“Oggi ci rendiamo conto che c’è poca tolleranza verso questo tipo di opere… ed è un peccato”, con queste parole i membri del collettivo di arte urbana Lapiztola ha manifestato la propria indignazione dopo che, secondo quanto informa Noticiasnet, il murale “Seminiamo sogni e raccogliamo speranze” è stato eliminato dal Museo Belber Jiménez.

I membri, attraverso la loro pagina ufficiale di Facebook, hanno spiegato  che “dopo un tira e molla con le autorità e i propri limiti, lamentevolmente non abbiamo potuto riscattare l’opera”. Il pezzo è ispirato all’attivista Alberta “Bety” Cariño Trujillo, assassinata il 27 aprile 2010 insieme all’attivista finlandese Jyri Jaakkola, da un gruppo di paramilitari a San Juan Copala, Oaxaca.

L’opera rimossa era su uno dei muri all’angolo della Tinoco y Palacios con la Manuel Bravo, nel Centro Storico della capitale dell’Oaxaca.

“Prima le persone di fuori (stranieri) ci chiedevano ‘Come vedete attualmente l’Oaxaca?’ e noi dicevamo che incominciava già ad essere più sensibile verso questo tipo di manifestazioni, nonostante ciò, ci rendiamo conto che tutto sta tornando indietro”, ha dichiarato il collettivo che si è guadagnato il riconoscimento internazionale per il loro lavoro che è iniziato durante il conflitto sociale e politico del 2006.

Dopo la rimozione dell’opera, il collettivo ha ringraziato il Museo Belber per il permesso per realizzare l’opera e l’attivista “Bety Cariño” per “essere l’ispirazione di lotta e speranza” con la sua frase: “Fratelli, sorelle apriamo il cuore come un fiore che la mattina aspetta il raggio del sole, seminiamo sogni e raccogliamo speranze, ricordando che questa costruzione può essere fatta solo in basso, a sinistra e dalla parte del cuore”.

Il lavoro dei Lapiztola è stato apprezzato in vari paesi, prova di questo è l’articolo che gli ha dedicato The Guardian, il quotidiano più importante del Regno Unito, con il titolo “Mexico’s street art tells stories of grief, anger and resistance”.

23 ottobre 2015

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