“Nonostante una perfezionata repressione le manifestazioni popolari continueranno”


Gabriel Brito e Paulo Silva Jr.

Intervista a Marina Mattar, del Comitato Popolare della Coppa.

La Coppa del mondo in Brasile si avvicina e, insieme a questa, aumenta di giorno in giorno un sentimento popolare di irritazione e contrarietà per l’evento. Niente che nel paese possa sorprendere in questo clima di popolarità del calcio, ma anche la realtà che circonda la Coppa è vista chiaramente dalla grande maggioranza.

“Qualche lascito positivo c’è sicuramente, è innegabile. Ma appena per le imprese costruttrici, per le polizie, che si stanno rafforzando e sono piene di risorse, per le imprese associate alla Coppa, per i municipi che faranno “Fan Fest” (programma di marketing della FIFA) e per tutti quelli che guadagnano con la speculazione immobiliare urbana. Ma certamente, non c’è un lascito per la popolazione, per i lavoratori, gli ambulanti, le persone che soffrono la mancanza della casa o che sono sulla strada”. È ciò che racconta al Correio da Cidadanía la giornalista e sociologa Marina Mattar, portavoce del Comitato Popolare della Coppa, in occasione del Giorno Internazionale delle Lotte Contro la Coppa di giovedì 15 maggio.

La giornalista racconta che, nonostante un notevole perfezionamento dei metodi di repressione polizieschi, il saldo del 15 maggio è stato abbastanza positivo. Ci sono state azioni decentralizzate, convocate dai Comitati Popolari della Coppa, non solo a San Paolo, ma nelle città di tutto il Brasile. Mattar crede, inoltre, che le proteste debbano continuare, anche se in modo ben differente da quelle del 2013, nonostante tutti i tentativi dei governi delle distinte sfere, municipali, statali e federale, “di spaventare le persone e scacciarle dalle strade”. Fino a quando “i media internazionali saranno tutti qui”.

In questa giornata di lotta il protagonismo del MTST (Movimento dei Lavoratori Senca Tetto) è stato messo in rilievo dalla giornalista (alla fine, sono stati già 250.000 gli sfollati a causa della Coppa), che ha fatto anche una veemente critica all’accusa a cui è sottoposto il Comitato Popolare della Coppa, di essere una linea ausiliaria della destra: “penso che la reazione dei governi, federale, statali e municipali, terminerà con nuocere a loro stessi. Principalmente al PT (Partito dei Lavoratori), la maggioranza dei suoi elettori, molto probabilmente, è abbastanza contraria alle azioni di grande repressione durante le manifestazioni dei movimenti sociali”. (Gabriel Brito e Paulo Silva Jr.)

Correio da Cidadania: Che puoi dirci della protesta attuata intorno alla convocazione del Giorno Internazionale di Lotta Contro la Coppa a San Paolo, di giovedì 15 maggio?

Marina Mattar: Bisogna rilevare che ci sono state azioni decentrate, non solo a San Paolo, ma in tutto il Brasile, convocate dai Comitati Popolari della Coppa, che ci sono in tutte le città-sede del Mondiale del 2014. Da dicembre dell’anno passato stavamo promovendo un giorno pieno di manifestazioni.

Credo che, nonostante la grande pressione della polizia qui a San Paolo, abbiamo avuto un saldo positivo. È stato un giorno fitto di manifestazioni, con il MTST ed altri movimenti della casa, che hanno aderito al giorno internazionale di lotta, oltre ai lavoratori della metro e ad altri collettivi di lavoratori.

L’azione è terminata in viale Paulista ed è stata molto grande. Credo che ci fossero circa 10 mila persone. Ma sfortunatamente, la manifestazione non ha potuto durare più di 15 minuti.

Correio da Cidadania: Perché la manifestazione è stata così spezzettata?

Marina Mattar: Fin dall’inizio, la polizia militare ha cercato varie volte di mettere fine all’azione. La “truppa ninja” (forza di scontro specializzata della polizia), era presente fin dall’inizio. Erano ai lati, hanno fatto una incursione in mezzo alla manifestazione e dopo alla testa del corteo. È stato molto simile a ciò che fecero nelle manifestazioni di febbraio. Non hanno avuto successo nel primo tentativo, ma dopo hanno attaccato con i gas lacrimogeni. Questo ha disperso il corteo e ci ha chiusi in via Consolação.

È stata una sensazione molto simile a quella del 13 giugno dell’anno passato, ma si è percepito che la polizia ha abbastanza perfezionato la repressione. Tutto in maniera più rapida, efficiente, e meno visibile agli occhi della stampa. Anche se la copertura mediatica è stata orribile.

Correio da Cidadania: Voi pensate che saranno messi in pratica nuovi strumenti repressivi? Questo può creare delle proteste della stessa dimensione di quelle viste l’anno passato?

Marina Mattar: Credo che le manifestazioni non si ripeteranno allo stesso modo dell’anno passato, ma nel 2014 e in questo periodo pre-Coppa già se ne sono fatte molte. Le persone si sentono molto ingiuriate dalla Coppa, è ciò che si percepisce. Alla prima azione (convocata dal Comitato Popolare della Coppa), c’è stata abbastanza gente. La tendenza è che continui così. Nonostante la repressione, le manifestazioni continueranno. Tutti i governi, municipale, statale e federale, cercheranno di spaventare le persone, scacciarle dalle strade, fino a quando la stampa internazionale è qui.

Correio da Cidadania: Voi avete accompagnato gli sgomberi delle comunità? Come è stato questo processo del quale, vediamo, è stato abbastanza protagonista il MTST?

Marina Mattar: Stimiamo che, a causa della Coppa, 250 mila persone siano state sgomberate o siano sotto minaccia di sgombero. Immaginiamo che la maggior parte sia già stata sgomberata. Significa che sono stati espulsi dalle loro case, senza nessun indennizzo, al massimo, gli hanno dato una borsa-affitto, un aiuto temporaneo e molto piccolo. A San Paolo sono 300 real mensili (140 dollari). Non paga nessun affitto.

Così, la casa è stata una delle prime cose ad essere stata colpita dalla Coppa. Oltre che dalla speculazione immobiliare. Ad Itaquera (zona est di San Paolo, nelle vicinanze del nuovo stadio Arena Corinthians), gli affitti salgono molto. Tanto che l’occupazione del MTST, chiamata Coppa del Popolo, si è rapidamente riempita di famiglie (più di 1.500) che abitano nella regione e che negli ultimi tempi avevano smesso di pagare l’affitto.

I movimenti della casa hanno sempre avuto un ruolo rilevante nelle mobilitazione della Coppa. A San Paolo, sono stati loro che hanno avuto l’idea di formare il Comitato Popolare della Coppa. E continuano ad avere un ruolo molto attivo ed importante.

Il MTST ha un calendario di lotte molto interessante. L’azione della settimana scorsa di occupare delle imprese costruttrici, è stata un’ottima idea, ha a che vedere con la messa in discussione della Coppa, sulla linea di “Coppa per chi?”, “opportunità per chi?”, “guadagni per chi?”. I senza tetto vanno in strada e si fanno valere, come è stato nel caso di questo 15 maggio.

Correio da Cidadania: Immagini uno scenario di maggior effervescenza, che la Coppa possa influire sulle elezioni, considerando le maggiori candidature, Dilma, Aécio e Campos? Credi che le attuali proteste possano influenzare lo scontro e perfino aprire uno spazio ad alcune sorprese?

Marina Mattar: Inevitabilmente le questioni sono in relazione. Così come il giugno del 2013 è in relazione con tutto questo. Su due aspetti. Primo: dall’inizio dell’anno vediamo una reazione dei settori legati al governo federale e al PT, nel senso che fanno dei discorsi contro le persone che criticano la Coppa, adducendo il fatto che così aiutiamo la destra a vincere le elezioni presidenziali. Oggi è un discorso molto presente, dobbiamo affrontarlo in ogni momento. Anche la destra fa dei discorsi contro la Coppa per cercare di attaccare il PT. Ciò che fa la differenza è come trattiamo la critica alla Coppa, il modo in cui poniamo la questione nelle strade. Penso che finora abbiamo avuto abbastanza successo, di modo che non è possibile che qualcuno dica che mobilitiamo una massa di manovra favorevole a settori della destra.

Nonostante ciò, penso che la reazione dei governi, federale, statali e municipali, finirà con il danneggiare loro stessi. Principalmente il PT, la maggioranza dei suoi elettori, molto probabilmente, è abbastanza contraria alle azioni repressive durante le manifestazioni dei movimenti sociali. Che sono queste dichiarazioni di Dilma contro le manifestazioni, che dice che “non cambieranno nulla, non rappresentano nulla”?

Pertanto, nonostante siano accusati di aiutare la destra a tornare al potere, vedo che ci sono settori del PT che aiutano questo, poiché non ascoltano i movimenti sociali. D’altra parte, i movimenti sociali, generalmente, collaborano con la messa in discussione che fanno. Oggi contro la Coppa, ma anche con altre richieste. E chiariscono molto bene su chi è al potere in Brasile. Non parlo dei governanti, ma delle imprese costruttrici, grandi imprese e attori che partecipano al gioco, che non erano palesi e che ora si fanno conoscere.

Correio da Cidadania: Ora che siamo alle porte della Coppa, con diverse opere che non saranno consegnate, quale è il lascito –termine utilizzato nella pubblicità dell’evento– che voi credete che ci sarà?

Marina Mattar: Certamente c’è un lascito positivo, è innegabile. Soprattutto per le imprese costruttrici, per le polizie che si stanno rafforzando e sono piene di risorse, per le imprese associate della Coppa, per i municipi che faranno “fan fest” e per tutti coloro che lucrano con la speculazione immobiliare urbana. Ma sicuramente non ci sarà un lascito per la popolazione, per i lavoratori ambulanti, per le persone che soffrono la mancanza della casa o sono sulla strada. È molto chiaro a chi gioverà la Coppa, per chi sono i nuovi stadi. Chi entrerà in questi, chi andrà a vedere il calcio?

In questo modo, il termine “per chi?” utilizzato ora dal Comitato, è molto buono. Già ci sono inchieste e studi che mostrano che molte delle affermazioni dei governi, che la Coppa comporterebbe un lascito per la mobilità urbana, tra le altre promesse, non si concretizzeranno. Le opere non sono state fatte e nelle città-sede non vedremo nessun cambiamento nella mobilità urbana.

Correio da Cidadania: Avremo un altro tipo di lascito, questo è, un salto qualitativo nella coscienza del popolo brasiliano, nel senso di aumentare la sua capacità di contestazione ai processi politici ed economici?

Marina Mattar: Credo di sì. Stiamo già vedendo ciò. Le persone non sembrano essere così entusiaste della Coppa, né di quella cosa del Brasile, paese della passione per il calcio. Non è stato questo il clima. Io credo che si tratti di un sentimento generalizzato.

Anche tra le persone che non sono in strada, ora c’è una generalizzata ed ampia sensazione di ingiustizia verso la Coppa, e questo si riflette nei sondaggi d’opinione sull’evento, che ha un indice di rifiuto molto alto. Riflette anche la (im)popolarità di alcuni politici che stavano facendo la pubblicità alla Coppa. È innegabile che la critica ai mega-eventi, principalmente al modo con cui sono stati portati avanti, già si ripercuote abbastanza sulla società.

26-05-2014

Correio da Cidadania

 

Traduzione di Ernesto Herrera – Correspondencia de Prensa

tratto da Rebelión

http://www.rebelion.org/noticia.php?id=185169

Traduzione del Comitato Carlos Fonseca:
Gabriel Brito y Paulo Silva Jr., “O brasileiro percebeu quais são seus direitos; o medo deixou de existirpubblicato il 26-05-2014 in Correio da Cidadania, su [http://www.correiocidadania.com.br/index.phpoption=com_content&view=article&id=9632:manchete220514&catid=34:manchete] ultimo accesso 28-05-2014.

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