Quale è l’opposizione Colombiana?


Martín Ríos

Con l’arrivo al governo di Juan Manuel Santos, una nuova realtà ha segnato il panorama politico del paese, il Centro Democratico guidato da Álvaro Uribe Vélez ha fatto irruzione con forza, autoproclamandosi come il partito di “opposizione” e, favorito dai grandi mezzi di comunicazione, gode di una potente e permanente piattaforma per la diffusione dei propri programmi.

Le dichiarazioni dell’uribismo, si presentano all’opinione pubblica come scandalo mediatico e hanno voluto mostrare una rottura inconciliabile con Santos, determinata dall’alternativa guerra o pace, occultando l’alleanza strategica che ambedue i settori mantengono riguardo un progetto comune di dominio di classe e promuovendo l’idea che esistono solo due forze politiche capaci di dirigere i destini del paese: La destra o l’ultra destra.

Il significato dell’opposizione politica in Colombia

Ma essere di opposizione, significa essere contro l’attuale modello di sfruttamento, di saccheggio e dipendenza economica e contro il regime di esclusione, sottomissione e corruzione politica. Essere di opposizione, significa difendere una proposta alternativa e lavorare per uno stato e un governo veramente democratico, sovrano, equo, degno e giusto.

Storicamente l’opposizione politica in Colombia è stata considerata dall’elite governante come un nemico da annichilire. La “democrazia più antica dell’America Latina” si è sostenuta a partire dalla proibizione del diritto di dissentire dalle politiche escludenti del regime oligarchico, mediante l’uso sistematico della repressione e del terrorismo di stato.

Così lo hanno dimostrato con lo sterminio fisico del progetto gaitanista, assassinando nel 1948 il suo massimo dirigente Jorge Eliecer Gaitán e prolungando per decenni la loro politica di terra bruciata, con l’assassinio di migliaia di militanti dell’Unione Patriottica, di A Luchar e del Fronte Popolare nel decennio degli 80, con la carcerazione di migliaia di attivisti sociali, con l’esilio di altrettanti.

Nonostante questa innegabile realtà i settori popolari hanno creato progetti politici di opposizione, di portata regionale e nazionale, che ricercano trasformazioni in materia sociale, politica ed economica che favoriscano gli interessi delle maggioranze povere del paese.

Attualmente tanto i progetti politici ribelli sorti più di 50 anni fa, come i movimenti sociali e politici di sinistra sorti durante gli ultimi decenni, rappresentano una vera corrente di opposizione in aperta contraddizione con gli interessi dell’oligarchia, e per questo cercano di spoliticizzarli, criminalizzarli, cooptarli o eliminarli.

Il progetto uribista

L’uribismo fa parte del blocco dominante e rappresenta una elite legata al grande possesso della terra, a padrini politici regionali, ai settori emergenti del narco paramilitarismo con tutti i settori economici connessi con il lavaggio dei narco capitali, così come i settori politici e militari guerrafondai di estrema destra, che hanno fatto della alternativa tra la pace e la guerra il punto nodale delle loro differenze con l’attuale governo.

L’uribismo vuole essere un partito neofascista moderno, legato ad altre forze simili nel continente e nel mondo. Vuole trasformarsi in un fenomeno di massa, con un linguaggio per sedurre i settori delle classi medie, per questo si presenta come Centro Democratico, ma praticano la militarizzazione della società, l’eliminazione dell’opposizione e non rappresenta una proposta alternativa alla gestione politica, sociale ed economica del paese.

Il saccheggio che rappresenta la cosiddetta transnazionalizzazione dell’economia, la privatizzazione dei beni pubblici, la continuità del modello estrattivista che non crea lavoro e che distrugge l’ambiente o le monocolture agroindustriali sono temi che non sono contestati nella fittizia agenda di opposizione dell’uribismo.

Più che opposizione, assistiamo ad una disputa di interessi nel blocco dominante per la spartizione del potere, dove gli assi centrali che guidano il modello di paese ideato dalle elite e dall’impero nordamericano continuano ad essere accordi taciti non discutibili.

Ridefinire l’opposizione politica: un compito urgente

La debolezza dell’opposizione colombiana, si spiega in buona parte con le persecuzioni e l’annichilimento del terrorismo statale. Nonostante ciò, il predominio dei settori della destra nel panorama politico nazionale, è stato anche causato come conseguenza della timida, dispersa e settaria azione dei settori di sinistra nel paese.

La formazione di dirigenti nazionali, di contesti politici ampli e includenti e di un’agenda politica alternativa, realizzata con il consenso della cittadinanza, insieme alle lotte sociali, contro la criminalizzazione e per garanzie alla partecipazione dei settori dell’opposizione, diventano oggi le principali sfide del blocco popolare in Colombia.

È urgente, pertanto, la rielaborazione di una agenda pubblica unitaria, che raccolga il modo di sentire dei settori popolari, dei ceti medi, di ampi settori democratici, così come dei movimenti politici e sociali, che condividano una proposta di trasformazione nazionale, che si proponga come obiettivo la sovranità e la pace con giustizia sociale.

È necessario che la sinistra colombiana si legittimi di fronte all’opinione pubblica, mostrando un nuovo metodo e contenuto di opposizione politica, rivendicando la lotta contro la corruzione e il clientelismo, per l’etica e il valore della parola negli affari politici, ma anche ponendo una proposta di paese, costruita democraticamente e fatta in funzione delle grandi maggioranze, del loro benessere, della loro dignità e della loro felicità.

03 Agosto 2015

Voces de Colombia – Ejército de Liberación Nacional

Traduzione del Comitato Carlos Fonseca:
Martín Ríos, “¿Cuál es la Oposición Colombiana?pubblicato il 03-08-2015 in Voces de Colombia – Ejército de Liberación Nacional , su [http://www.eln-voces.com/index.php/voces-del-eln/militancia/344-cual-es-la-oposicion-colombiana] ultimo accesso 06-08-2015.

 

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