Brasile, polizia uccide bambino di 10 anni. Scontri e proteste a Rio de Janeiro


 

Più di 1.000 persone hanno marciato sabato mattina nel quartiere Complexo do Alemão, a Rio de Janeiro, protestando contro la violenza delle forze dell’ordine e chiedendo la pace nella comunità, che conta più di 15 mila abitanti. La manifestazione si è tenuta in risposta alla brutalità della polizia e all’omicidio di quattro residenti in meno di 48 ore la scorsa settimana, tra i quali Eduardo de Jesus Ferreira, un bambino di soli 10 anni. Il 2 aprile, Eduardo stava leggendo seduto vicino alla porta di casa quando improvvisamente è stato colpito alla testa da un poliziotto, il quale credeva che il ragazzo avesse una “pistola” – in realtà il suo smartphone – tra le mani. Quando poi la madre ha protestato con l’agente, questi ha minacciato di sparare anche a lei. Gli abitanti della favela sono quindi scesi in strada la sera stessa e il giorno successivo per protestare contro l’omicidio ma sono stati attaccati dalla polizia che ha utilizzato spray al pepe e gas lacrimogeni per reprimere le manifestazioni.

Ieri mattina invece, migliaia di persone hanno marciato per il quartiere per chiedere maggiore giustizia e criticare l’operato delle forza di polizia nei quartieri popolari; le prime file del corteo sono state aperte da decine di moto taxi e lungo il percorso i manifestanti hanno scandito gli slogan “I poliziotti uccidono i poveri ogni giorno” e “UPP è arrivato per uccidere il lavoratore”. Le UPP,  “unità di polizia pacificatrice”, sono forze speciali attive dal 2012 (dopo che lo Stato aveva ripreso controllo della zona nel 2010) nate appositamente per il monitoraggio nelle favelas ma da sempre responsabili di omicidi e violenze nei confronti dei residenti e da molti considerate l’unica forma di dialogo che lo stato offre alle comunità residenti.

“I bassifondi di Rio” – ha raccontato un manifestante al quotidiano brasiliano indipendente NINJA – “vivono una guerra da molto tempo. La differenza è che ora lo stato sta sponsorizzando una fazione. L’UPP è una milizia appoggiata dallo stato”. I casi di omicidio e detenzione di giovani neri nelle favelas sono ulteriormente aumentati con la recente approvazione della riduzione della maggiore età penale dai 18 ai 16 anni. Gli abitanti di queste comunità hanno vissuto con sparatorie quotidiane negli ultimi tre mesi: secondo alcune statistiche 12 residenti sono stati uccisi e altri 13 feriti solo nel 2015, mentre un poliziotto è morto e 10 altri sono stati feriti. La manifestazione di ieri ha inoltre ricevuto la solidarietà di diversi esponenti del mondo della cultura e dello spettacolo, nonché dei residenti degli altri Complexos.  Alcuni momenti di tensione si sono verificati quando il corteo è passato vicino ad alcune unità della polizia militare, compreso il cosiddetto “caveirao”, un veicolo blindato che ha l’aspetto di un carro armato. Sembra infatti che la polizia locale stia rinforzato le unità UPP del Complexo do Alemão con nuove unità, tra cui il battaglione per le operazioni speciali (Bope), insieme a veicoli blindati ed elicotteri. Nelle ultime ore il governatore Luiz Fernando Pezão ha assicurato che “le forze di sicurezza continueranno la lotta contro la criminalità”, mentre il presidente brasiliano Dilma Rousseff ha rilasciato una nota per esprimere solidarietà a Terezinha Maria de Jesus, la madre di Eduardo de Jesus Ferreira, ma la mobilitazione nelle favelas non sembra cessare.

05 Aprile 2015

InfoAut

“Brasile, polizia uccide bambino di 10 anni. Scontri e proteste a Rio de Janeiro” pubblicato il 05-04-2015 in InfoAut, su [http://www.infoaut.org/index.php/blog/conflitti-globali/item/14331-brasile-polizia-uccide-bambino-di-10-anni-scontri-e-proteste-a-rio-de-janeiro] ultimo accesso 07-04-2015.

 

,

I commenti sono stati disattivati.