“Chiediamo ai popoli, alle organizzazioni, agli intellettuali, di sollecitare la riapparizione dei nostri compagni”


Adazahira Chávez

Foto: Cuartoscuro

Ad Ayotzinapa, come passano le ore aumenta la costernazione e non ci sono indizi di dove siano i 38 studenti della normale; danno la responsabilità delle esecuzioni extragiudiziarie e della scomparsa forzata degli studenti al sindaco di Iguala e al governatore del Guerrero. La loro responsabilità è molto chiara, dichiarano i normalisti.

Messico, Distretto Federale. “Non crediamo alle parole dei federali e dell’esercito” sulla ricerca dei 38 normalisti vittime di scomparsa forzata, afferma Carlos, del comitato studentesco della Normale di Ayotzinapa. “C’è una base dell’esercito a due chilometri da dove c’è stata la sparatoria, e non hanno fatto nulla per fermare i poliziotti. E fino ad oggi, non danno un solo dato su dove possano stare i compagni”, insiste lo studente, per cui chiede che qualsiasi informazione sia fatta giungere direttamente alla scuola.

Per i normalisti, l’attacco contro di loro è terrorismo di stato per intimidire le organizzazioni sociali; comunicano che il governo ricorre alla scomparsa selettiva di attivisti e ora, alle esecuzioni extragiudiziarie. In questo caso, “è più che evidente” la responsabilità del sindaco di Iguala (Guerrero) José Luis Abarca, avvisa lo studente della Normale Rurale Isidro Burgos. Il 30 settembre, dopo aver chiesto un congedo dal suo incarico per “facilitare” l’indagine, il politico perredista si è dato alla fuga. E a cinque giorni dall’attacco effettuato dalla polizia municipale e da un comando armato, non ci sono tracce dei giovani scomparsi né del loro stato di salute, anche se i testimoni hanno stabilito che almeno 15 sono stati portati via dalle forze dell’ordine su veicoli ufficiali. “Siamo molto preoccupati”, dice Carlos.

Gli studenti della normale sostengono che, nonostante i mezzi di comunicazione insistano a parlare di infiltrazione del crimine organizzato nelle forze dell’ordine, non hanno dato nessuna spiegazione che l’attacco provenga dalla delinquenza. E precisano il perché dichiarano responsabile anche il governatore, Ángel Aguirre Rivero: “lui copre l’impunità delle azioni che sono fatte contro i normalisti. Con questo appoggio, il sindaco di Iguala non ha ordinato il cessate il fuoco contro i nostri compagni”, dichiara Carlos.

Lo studente si lamenta che, per la terza volta in due anni, la Normale si mette in lutto per l’assassinio di studenti. E puntualizza che in questa occasione, come nelle precedenti, non c’è nessuna risposta dello stato, per cui è urgente il sostegno sociale.

Carlos chiede che qualsiasi informazione sugli scomparsi, sia fatta giungere direttamente agli studenti di Ayotzinapa. Di fronte al balletto delle cifre –il governo ha detto che ne ha trovati in vita 13, quando ciò che è avvenuto è stato un lavoro delle organizzazioni dei diritti umani per localizzare gli studenti e depurare le liste–, e comunica che l’informazione ufficiale sarà sulla pagina internet della scuola. E si rivolge ai cittadini del Guerrero: “Se li vedete, soccorrete i nostri compagni. Si tratta di vite umane”.

Nei mezzi di comunicazione è diventato pubblico l’argomento dei poliziotti arrestati per le esecuzioni extragiudiziarie: alcuni dichiarano di non aver sparato, e altri dicono che i normalisti li hanno attaccati con pietre e loro hanno risposto con il fuoco. Quelli di Ayotzinapa insistono: i giovani sono scesi dagli autobus per chiedere che li lasciassero passare, e i poliziotti hanno cominciato a sparargli. “I compagni erano indifesi, hanno gridato che gli permettessero di prendersi cura dei feriti, ma hanno continuato a sparargli”, sostiene Carlos. Che non rimangono dubbi, insiste: l’attacco lo hanno fatto i poliziotti municipali, gli stessi che si sono portati via gli arrestati che ora non riappaiono.

01-10.2014

Desinformémonos

Traduzione del Comitato Carlos Fonseca:
Adazahira Chávez, “Le pedimos a los pueblos, a las organizaciones, a los intelectuales, que demanden la aparición de nuestros compañeros” pubblicato il 01-10-2014 in Desinformémonos, su [http://desinformemonos.org/2014/10/le-pedimos-a-los-pueblos-a-las-organizaciones-a-los-intelectuales-que-demanden-la-aparicion-de-nuestros-companeros/] ultimo accesso 03-10-2014.

 

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