La nave da crociera del terrore. La giustizia si occupa della “schiavitù” nel mare.
Montevideo, 27 ottobre. La giustizia del lavoro di San Salvador, Bahia, ha iniziato a esaminare il caso degli 11 membri dell’equipaggio della nave da crociera MSC Magnifica, proprietà della compagnia italiana MSC Crociere. Gli 11 lavoratori erano stati tratti in salvo lo scorso 1 aprile dal Pubblico Ministero del Lavoro (MPT in portoghese), che li aveva trovati in condizioni di semi-schiavitù.
La loro “liberazione” è avvenuta durante una vasta operazione di controllo, realizzata dal MPT nei mesi di marzo e aprile scorso sulle navi delle cinque più importanti compagnie di crociera che operano in Brasile: MSC, Costa, Pullmantur, Ibero e Royal.
Relazioni preparate da consulenti fiscali accusano MSC Crociere di violare i più elementari diritti umani dei lavoratori, di ripetute violazioni contrattuali e di violare le convenzioni marittime internazionali.
MSC Crociere è la quarta compagnia di navigazione al mondo e la seconda in Europa. Fondata come Flotta Lauro Lines nel 1987, venne acquistata due anni dopo da Mediterranean Shipping Company e assunse il nome di Star Lauro Crociere.
Nel 1995, la compagnia cambiò nuovamente il nome, trasformandosi nell’attuale MSC Crociere. Ma non tutto è chiaro. Infatti, nonostante si definisca una compagnia “dallo spirito italiano”, tutte le sue navi sono registrate a Panama, battono una “bandiera di convenienza” e ha il domicilio fiscale in Svizzera.
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“La salute fisica e mentale dei membri dell’equipaggio era a rischio”, segnalano i rapporti, che citano anche il caso di una lavoratrice di un’altra delle navi da crociera, la MSC Armonia, morta nel 2012 come conseguenza delle pessime condizioni di lavoro a cui era sottoposta. I controlli evidenziarono che l’equipaggio era obbligato a svolgere interminabili giornate di lavoro – fino a 16 ore – ed era sottoposto a continue umiliazioni, pressioni, violenze psicologiche e molestie sessuali.
Lavoratori di MSC Magnifica denunciarono poi che la compagnia li aveva reclutati e obbligati a pagare 5.000 reais (circa 2.200 dollari) per potersi imbarcare.
“Ci troviamo di fronte a un’attività corporativa internazionale con un altissimo livello di profitto, derivante dalla tratta con fini di sfruttamento del lavoro di migliaia di giovani brasiliani e di altre nazionalità”, ha denunciato in un comunicato il Movimento per la Giustizia e Diritti Umani del Brasile.
Le organizzazioni sindacali del settore esigono al governo brasiliano di ratificare con urgenza la Convenzione internazionale sul lavoro marittimo (CLM 2006) dell’Organizzazione internazionale del lavoro. Circa diecimila lavoratori brasiliani s’imbarcano ogni anno e lavorano sulle navi da crociera.
Rel-UITA / LINyM
Daniel Gatti, “MSC Crociere e la violazione dei diritti umani” pubblicato il 27-10-2014 in Rel-UITA / LINyM, su [] ultimo accesso 27-10-2014. |