Comunicato Congiunto dei Comandanti delle FARC–EP e dell’ELN.
La lunga esperienza di contatti e colloqui, avviati per effettuare delle azioni umanitarie o dei colloqui di pace tra governo ed insorti, insegna che il loro utilizzo da parte dello stato con lo scopo di compiere azioni di spionaggio od operazioni militari, non solo mina la fiducia sulla serietà dell’interlocutore, ma conduce al fracasso dei propositi perseguiti nei contatti e negli incontri.
Della storica attuazione di tali pratiche tocca citare due casi emblematici:
A partire dal mese di maggio dell’anno 2000, nell’area rurale di San Pablo, nel sud del dipartimento del Bolívar, ci furono dei contatti e delle riunioni tra rappresentanti dell’ELN, il governo nazionale e membri della comunità internazionale, allo scopo di iniziare delle conversazioni di pace. Nel marzo del 2001, l’Esercito Nazionale, in aperta alleanza con le bande paramilitari, dette inizio con grandi sbarchi di truppe alla cosidetta Operazione Bolívar, proprio nell’area di sicurezza scelta per detti incontri, anche mentre si stava facendo una riunione alla quale partecipavano, oltre al commissario di pace Camilo Gómez, gli ambasciatori di vari paesi amici.
D’altra parte, è un fatto che la similitudine dei protocolli di sicurezza, portati avanti in occasione delle liberazioni unilaterali di prigionieri di guerra da parte delle FARC-EP, è servita alla CIA e all’Esercito Nazionale per accumulare informazioni e preparare l’operazione che, utilizzando perfidamente gli emblemi della Croce Rossa Internazionale, tra gli altri, gli permise di presentare “Jaque” come una eroica azione di riscatto, quando si trattava invece di uno sporco affare di un pagamento per il tradimento, al quale presero parte sia il ministro della difesa dell’epoca sia lo stesso Presidente Uribe.
Il recente scandalo conosciuto come Andrómeda ha messo allo scoperto il fatto che questa vecchia pratica statale continua ad essere viva e attiva. Il pedinamento, la persicuzione e la messa nel mirino dei dirigenti dell’opposizione politica e degli stessi portavoce governativi al Tavolo dei Colloqui dell’Avana riuniscono tutti gli ingredienti, inclusa la presenza della CIA, per concludere che da parte degli uffici dello stato si stanno preparando operazioni contro il raggiungimento della pace e la democratizzazione del paese, vecchi desideri del nostro popolo che si cercano di ottenere al Tavolo dei Colloqui dell’Avana e con il riavvicinamento tra il governo nazionale e l’ELN.
Le manifestazioni di indignazione e ripudio, unite agli imperiosi solleciti di indagini disciplinari e giudiziarie che tutto il paese sta ascoltando nei media, risultano poco convincenti quando ci sono precedenti come l’assassinio del Comandante Alfonso Cano, proprio nel momento in cui il governo nazionale e le FARC-EP facevano le prime riunioni riservate con lo scopo di stabilire dei colloqui.
Al di là del mal dissimulato disprezzo per gli insorti che traspare in diverse dichiarazioni e interviste ufficiali, la pace e la riconciliazione sono per il popolo della Colombia dei beni inestimabili, che possono essere ignobilmente lasciati perdere se non abbandonano definitivamente la gestione delle azioni di spionaggio militare e poliziesco. Con ancor più ragione se, come si apprende dalle prime scuse pubbliche, queste operazioni coperte risultano attribuite a “ruote sciolte” che operano all’ombra delle istituzioni. Paramilitarismo governativo?
Montagne della Colombia, 7 febbraio 2014.
Per il Comando Centrale dell’ELN,
Nicolás Rodríguez Bautista.
Per il Segretariato Nazionale delle FARC-EP,
Timoleón Jiménez.
10 Febrero 2014
N.411 / Revista Insurrección
Traduzione del Comitato Carlos Fonseca: |
“¿Paramilitarismo oficial?” pubblicato il 10-02-2014 in Revista Insurrección, su [http://www.eln-voces.com/index.php/es/voces-del-eln/comunicados-entrevistas/805-comunicado-conjunto-de-los-comandantes-de-las-farc-ep-y-el-eln-paramilitarismo-oficial] ultimo accesso 13-02-2014. |