Interconnessione senza integrazione: 15 anni di IIRSA


Raúl Zibechi

Sono passati 15 anni dalla creazione dell’Iniziativa per l’Integrazione dell’Infrastruttura Regionale Sudamericana (IIRSA) e si impone un bilancio dalla prospettiva di un suo apporto all’integrazione.

Una città di Quito fiaccata dagli effetti del cambiamento climatico, ha dato rifugio al Seminario Internazionale 15 Anni di IIRSA, “Sguardi critici sull’integrazione sudamericana”. Il giorno in cui cominciava l’incontro, martedì 15 dicembre, gigantesche nubi avvolgevano la città che soffriva 22 incendi forestali, tre dei quali nella città e il resto nella limitrofa zona rurale. La siccità causa distruzioni e perfino 18 quartieri della città subiscono il razionamento dell’acqua [1].

Il seminario è stato convocato dalla Coalizione Regionale per la Trasparenza e la Partecipazione, composta da diverse organizzazioni di vari paesi [2], che si è proposta di fare un bilancio alla metà del tragitto di un progetto che è stato pensato per essere portato a termine in 30 anni.

In questi 15 anni il progetto iniziale ha subito alcune trasformazioni. Da un lato, è passato a far parte dell’UNASUR, nel consiglio denominato COSIPLAN (Consiglio Sudamericano di Infrastruttura e Progettazione); dall’altro, il progetto è sostanzialmente andato avanti e si è ampliato in modo vertiginoso, fatto che rende necessario un nuovo approccio al tema [3].

Un poco di storia

Il 29 agosto 2000 giunsero a Brasilia i presidenti sudamericani convocati dal presidente del Brasile, Fernando Henrique Cardoso. Fin dall’inizio l’IIRSA era concepita come un vasto progetto associato all’ALCA, ma con un profilo regionalista.

Lo stesso Cardoso, sostenitore dell’ALCA, manifestava le proprie differenze con i paesi del nord. “I paesi più ricchi, i più potenti, che sono quelli che hanno più barriere commerciali che ci danneggiano, vogliono andare molto rapidamente, senza percepire che noi non possiamo, perché cadremo” [4].

Alla riunione parteciparono i dodici presidenti sudamericani e 350 impresari latinoamericani. Cardoso pose le basi del progetto IIRSA e definì l’obiettivo del suo paese di “lavorare insieme”, guidando senza imporre per “risolvere i nostri problemi interni, che sono molti” [5].

Il geografo Carlos Walter Porto Gonçalves sostiene che l’origine teorica e politica dell’IIRSA e del Piano Puebla Panamá si trovano in due studi. Il primo fu Infraestructure for Sustainable Development and Integration of South America realizzato da Eliézer Batista da Silva nel 1996 per la Corporación Andina de Fomento (CAF), la Vale do Rio Doce, il Business Council for Suastainable Development Latin America, la Bank of America e la Companhia Auxiliar de Empresas de Mineraçâo [6].

Il secondo fu denominato Estudo sobre Eixos Nacionais de Integraçâo e Desenvolvimento, del 1997, promosso dal BNDES, dal ministero della Pianificazione, dalla banca ABN Amro, dalla multinazionale statunitense Bechtel, Consorcio Brasiliana e Booz Allen & Hamilton do Brasil Consultores. La lettura di chi finanzia questi lavori permette di dedurre gli interessi che incarnano.

Il concetto di asse di integrazione e sviluppo sostituisce quello di regione come nucleo dell’azione governativa, privilegiando i flussi al di sopra dei territori abitati da popoli e nazioni [7].

L’IIRSA è un’iniziativa che rompe con la tradizione storica del Latinoamerica come una regione con una propria specificità, per situarsi nello stretto ambito dell’America del Sud. Il concetto di America Latina era nato nel XIX secolo in contrapposizione all’America imperialista, ma ora assistiamo ad un graduale spostamento che colloca al centro dello scenario l’idea di America del Sud, come mette in evidenza Porto Gonçalves.

Al contrario, il Sudamerica è uno spazio geopolitico formulato dagli strateghi militari legati alla dittatura brasiliana (1964-1985), come Golbery do Couto e Silva, uno dei principali teorici della dottrina della sicurezza nazionale elaborata nel decennio del 1950 dalla Scuola Superiore di Guerra. Nel 1964 fu anche il creatore del Servizio Nazionale di Informazioni, diresse la filiale della multinazionale statunitense Dow Chemical e fu autore del libro “Geopolitica del Brasile” [8].

Con il governo Lula, il Sudamerica si trasforma in “un nuovo spazio di affermazione geopolitica” che coincide con la crisi egemonica degli Stati Uniti [9]. Questa svolta lascia da parte il carattere antimperialista che aveva generato il concetto di America Latina. Il risultato è preoccupante: l’America del Sud è lo spazio in cui si espandono le grandi imprese brasiliane finanziate dal BNDES e appoggiate da Brasilia, per la realizzazione del Brasile come potenza regionale e globale, mentre si accetta di fatto l’egemonia statunitense in America Centrale e nei Caraibi.

Cosiplan ed espansione dell’IIRSA

La sconfitta dell’ALCA nel 2005 e l’arrivo al governo di forze progressiste e di sinistra promosse una redifinizione dell’IIRSA. Il COSIPLAN è stato creato nel vertice dei presidenti dell’agosto del 2009 a Quito. Da questo momento, l’IIRSA è l’Organo Tecnico per temi relazionati alla pianificazione dell’integrazione fisica dell’UNASUR. Il Consiglio è formato dalle ministre e dai ministri delle aree di infrastruttura o pianificazione.

L’organismo è stato dotato di un comitato coordinatore, di gruppi di lavoro e di un organo tecnico, venendo designate dai paesi presidenze pro tempore a rotazione. Fino al 2015 sono state effettuate sei riunioni di ministri del COSIPLAN. Il Comitato di Coordinamento Tecnico (CCT) è integrato da funzionari della Banca Interamericana di Sviluppo (BID), dalla CAF, dalla Banca di Sviluppo dell’America Latina e dal Fondo Finanziario per lo Sviluppo della Conca del Plata (FONPLATA).

Nonostante ciò, la cosa più notevole è l’importante espansione che ha avuto negli ultimi anni la cartella di progetti: da 335 nel 2004 con 37.000 milioni di dollari di investimento, a 579 progetti nel 2014 con 163.000 milioni di dollari. La Cartella di Progetti si è ampliata di più del 72% ed è aumentato più di quatto volte l’investimento totale stimato [10]. D’altra parte, ci sono 106 progetti già conclusi e 179 in fase di esecuzione.

Più del 70% del finanziamento delle opere è pubblico e una parte importante spetta alla brasiliana BNDES, anche se la crisi in questo paese sta diminuendo questo finanziamento. Quasi il 90% dei progetti sono nell’area dei trasporti, la metà in strade, che si prendono la metà dell’investimento. Quasi un terzo dell’investimento totale è destinato a energia, in particolare centrali idroelettriche, che sono le opere più criticate dai popoli.

L’asse con più quantità di progetti è Mercosur-Cile con 123 e 55.000 milioni di dollari, fatto che implica il 25% del totale per uno solo dei nove assi multimodali che uniscono gli oceani Atlantico e Pacifico. Come paesi, l’Argentina supera tutti gli altri con un totale di 180 progetti che la coinvolgono, seguita dal Brasile con 106.

Le opere dell’IIRSA creano resistenze ambientali e sociali, come lo rendono evidente i conflitti intorno alla dighe di Jirau e Santo Antônio sul fiume Madera in Brasile, le dighe sul fiume Inambari in Perù e la costruzione della strada che attraversa il TIPNIS in Bolivia [11]. Mostrano anche una nuova geografia delle lotte sociali che hanno come scenari i corridoi dell’IIRSA, che superano gli ambiti dello stato-nazione per situarsi lì dove i flussi di capitale danneggiano popoli e ambiente.

Un rilevamento del Laboratorio di Studio dei Movimenti Sociali e Territorialità dell’Università Federale Fluminense, mostra che negli assi dell’IIRSA ci sono 1.347 popolazioni territorializzate: 664 comunità indigene, 247 comunità contadine, 146 di afrodiscendenti, 139 comunità di popolazioni tradizionali (pescatori, raccoglitori di frutti di mare, raccoglitori di giunchi), 60 organizzazioni sociali (senza tetto, disoccupati) e 59 organizzazioni ambientaliste [12].

Per queste comunità l’IIRSA è una iniziativa neocoloniale, una imposizione verticale che non ha nulla a che vedere con i loro interessi e che presuppone un’aggressione verso di loro. Questo nuovo colonialismo danneggia tanto le comunità che vivono in Brasile come quelle che stanno in altri paesi della regione e favoriscono un blocco di potere finanziario e industriale nel quale gli impresari brasiliani/paulisti occupano un posto centrale.

Bilancio: più interconnessione che integrazione

Il centro del dibattito nel Seminario Internazionale è girato intorno alle conseguenze strategiche del progetto. Negli ultimi dieci anni, oltre a quelli ambientali e sociali sono apparsi altri punti di interesse e critica rispetto all’IIRSA, come aver creato un debole impulso verso l’integrazione e la mancanza di strategie di lungo termine nelle quali si includevano l’insieme delle opere.

Jorge Acosta, coordinatore dell’UNASUR nel Ministero delle Relazioni Estere e Mobilità Umana dell’Ecuador, ha accettato quello che hanno proposto gli altri partecipanti al Seminario, che “nella regione Sudamerica non esiste una strategia per l’integrazione”. Ha aggiunto che “la strategia IIRSA non è ancora in pezzi ma va male, con impatti e efficacia molto bassi”, per concludere che se non si riesce a giungere ad una visione generale della regione continueranno ad imperare gli ambiti nazionali.

Il ricercatore dell’istituto Ibase, Gerardo Cerdas, ha avvertito che le opere dell’IIRSA “sono state decantate come le grandi opere di infrastruttura a detrimento delle infrastrutture sociali con un maggior impatto sulla popolazione, evidenziando il carattere centripeto di queste opere focalizzate sul commercio internazionale di commodities, che oggigiorno è la principale relazione sudamericana con il mercato globale”.

Ha ricordato che nessuna istituzione della regione e nessun governo ha fatto cerimonie commemorative per la creazione dell’IIRSA per discutere con i popoli i progressi e le difficoltà del progetto. Ha messo in evidenza la necessità di “trovare dei meccanismi di finanziamento autonomi, sovrani e non commerciali per pensare un altro tipo di sviluppo e di recuperare il dibattito sulla nuova architettura finanziaria della regione”.

Secondo la sua opinione si tratta di una necessità urgente di fronte all’accelerata penetrazione di capitali cinesi che “pongono nuove sfide all’autonomia sudamericana” di fronte alla sua storica dipendenza dai capitali esteri.

Il ricercatore brasiliano Fabio Barbosa dos Santos, ha evidenziato che secondo i numeri sulle opere concluse, in esecuzione e progettate, l’IIRSA va molto bene. Ma, al contrario, l’integrazione non va avanti. “Quando l’IIRSA è stato incorporato nel COSIPLAN c’è stato un cambiamento ponendo come obiettivi l’integrazione fisica dei paesi, delle economie di scala e delle catene produttive”.

Ma la costruzione dell’infrastruttura regionale fa parte del “processo di internazionalizzazione delle multinazionali brasiliane, soprattutto le grandi imprese costruttrici, basate sui prestiti della BNDES che sono cresciuti di un 3.000%”.

“Non dobbiamo confondere interconnessione con integrazione”

Crede necessario demistificare il Partito dei Lavoratori (PT) di Lula, giacché al governo “ha neutralizzato l’ALBA, riproduce il modello egemonico nel mondo, non contraddice gli Stati Uniti e promuove uno sviluppo regionale basato sulle sue imprese”.

Ha evidenziato che l’IIRSA non promuove l’integrazione regionale giacché alimenta chi le si oppone, perché l’esportazione di commodities non può mai essere la base dell’integrazione ma la complementarietà produttiva. Ha concluso avvertendo che “non dobbiamo confondere interconnessione con integrazione”, che i 15 anni dell’IIRSA “corrispondono al periodo in cui il Buen Vivir emerge come orizzonte civilizzatore alternativo, ma ambedue sono inconciliabili perché l’IIRSA ha un carattere antipopolare che è necessario denunciare e contrastare”.

Alla fine, si è dibattuto sul grande problema che affronta un progetto come l’IIRSA: i grandi investimenti in opere di infrastruttura, senza definizioni strategiche, possono sfociare nel “fare opere per farle”, beneficiando solo le grandi imprese e il principale stato della regione, ma non i piccoli paesi né i popoli. La regione non deve lasciarsi travolgere dai mercati e dal capitale finanziario, giacché corre il rischio di trasformarsi a stento in una “periferia di lusso”, come sottolinea l’economista José Luis Fiori.

Raúl Zibechi è un analista internazionale del settimanale Brecha di Montevideo, docente e ricercatore dei movimenti sociali nella Multiversidad Franciscana de América Latina, e consigliere di vari gruppi sociali. Scrive il “Rapporto Mensile di Zibechi” per il Programma delle Americhe cipamericas/org/es.

Note:

[1] El Comercio, 15 settembre 2015

[2] Centro dei Diritti Economici e Sociali (CDES) dell’Ecuador, Diritto, Ambiente e Risorse Naturali del Perú (DAR), Acquedotti e Fognature Sostenibili della Colombia (AAS), Centro di Studi per lo Sviluppo Lavorativo e Agrario della Bolivia (CEDLA) e l’Istituto Brasiliano di Analisi Sociali (IBASE). In http://servindi.org/actualidad/opinion/740

[3] Vedere come riferimento l’articolo pubblicato nove anni fa: Raúl Zibechi, “IIRSA: la integración a la medida de los mercados” Programa de las Américas (Silver City, NM: International Relations Center, 13 giugno 2006). In http://www.ircamericas.org/esp/3314

[4] “América do Sul debe ousar mais, diz FHC”, Folha de Sao Paulo, 1 settembre 2000.

[5] “FHC pede reciprocidade em abertura”, Folha de Sao Paulo, 2 settembre 2000.

[6] Carlos Walter Porto Gonçalves, “Ou inventamos ou erramos. Encruzilhadas de Integraçâo Regional Sul-americana”, IPEA, 2011, p. 12.

[7] Ibid., pp. 12-13.

[8] México, El Cid Editor, 1978.

[9] Carlos Walter Porto Gonçalves, p. 20.

[10] Fonte: http://www.iirsa.org/Page/Detail?menuItemId=32

[11] Su questi conflitti si può consultare: “Bolivia: Un nuevo triunfo de la gente común”, 23 ottobre 2011 in http://www.cipamericas.org/es/archives/5629 e “Rebelión en la Amazonia brasileña”, 12 aprile 2011 in http://www.cipamericas.org/es/archives/4257, ambedue nel Programa de las Américas.

[12] Carlos Walter Porto Gonçalves, p. 23.

23-09-2015

Programa de las Américas

Traduzione del Comitato Carlos Fonseca:
Raúl Zibechi, “Interconexión sin integración: 15 años de IIRSApubblicato il 23-09-2015 in Programa de las Américas, su [http://www.cipamericas.org/es/archives/16490] ultimo accesso 05-10-2015.

 

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