Brasile: Un governo con i capitalisti


Fernando Silva

Tutto suggerisce che scenderemo in strada, non solo per chiedere più diritti, ma in primo luogo per difenderli, perché uno scenario di aggiustamento già sta venendo progettato.

Se qualcuno fosse entrato in coma dopo i risultati del primo turno delle elezioni presidenziali e si svegliasse oggi si chiederebbe: allora, è stato Aécio che ha vinto le elezioni?

Vediamo. Un uomo di Bradesco, e pertanto, del mercato finanziario, è nominato al Ministero dell’Industria, Joiquim Levy; alla Pianificazione, un difensore dell’aggiustamento, l’ex segretario dell’Industria e professore della FGV (Fondazione Getulio Vargas) Nelson Barbosa; al Ministero dello Sviluppo, un uomo della grande imprenditoria, ex presidente della CNI (Confederazione Nazionale dell’Industria), Armando Monteiro; al Ministero dell’Agricoltura, una delle icone e portavoce dell’agro-negozio, la senatrice Katia Abreu.

È mancato solo un rappresentante diretto delle grandi imprese costruttrici, ma vari di loro sono in carcere … sembra che andrebbe bene dare un ministero a questa banda. Ma non affrettiamoci, la composizione finale del gabinetto non è stata annunciata … chi sa se non avremo altre nomine interessanti.

In verità, questa composizione ministeriale che si annuncia non è una grande sorpresa. Salvo aver preso sul serio i discorsi del giorno della festa o la retorica elettorale del PT, molto utilizzata nella retta finale del secondo turno per smuove i militanti, che realmente temevano un arretramento con la possibile vittoria di Aécio.

Un governo del PSDB [Partito della Social Democrazia Brasiliana] potrebbe essere più chiaramente in linea con i principi dell’ortodossia neoliberista. Non lo dubitiamo. Ma gli occhi del tucano [del PSDB] devono essere un po’ perplessi con una simile sfida della presidente Dilma nella composizione del governo. Fino a quanto possono essere indignati, giacché sono stati accusati di fare qualcosa di molto simile a ciò che ora si annuncia.

I petisti non si stanno travestendo, visto che il futuro ministro della Pianificazione, Nelson Barbosa, nell’attesa della sua nomina, in una conferenza per dirigenti nella città di Campinas, stava difendendo gli aggiustamenti.

Nel frattempo c’è uno scandalo che sta aprendo una grave ferita nei meccanismi di funzionamento e finanziamento delle campagne elettorali e nelle relazioni promiscue tra imprese pubbliche e imprese costruttrici, e il governo di Dilma cerca ad ogni costo di smarcarsi dalla corruzione nella Petrobrás.

Ma come lo farà? Ricorrendo alla mobilitazione popolare per approvare un referendum che metta fine al finanziamento delle imprese o per stabilire una consultazione sulle riforme e le richieste popolari? No, niente di questo. Per il suo secondo mandato si getta nelle braccia del mercato per stabilire, a partire da lì, un nuovo patto di governabilità con il grande capitale.

Rispetto al precedente periodo sembra che cada qualsiasi aspettativa di possibili svolte del governo. Di questo nulla, il PT continuerà a fare lo stesso che fa da 12 anni: governare essenzialmente con i capitalisti, per il mercato, per l’agro-negozio, per i grandi monopoli e anche per le imprese costruttrici. Forse un po’ più discretamente, ma nessuno dimentichi che il PAC (Programma di Accelerazione della Crescita) è l’espressione degli affari brasiliani al di là delle frontiere nazionali.

La differenza con i precedenti mandati è che in questo il PT ha una relazione più stretta e diretta con il capitale, data la fragilità con cui è uscito dalle urne, nonostante la vittoria elettorale, al di là dello scandalo del petrolio e dell’economia ristagnante. Per lo meno è ciò che mostra la farsa degli incarichi chiave del gabinetto ministeriale nel secondo mandato dilmista.

Tutto suggerisce che scenderemo in strada, non solo per chiedere più diritti, ma in primo luogo per difenderli, perché uno scenario di aggiustamento sta già venendo progettato. E non solo con nomi, ma anche con misure, come è stato l’aumento degli interessi, l’aumento dei combustibili, e le oscure minacce di attacco alla previdenza per la disoccupazione, alle pensioni e ai pensionamenti.

A proposito, alla fine chi ha vinto le elezioni?

* Giornalista e segretario generale del Partito Socialismo e Libertà (PSOL).

 Correio da Cidadania. Traduzione di Ernesto Herrera – Corrispondenza di stampa. Rivisto da La Haine

01/12/2014

La Haine

Traduzione del Comitato Carlos Fonseca:
Fernando Silva, “Brasil: Un gobierno con los capitalistas” pubblicato il 01-12-2014 in La Haine, su [http://www.lahaine.org/mm_ss_mundo.php/brasil-un-gobierno-con-los] ultimo accesso 10-12-2014.

 

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