Il Brasile vive giornate ad alto voltaggio politico. In solo nove giorni, con sorprendente velocità, è successa una serie di avvenimenti che mettono la Presidente Dilma Rousseff contro le corde.
La precipitazione degli avvenimenti è cominciata venerdì 04/03 con la coercitiva citazione a deporre per Lula da Silva. La scena degli agenti della Polizia Federale che si sono presentati al domicilio dell’ex Presidente alle 6.00 am “invitandolo” a deporre parla da sé. Il clima che si respira è teso. Il Brasile è una solida repubblica, con tre poteri indipendenti. Questo nessuno lo nega. Ma come succede ad altre latitudini, i potenti sono portati al banco degli imputati solo quando la loro capacità di esercitare influenza svanisce. È questo quello che potrebbe stare avvenendo.
Giovedì 10/03 è scoppiata la seconda bomba. Il Pubblico Ministero di San Paolo ha sollecitato la prigione preventiva per Lula. Il motivo? I procuratori adducono il fatto che l’ex mandatario potrebbe mobilitare i propri seguaci con l’obiettivo di bloccare l’indagine. La giustizia dovrà approvare o respingere la richiesta del Pubblico Ministero, sentenza che per il momento non ha una data confermata. Conclusione: Lula continuerà ad essere in libertà. Debilitato politicamente e probabilmente preoccupato per il proprio futuro. Ma, almeno per ora, in libertà.
Sabato 12/03 è giunto il terzo capitolo del romanzo, strettamente legato ai primi due. Il PMDB (Partito del Movimento Democratico Brasiliano) ha effettuato una riunione nazionale. Perché questo è rilevante? Semplicemente perché il PMDB è la principale forza alleata del Partito dei Lavoratori e il vice Presidente della nazione, Michel Temer, fa parte delle sue file. Il risultato della riunione è stato il seguente. Il PMDB non romperà la coalizione di governo ma metterà la stessa nel congelatore. L’ordine è stato chiaro: non saranno accettati nuovi incarichi offerti da Dilma Rousseff. Il partito ha dissensi interni da risolvere. In un periodo di 30 giorni si deciderà se si continua dentro il Governo o se si lascia il PT libero alla sua sorte. Pessime notizie per Dilma, che in parlamento ha bisogno dei voti del PMDB per bloccare una eventuale ripresa del processo di impeachment. L’alleanza che sostiene la Presidente al Palazzo di Planalto pende da un sottile filo.
Da ultimo, domenica 13/03 le strade delle 27 capitali del Brasile hanno scritto il loro proprio capitolo. 3,1 milioni di persone (secondo le autorità) o 6,5 (secondo gli organizzatori) sono scese a manifestare. Dopo giorni di speculazioni sulla partecipazione che avrebbero potuto avere le mobilitazioni, i numeri parlano da sé. Il successo è stato categorico. A San Paolo, principale centro urbano del paese, il numero di partecipanti ha raggiunto un record storico. Ha superato quello del ricordato movimento “Diretas Já”, che agli inizi del decennio degli 80 faceva pressione per il ritorno delle elezioni dirette e la fine del governo militare.
Le strade piene fanno pressione sul PMDB affinché abbassi il pollice alla Rousseff e la base di sostegno del governo si sgretola. Accerchiata, la Presidente affronta seri problemi nel lottare contro la severa crisi economica che attraversa il paese. Recessione, caduta del PIL, aumento della disoccupazione e accelerazione dell’inflazione. In queste ore Dilma fa i salti mortali per mantenersi in carica, difficilmente potrà portare avanti le poco popolari ma necessarie riforme economiche. Il 2016 si chiuderà una volta di più con una caduta del PIL, portando alla fine dell’anno lo stato d’animo sociale ad un livello di maggiore protesta. Si tratta, in effetti, di una bomba virtualmente non disattivabile.
È risaputo che la politica è l’arte del possibile. L’inconveniente è che in questo labirinto, non è chiaro se il possibile è sufficiente a sopravvivere.
14 marzo 2016
Equilibrio internacional
Foto Miguel Schincariol: Avenida Paulista (San Paolo).
Traduzione del Comitato Carlos Fonseca: |
Santiago Pérez, “Brasil, al rojo vivo” pubblicato il 14-03-2016 in Equilibrio internacional, su [http://www.equilibriointernacional.com/2016/03/brasil-al-rojo-vivo.html] ultimo accesso 16-03-2016. |