Nell’aprile dell’anno elettorale del 2011, “Lucha Indígena” ha iniziato così il suo editoriale “VOTO PER COCACHACRA”.
“Cocachacra (Islay) finisce con l’insegnarci il corretto atteggiamento politico che noi peruviani dobbiamo adottare se vogliamo salvare il paese dal saccheggio della natura uccidendo l’agricoltura e sottoponendo il nostro popolo alla miseria”.
“Con azioni, non con parole, ha dichiarato:”
“Qui non comanda la Southern è il suo servo, il governo peruviano! Qui comanda democraticamente l’assemblea degli abitanti di Cocachacra! Vita sì, miniera no!”
“E ha trionfato, anche se le è costato 3 morti e più di 50 feriti”.
Dopo questi fatti ho visitato questa zona del dipartimento di Arequipa e abbiamo seguito con attenzione la continuazione di questa coraggiosa lotta. Abbiamo appurato che danneggiato dalla miniera Tía María non sarebbe solo il distretto di Cocachacra, ma la provincia di Islay.
Sul terreno elettorale municipale il sentimento antiminerario della popolazione si è manifestato con il trionfo dei candidati antiminerari.
Sono stato invitato dal sindaco Helar Valencia Juárez a visitare Cocachacra il 3 gennaio, anniversario del distretto. Alla cerimonia speciale, mi ha fatto prendere la parola.
Jaime de la Cruz Gallegos, celebre attivista, sindaco eletto di Dean Valdivia, mi ha invitato il giorno 4 ad assistere al suo insediamento. Durante la cerimonia mi ha consegnato una medaglia commemorativa e mi ha sollecitato a prendere la parola.
Speriamo che ambedue, insieme al sindaco provinciale Richard Ale Cruz e a José Ramos, sindaco di Punta de Bombón, superando differenze di stile, agiscano coordinatamente in difesa dell’acqua e della vita, combattendo l’assassina e depredatrice miniera Tía María e il suo servo Ollanta, portando avanti l’azione collettiva della popolazione.
Successivamente, padre Marco Arana mi ha invitato ad accompagnarlo nella sua visita a Tacna, Moquegua e nella capitale del dipartimento di Arequipa. In questi luoghi abbiamo parlato con gli attivista antiminiera:
Moquegua
Più dell’80% del suo territorio è stato dato in concessione alle imprese minerarie, ci sono circa 25 imprese minerarie, tra le quali ci sono le grandi miniere di Cuajone e Quellaveco.
Questo provoca la scarsità d’acqua per l’uso domestico, per l’agricoltura e l’allevamento.
Il Progetto Quellaveco prevede la costruzione e la messa in opera di una miniera di rame situata nel letto del fiume Asana, all’inizio di questa conca, poiché questo fiume è il principale affluente del fiume Moquegua. La Minera Quellaveco prevede di sfruttare il rame per un periodo di 44 anni con la modalità a cielo aperto. Per operare nella miniera l’impresa mineraria avrà bisogno di 700 litri d’acqua al secondo.
La gravità del problema è stata segnalata anche dal Collegio degli Ingegneri che avverte che dal 2015 ci sarà una siccità che metterà a rischio la domanda d’acqua. Avvertono, inoltre, sulla contaminazione delle acque raccolte in un bacino a Pasto Grande. È stata rilevata una concentrazione di acidi superiore agli standard di qualità per la presenza di arsenico, piombo e zinco.
Tacna
Per gli agricoltori della provincia andina di Candarave (Tacna), la convivenza con le miniere è virtualmente impossibile. Incolpano la Southern Copper Corporation di desertificare più di 27.500 ettari di terreni umidi nella zona di Huaytire (alla frontiera con Moquegua) e l’associano alla scomparsa di 69 falde idriche delle sottoconche di Callazas, Salado e Tacalaya.
A Tacna il problema sorge per una licenza che ha l’impresa mineraria Southern Copper per l’utilizzo di 1.950 litri di acqua al secondo nella regione tacnegna, avendo questa una capacità idrica di solo 400 litri d’acqua al secondo. Evidentemente negli ultimi anni questo ha creato un problema di scarsità d’acqua.
Il deficit d’acqua nella regione di Tacna è di 8,63 metri cubi al secondo. Da quando la Southern Perù ha annunciato l’esecuzione del suo nuovo progetto “Ampliamento della canalizzazione di Toquepala e ampliamento del bacino di depurazione di Quebrada Honda” vari settori della popolazione si sono opposti a questo. Dichiarano che la Southern ha super-sfruttato, per più di 50 anni, la risorsa idrica di Tacna, attraverso pozzi situati nella provincia andina di Candarave, dove conta su una licenza per l’utilizzo di 1.950 litri d’acqua al secondo (1.440 sono di acque sotterranee e 510 di acque superficiali).
L’impresa mineraria Southern ha bisogno di una media di 2.360 l/sec di acqua per il funzionamento di tutte le sue attività minerario metallurgiche, utilizzandone la maggiore quantità per trattare i concentrati di rame, una media di 1.700 l/sec di acqua limpida.
Arequipa
Oltre al problema di Islay, Arequipa ha il problema della Società Mineraria Cerro Verde che toglie l’acqua all’agricoltura familiare che alimenta gli abitanti di Arequipa, froda tasse e imposte di concessione, corrompe autorità che finiscono con l’essere lobbiste, compra giornalisti per disinformare.
Ley Pulpín
Abbiamo anche partecipato alle lotte giovanili contro la legge “pulpín” che costituiva un sopruso contro i diritti lavorativi dei giovani. Questo è stato un sopruso di più alle leggi del lavoro. I precedenti sono stati contro i lavoratori delle cosiddette Pymes (Piccola e Media Impresa), contro il proletariato agrario (“Per favorire l’agro-esportazione”) e contro i lavoratori dello stato (Legge Servire).
A Tacna siamo stati invitati ad una manifestazione in una piazza in cui ci hanno concesso l’uso della parola.
Ad Arequipa abbiamo parlato in una conferenza.
Al ritorno, a Lima, ho partecipato alla quarta marcia che è stata attaccata dalla repressione di Urresti, mi è toccato rimanere vittima dei gas lacrimogeni.
Per ultimo, nel giorno del trionfo ho partecipato ai festeggiamenti fatti dai giovani di tre zone in un locale che “Lucha Indígena” condivide con la Uníos, a Miguel Aljovín 347.
In modo esemplare, con mobilitazioni di massa, guidandosi da sé, senza accettare di essere guidati da nessun partito né da un’altra organizzazione, i giovani hanno dimostrato come devono essere le lotte, collettive e democratiche. Sono soddisfatti, ma non consenzienti. Annunciavano di continuare le lotte fino all’abolizione di tutte le altre discriminazioni del lavoro.
11/02/2015
Lucha Indígena
Traduzione del Comitato Carlos Fonseca: |
Hugo Blanco, “Dando cuenta” pubblicato il 11-02-2015 in Lucha Indígena, su [http://www.luchaindigena.com/2015/02/dando-cuenta-2/] ultimo accesso 26-02-2015. |