Inutile, costosa e controproducente


Alfredo Molano Bravo

I 15 di febbraio sono per me, per lo meno, sgraditi. Tempo fa, dopo aver vissuto disordinatamente durante le vacanze nei Llanos, in questo giorno dovevo tornare a scuola. Anni dopo, in questa data uccisero Camilo Torres.

Ora il Governo, ingarbugliando un documento sospetto, il prossimo 15 febbraio riprende le fumigazioni delle coltivazioni di coca. Gli aerei con le loro ali piene di roundup –erbicida prodotto dalla criminale Monsanto– e con le pance blindate per evitare che i piloti gringos si schiantino contro suolo con tutto l’aereo da diporto, torneranno a sollevarsi in volo nel Cauca, Putumayo, Norte de Santander, Antioquia, Chocó, Caquetá, Meta, Nariño e Guaviare. Mezzo paese bagnato dal veleno. Sono già 20 anni che fumigano e la coca continua così a resistere.

La strategia di fumigare per far salire i prezzi e abbassare il consumo è fallita. Sale il prezzo, ma non si abbassa il consumo, che significa che nel lungo periodo la fumigazione è una strategia per sostenere i prezzi e giustificare la guerra contro le Farc, per quotare in borsa le imprese contrattiste nordamericane che hanno l’incarico e, è chiaro, contribuire all’arricchimento della Monsanto.

“Negli ultimi 12 anni la Colombia –informa la Silla Vacía– ha asperso 1,5 milioni di ettari, una media di 128.000 ettari l’anno o di un ettaro ogni quattro minuti” … e nulla. Continuano ad esistere, verdi e lussureggianti, circa 50.000 ettari di coca. Con una aggravante: le pianticelle producono quattro raccolti invece di uno, l’alcaloide contenuto nella foglia è del 90% invece del 40% che avevano prima, e le tecniche di produzione sono molto più raffinate e redditizie. Non solo non sono riusciti a ridurre la produzione di cocaina, ma hanno fatto sì che le coltivazioni migrino da una regione all’altra e da un dipartimento all’altro, distruggendo la selva e lasciando spazio all’allevamento e alla palma africana.

La fumigazione delle coltivazioni illecite è la causa dello sfollamento contadino, perché oltre a far seccare le piante di coca, uccide le coltivazioni di mais, yucca, banane e di foraggio per le tre vacche che hanno. Gli aerei liberano il veleno ma, come nel caso dell’Ecuador, “cambia direzione per il vento” e cade non solo sulla coca. È un’arma che, come le trappole esplosive delle Farc, non discrimina, caratteristica che agli occhi del DIU (Diritto Internazionale Umanitario) le rende degli strumenti terroristi.

In effetti, nelle zone contadine la fumigazione causa terrore. È un fatto comprovato che colpisca la pelle di bambini e adulti e aumenti gli aborti. Ancor più criminale: è stato pienamente comprovato che “i tassi di mortalità infantile nei municipi fortemente irrorati sono più alti che in altri simili ma senza coltivazioni di coca” e che il tasso delle morti aumenta. Per queste ragioni, l’Ecuador ha denunciato la Colombia di fronte alla Corte dell’Aia. Era evidente che, per esempio, il veleno buttato nel fiume Mecaya arrivasse nel Lago Agrio. La Colombia ha riconosciuto le conseguenze, ha promesso di non tornare a danneggiare il vicino e ha pagato 15 milioni di dollari di compensazione, equivalenti al danno emerso. Obbligata, certamente, fatto che mostra come gli argomenti dell’Ecuador sarebbero accolti “scientificamente” dalla corte internazionale.

Correa si prepara a vigilare la frontiera. Bisogna aggiungere a tutto quanto sopra l’effetto politico che ha la guerra contro la droga nelle zone di coltivazione della coca e della mariuana: la gente si aggrappa alla guerriglia perché di fatto è la sua forza di difesa. I coloni bombardati con il veleno legittimano le azioni guerrigliere contro l’Esercito, che va dietro alla Polizia antidroga, che a sua volta va dietro ai contrattisti armati stranieri. Una catena vergognosa!

E la cosa peggiore: per niente. O meglio, per un qualche motivo: alimentare la guerra, il risentimento contadino, lo sfollamento delle popolazioni, l’avanzata della palma africana, la distruzione della selva. Quanto costa al paese questa ridicola strategia? Nessuno lo sa. E coloro che lo sanno mantengono il segreto, mentre negli stati di Washington e Colorado, in Uruguay e Portogallo si apre la strada al controllo attraverso la progressiva depenalizzazione.

Non è facile comprendere il fatto di stare negoziando all’Avana il problema delle coltivazioni illecite mentre nel paese il Governo aggrava la situazione fumigando a destra e manca l’economia possibile dei coloni e dei contadini. Nel frattempo, i gringos continuano a intromettersi in tutto quanto gli arriva a portata di mano.

03-02-2014

El Espectador

Traduzione del Comitato Carlos Fonseca:
Alfredo Molano Bravo, “Inútil, costosa y contraproducente pubblicato il 03-02-2014 in El Espectador, su [http://www.elespectador.com/opinion/inutil-costosa-y-contraproducente-columna-472306] ultimo accesso 05-02-2014.

 

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