Messico, polizia ed esercito contro normalistas di Ayotzinapa alla vigilia delle elezioni


Intorno a mezzogiorno di mercoledì 3 giugno, gli studenti della scuola normale “Raúl Isidro Burgos” di Ayotzinapa e i genitori dei 43 normalistas della medesima scuola scomparsi lo scorso 26 settembre, sono stati fermati da almeno 500 uomini dei reparti antisommossa dell’esercito messicano e della polizia federale che tentavano di impedire loro di arrivare ad una manifestazione prevista a Chilpancingo, capitale del Guerrero.

I manifestati, che provenivano da Tixtla, sono stati fermati all’altezza di un tunnel autostradale e hanno subito tentato di intraprendere una trattativa con i funzionari presenti in modo da potere proseguire nel viaggio. La polizia, che si è presentata ai portavoce dei normalistas armata di fucili per il lancio di gas lacrimogeni, dopo aver autorizzato la ripartenza degli studenti ha poi preteso che alcuni di loro si togliessero le maschere con cui nascondevano il proprio volto e ha tentato di salire sopra gli autobus per effettuare una perquisizione degli zaini e degli effetti personali dei presenti. E’ quindi partita la prima carica della polizia, dalla quale gli studenti si sono protetti nascondendosi dietro un camion presente nel tunnel da dove hanno tentato di respingere i reparti antisommossa con un fitto lancio di pietre, mentre nel frattempo i genitori dei 43 studenti scomparsi facevano ritorno agli autobus per non essere fermati.

Dopo un’ora di costante lancio di gas lacrimogeni, militari e polizia hanno circondato gli studenti accedendo attraverso la parte superiore del tunnel, costringendoli così a tornare sulla strada, dove li hanno quindi rincorsi per oltre un chilometro. Il bilancio finale è di due studenti gravemente feriti, Ricardo Carvo Santillan e Vicente Iturio Zuñiga, che sono tuttora ricoverati in ospedale. La dura azione repressiva del governo messicano arriva a pochi giorni dalle elezioni previste per il prossimo 7 giugno, alle quali i genitori e i compagni dei 43 studenti scomparsi hanno dichiarato di non volere prendere parte invitando anche il resto della popolazione a fare altrettanto. Da diversi giorni si susseguono infatti le azioni di protesta contro il meccanismo elettorale, e i normalistas di Ayotzinapa – con un comunicato scritto dopo gli avvenimenti di mercoledì – hanno ribadito come “il nostro NO! Alle elezioni è una forma di protesta contro sistema politico decrepito, corrotto e incapace di risolvere i gravi problemi del nostro Stato [il Guerrero, ndr]. Ribadiamo che la nostra posizione politica e la protesta sono parte dell’esercizio della libertà di auto-espressione dei regimi democratici, dal momento che la democrazia non è solo esercitata tramite il processo elettorale e il voto, ma si estende ad altre dimensioni della sfera sociale come la libertà di espressione, la libertà di protesta e l’autodeterminazione.

Questo esercizio costituzionale non può in alcun modo essere limitato senza una giustificazione legale”. Le richieste finali del comunicato sono quindi:

– La presentazione in vita dei 43 di Ayotzinapa.

– No alle elezioni del narcogoverno che uccide e rapisce.

– Rispetto per l’esercizio della libertà di espressione.

– Punizione per i politici, le autorità e i mandanti del rapimento e dell’uccisione dei 43.

05 Giugno 2015

InfoAut

 

“Messico, polizia ed esercito contro normalistas di Ayotzinapa alla vigilia delle elezionipubblicato il 08-06-2015 in InfoAut, su [http://www.infoaut.org/index.php/blog/conflitti-globali/item/14811-messico-polizia-ed-esercito-contro-normalistas-di-ayotzinapa-alla-vigilia-delle-elezioni] ultimo accesso 08-05-2015.

 

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