la proprietà della terra, rimuovendo il latifondo come espressione storica della disuguaglianza.
  • Il riconoscimento politico delle figure di riorganizzazione territoriale dei popoli e delle comunità etniche e dei contadini.
  • Il riconoscimento dei contadini come soggetto inalienabile al diritto alla terra e alla territorialità.
  • La legalizzazione del possesso collettivo, comune e individuale della terra per garantirne l’accesso e l’utilizzo da parte dei contadini, degli indigeni e afro-discendenti.
  • La delimitazione e la protezione di tutte le sorgenti di acqua che si trovano nei territori indigeni, afros e contadini, garantendo la loro protezione per la sopravvivenza ambientale e culturale dei popoli e delle comunità.
  • Il governo colombiano deve concertare con le popolazioni indigene un contesto istituzionale che soddisfi i criteri di integrità, riconoscimento, rispetto, rilevanza culturale, autonomia politica e finanziaria.
  • Vietare le concessioni energetico-minerarie nei territori collettivi indigeni, contadini e afros per sviluppare una politica ed un industria nazionale per l’estrazione mineraria e petrolifera capace di superare dipendenza dai produttori di materie prime, realizzando meccanismi di partecipazione delle comunità per definire l’uso e la gestione del sottosuolo.
  • Eliminare le agevolazioni fiscali per le multinazionali e aumentare le tassazione per le compagnie minerarie, nonchè l’eliminazione dei benefici fiscali nelle Zone Franche.
  • Garantire il recupero, la riproduzione e la distribuzione delle sementi autoctone e creazione e sostegno finanziario e tecnico alle case o alle coperative che custodiscono proprie sementi; nonché la protezione giuridica delle conoscenze delle varietà botaniche e medicinali delle piante nei territori indigeni, afros e contadini e le loro applicazioni produttive.
  • Rispetto degli accordi sulla sostituzione su base volontaria e graduale in concerto con le comunità della produzione di foglie di Coca per una reale diversificazione produttiva. Riformulare la politica antidroga con la partecipazione delle comunità e delle organizzazioni sociali colpite, depenalizzando i piccoli coltivatori e raccoglitori di coca, marijuana e papavero, rifiutando l’estradizione dei coltivatori di coca, marijuana e papavero.
  • Il Governo colombiano deve riconoscere pubblicamente l’esistenza del paramilitarismo in Colombia e garantirne lo smantellamento economico, militare e politico.
  • Garantire la partecipazione diretta della Commissione Etnica per la Pace e la difesa dei diritti territoriali nei dialoghi tra il governo nazionale e le guerriglie delle FARC e ELN.
  • Abrogazione della perversa legge di “Sicurezza Cittadina” e rilascio immediato dei cittadini perseguiti e condannati. Riduzione e depurazione delle Forze di Sicurezza e smantellare l’ESMAD. La fine della stigmatizzazione e persecuzione dei difensori dei diritti umani e dei leader sociali e popolari e la restituzione delle terre. La creazione di un Fondo economico per le vittime appartenenti alle popolazioni indigene e afro-discendenti e le comunità contadine.
  • Protezione di tutte le fonti d’acqua nel paese, in particolare quelle che forniscono le grandi città e le zone di produzione agricola. È fondamentale la gestione comunitaria e statale dell’acqua pubblica smantellando i megaprogetti. Soprattutto nelle grandi città, è necessario dare vita ad una relazione diretta con i piccoli produttori delle zone rurali per garantire la commercializzazione dei prodotti del campo.

IN COLOMBIA NON CI SARÀ PACE SENZA  LA SOLUZIONE DELLE CAUSE SOCIALI CHE 60 ANNI FÀ HANNO GENERATO LA GUERRA

LA LOTTA DELLE ORGANIZZAZIONI POPOLARI, INDIGENE E CONTADINE COLOMBIANE, SONO LE NOSTRE STESSE LOTTE; LE NOSTRE RIVENDICAZIONI ELEMENTARI CONTRO UN SISTEMA GLOBALE CHE STA RIDUCENDO ALLA FAME ANCHE MILIONI DI ITALIANI ED EUROPEI, IMPONENDOCI GUERRE D’AGGRESSIONE IMPERIALISTE MASCHERATE DA MISSIONI DI PACE E LO STERMINIO DI MILIONI DI UOMINI E DONNE CHE CERCANO DI PENETRARE LA FORTEZZA EUROPEA

SOSTENIAMO LA LOTTA PER LA PACE CON GIUSTIZIA SOCIALE IN COLOMBIA

RICOSTRUIAMO LA SOLIDARIETÀ DAL BASSO TRA GLI SFRUTTATI NEL MONDO

LOTTIAMO INSIEME, OLTRE OGNI FRONTIERA, PER ROMPERE I MURI E L’INDIFFERENZA CONTRO IL RAZZISMO, LA XENOFOBIA E LA GUERRA

Roma 12 giugno 2016

 

Comitato “Carlos Fonseca”

Confederazione “COBAS”

Associazione Italia-Nicaragua

Centro Sociale “Ex Snia”

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