I senza tetto del Brasile si mobilitano chiedendo una riforma urbana


Attraverso un Comunicato del Movimento dei Lavoratori Senza Tetto del Brasile (MTST) si propone:

Le città, spazi di vita della memoria del popolo brasiliano, sono storicamente prodotte e riprodotte dal potere del capitale immobiliare, obbedendo agli interessi delle elite politiche ed economiche, rafforzando la segregazione urbana e la disuguaglianza sociale. Milioni di persone, lavoratori e lavoratrici, costruiscono collettivamente le città, ma negli spazi urbani sono private dall’ esercitare i più elementari diritti e subiscono le più diverse violenze dello stato.

In Brasile c’è un’acuta crisi urbana che dipende dall’enorme deficit abitativo che supera i 7 milioni di abitazioni. Milioni di brasiliani vivono, inoltre, in aree urbane senza accesso all’acqua, senza servizi di raccolta dei rifiuti, senza sistemi di bonifica basilari, con gravi restrizioni riguardo alla mobilità urbana, soffrendo per la militarizzazione delle città e per la violenza della polizia.

Il modello di politica urbana adottato negli ultimi anni dal governo federale privilegia apertamente il settore immobiliare (le imprese di costruzione, le agenzie immobiliari e i proprietari del suolo urbano), che hanno guadagnato e guadagnano miliardi di real. Non c’è politica urbana che freni l’avanzata del capitale immobiliare e che sia capace di rafforzare le politiche pubbliche di case di interesse sociale e di urbanizzazione del paese. Prova di tale posizione è stata l’indicazione, come rappresentante del settore immobiliare, di Gilberto Kassab per il Ministero delle Città a scapito delle politiche che promuovono la giustizia urbana.

Il progetto di riforma urbana concepito come modello di sviluppo che intende la città come una mercanzia, la popolazione come dei consumatori e che privilegia le grandi imprese di costruzioni e le aziende si mostra incapace di risolvere la crisi urbana, così come i problemi di abitazioni degne, dei trasporti e dei servizi pubblici di qualità.

Il maggior programma di abitazioni del paese (Casa Mia, Vita Mia, lanciato per dare una risposta alla crisi del 2008), è stato incapace di ridurre il deficit abitativo del paese, poiché allo stesso tempo in cui costruiva case, ha favorito la concentrazione del suolo e la speculazione immobiliare: circa il 70% dei contratti del citato programma sono concentrati nelle dieci maggiori imprese di costruzioni e agenzie immobiliari del paese.

Non sarà rafforzando la logica del capitale immobiliare che risolveremo la crisi urbana. La vera riforma urbana si costruisce a partire dall’iniziativa della popolazione organizzata che vive nelle periferie, che occupa terre improduttive, costruisce spazio urbano e lotta per il diritto alla città e per l’effettivo controllo urbano del capitale. Il 18 marzo la periferia che occupa la città va a fermare il Brasile per porre davanti a tutto il paese la necessità di una riforma urbana popolare e di massa conforme ai seguenti termini:

  1. Il Governo Federale deve immediatamente lanciare la terza fase del Programma Casa mia, Vita Mia (paralizzato fino a questo momento per l’antipopolare aggiustamento fiscale) e modificando profondamente la sua configurazione in relazione alle due precedenti fasi. Il programma deve dare la priorità alla gestione diretta dei movimenti a scapito delle imprese di costruzioni, alla localizzazione centrale e alla maggiore qualità delle abitazioni, e alla garanzia di dedicare almeno il 70% delle abitazioni alle famiglie con un reddito inferiore a 3 salari minimi [1], mantenendo i sussidi.
  2. Le comunità e i movimenti sociali devono essere trattati in termini politici e non di polizia, tanto dal governo come dal potere giudiziario. È necessario che siano sospesi tutti gli sgomberi e che siano urbanizzate le aree occupate, garantendo il pieno accesso ai beni e ai servizi essenziali per l’esercizio del diritto alla città.
  3. I municipi devono rendere effettivi i meccanismi di regolazione urbana e di controllo sulla speculazione immobiliare previsti nello Statuto delle Città, come l’IPTU [2] progressivo, la procedura di espropriazione e le aree di speciale interesse sociale. Senza il contenimento della speculazione, costruire più abitazioni per superare il deficit abitativo non serve a nulla.
  4. È necessario promuovere il controllo sociale degli affitti mediante una modifica della legge federale n. 8.245/1991. L’aumento del valore degli affitti in Brasile, promosso dalla speculazione immobiliare, ha allontanato in modo silenzioso milioni di persone.
  5. Tariffa zero nel trasporto pubblico delle città brasiliane come modo di garantire il diritto alla mobilità di tutta la popolazione. Trattare il trasporto pubblico come un diritto sociale, finanziato con un tributo progressivo, caratterizzato come servizio pubblico fondamentale che permetta l’accesso agli altri diritti come quelli relativi al riposo, al lavoro, alla salute e all’educazione.

[1] Il salario minimo è prossimo agli 800 real. Tre real equivalgono approssimativamente a un dollaro. Dati di marzo 2015.

[2] L’IPTU è una imposta sulla proprietà urbana.

18 marzo 2015

Resumen Latinoamericano

Traduzione del Comitato Carlos Fonseca:
“Los sin techo de Brasil se movilizan exigiendo reforma urbana” pubblicato il 18-03-2015 in Resumen Latinoamericano, su [http://www.resumenlatinoamericano.org/2015/03/19/los-sin-techo-de-brasil-se-movilizan-exigiendo-reforma-urbana/] ultimo accesso 25-03-2015.

 

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