Per la Riforma Agraria il 2013 è stato il peggiore anno


Luiz Felipe Albuquerque

Parla João Paulo Rodrigues, dirigente del MST.

L’anno 2013 non lascia nostalgie ai “senza terra” di tutto il paese. Riguardo alla lotta per la terra, il bilancio è positivo, giacché durante quasi tutto l’anno sono state portate a termine manifestazioni, cortei e occupazioni di terre e di edifici pubblici.

Ma per quanto riguarda la politica della riforma agraria, quasi nulla è stato fatto, e in molti casi il governo ha avuto l’audacia di andare indietro. Queste sono le opinioni di João Paulo Rodrigues, membro del coordinamento nazionale del MST, sulla politica agraria portata avanti dal governo federale durante l’anno 2013.

Come ha dichiarato Rodrigues, una cosa che con questo governo è sempre stata cattiva si è riusciti a peggiorarla ancora di più. “Fino ad ora, sono state insediate in tutto il paese solo 159 famiglie. È una vergogna. Non superano le 10, le proprietà espropriate dal governo di Dilma. Peggio dell’ultimo governo militare del generale Figueiredo, quando furono espropriate 152 proprietà”, dice.

A seguire l’intervista:

– Come valuta la lotta per la terra nel 2013, in un periodo di paralisi completa della Riforma Agraria?

– Nonostante sia stato un anno completamente negativo riguardo alla Riforma Agraria, i contadini continuano decisi nella lotta per la terra.

A marzo, per esempio, hanno stabilito per tre mesi un accampamento permanente a Brasilia, portando a termine continue lotte nella capitale federale, come cortei, occupazioni di ministeri e atti politici.

Nello stesso mese è stata portata avanti la giornata delle donne, quando più di 10.000 contadine si sono mobilitate per chiedere la sistemazione di 150.000 famiglie accampate in tutto il paese, hanno occupato terre, imprese di fertilizzanti ed edifici pubblici, hanno effettuato cortei e blocchi stradali.

Immediatamente dopo, nel mese di aprile, i “senza terra” hanno fatto un’altra giornata a carattere nazionale, con manifestazioni in 19 stati, oltre che nel Distretto Federale. Hanno di nuovo bloccato decine di strade, hanno occupato altre terre, edifici pubblici, municipi ed hanno fatto cortei e atti politici in tutto il paese.

A giugno e luglio, il Movimento si è unito alle manifestazioni che hanno occupato le strade delle principali città del paese e hanno interrotto varie strade. In questa ondata, la “gioventù senza terra” ha organizzato agli inizi del mese di agosto delle giornate di lotta. Alla fine di questo mese, tutto il Movimento ha effettuato, insieme alle centrali sindacali, una manifestazione nazionale, scioperi e paralisi delle città, mentre in campagna bloccavamo le strade.

Ad ottobre, più di 12 stati si sono mobilitati intorno alla Giornata Unitaria per la Sovranità Alimentare, e una volta di più, la popolazione rurale ha promosso cortei, occupazioni di terre e di edifici pubblici. In questo stesso mese, nel campo i bambini senza terra si sono uniti alla lotta mettendo in evidenza la necessità della Riforma Agraria, occupando i ministeri e gli uffici statali.

Tutto questo solo per parlare delle lotte a carattere nazionale, senza contare le lotte regionali negli stati. Ossia, dire che in campagna non ci siano più lotte è una grande menzogna.

– E dove entra la questione della riforma agraria?

– È qui che sta il grande problema con un saldo molto negativo. Questo è il peggiore anno della Riforma Agraria. Il governo della Rousseff, che è sempre stato pessimo su questa materia, potrebbe peggiorare. Fino ad ora, sono state insediate in tutto il paese solo 159 famiglie. È una vergogna.

Non superano le 10, le proprietà espropriate dal governo di Dilma. Peggio dell’ultimo governo militare del generale Figueiredo, quando furono espropriate 152 proprietà.

Un altro problema grave è che il governo federale sta facendo appello alla “emancipazione degli insediamenti”, consegnando il titolo dei lotti agli insediati. In pratica, questo serve a che lo stato smetta di avere delle responsabilità nei confronti delle famiglie. Ma la cosa peggiore è che questa politica creerà una controriforma agraria, giacché i grandi proprietari terrieri passeranno a fare pressione sugli insediati affinché vendano i loro lotti, mettendo tutto in discesa e aumentando ancor di più nel paese la concentrazione della terra.

– E a cosa si deve questa difficoltà di avanzare con la Riforma Agraria?

– Possiamo citare due grandi questioni cruciali. La prima è il fatto che il governo è stato preso come ostaggio dal Settore Rurale, il maggiore del Congresso Nazionale. Sono 162 deputati e 11 senatori, senza contare la legione di adepti dell’ultima ora.

Solo per avere una dimensione del problema, per quanto sia assurda l’agenda di questo settore, sta cercando di uscire vincitore su tutto, incluso nelle proposte incostituzionali.

Possiamo menzionare dal totale strangolamento del Codice Forestale, passando per la modifica della legge sul lavoro schiavo, all’arretramento nella legislazione relativa alla demarcazione delle terre indigene, alla creazione di una commissione speciale per liberalizzare con maggiore facilità nuovi prodotti tossici per l’agricoltura – ignorando il lavoro di valutazione ANVISA e IBAMA – e la liberalizzazione di nuove colture transgeniche.

Nessuna di queste proposte è nell’interesse della società brasiliana. Tutte rispondono esclusivamente agli interessi privati di questo settore che stanno uscendo vittoriosi. Il Settore Rurale è un cancro del popolo brasiliano.

L’altra questione è l’illusione del governo riguardo all’agro-negozio. Le principali esportazioni di prodotti basici promossi da questo settore permettono al governo di mantenere la politica di sistematica creazione di surplus primario, che garantisce la destinazione delle risorse di bilancio per il settore finanziario, come i pagamenti degli interessi e il servizio del debito, che è deplorevole.

Ma allo stesso tempo ha prodotto alcune delle politiche pubbliche per l’agricoltura familiare e contadina.

In primo luogo, è molto importante tenere conto che tutte le politiche pubbliche sono conquiste delle lotte dei movimenti sociali. Abbiamo lottato per garantire l’acquisto di alimenti e abbiamo conquistato il Programma Nazionale di Alimentazione Scolare (PNAE) e il Programma di Acquisto di Alimenti (PAA). Abbiamo lottato per l’educazione in campagna e abbiamo conquistato il Programma di Educazione Nazionale della Riforma Agraria (Pronera).

Abbiamo lottato per l’agro-industrializzazione della nostra produzione, e abbiamo conquistato il Programma Terra Forte. Abbiamo lottato per un altro modello di agricoltura, e abbiamo conquistato il Piano Nazionale di Agroecologia e Produzione Organica – Brasile Agroecologico. Questo solo per segnalare alcuni esempi.

Nonostante ciò, consideriamo che, sebbene queste misure siano importanti, hanno anche i loro limiti. Sono molto sproporzionate in comparazione agli investimenti nell’agro-negozio. Per avere un’idea, il Piano Raccolto 2013/2014 dell’agricoltura familiare rappresenta poco più del 20% rispetto a quanto viene destinato all’agro-negozio.

Inoltre, oggi contiamo su queste politiche, ma nulla ci garantisce che domani potremo contrare su queste. Un semplice cambio di governo, per esempio, può mettere fine a tutte le nostre conquiste.

– Che è necessario fare allora?

– È necessario dare la priorità all’agricoltura familiare e contadina, e non trattarla come qualcosa di secondario. Il governo deve intendere che l’unica soluzione alla povertà è una estesa Riforma Agraria, creando migliaia di posti di lavoro in campagna. Se questa non è portata a termine, ci sarà una smisurata crescita dei principali centri urbani e dei quartieri poveri nei sobborghi periferici delle grandi città.

Ossia, cambiare la logica e la struttura della produzione agricola in Brasile. La FAO stessa ha riconosciuto che l’unica via d’uscita dalla crisi ambientale e per una garanzia della sovranità alimentare è l’agricoltura familiare. Chi ha detto questo è stato José Graziano, direttore della FAO. Le cose stanno così, il 2014 è stato dichiarato dall’ONU come l’Anno Internazionale dell’Agricoltura Familiare.

– Ma perché i due modelli di agricoltura non possono essere conciliati?

– Sono modelli che contrastano nella loro logica ed essenza. L’avidità dell’agro-negozio, con le sue gigantesche risorse economiche, impedisce ogni altro tipo di agricoltura, cercherà sempre di incorporare la terra dei contadini e le risorse naturali al suo modello di produzione di “commodities”.

Per avere un’idea, negli ultimi due decenni più di 6 milioni di persone sono state espulse dal campo brasiliano dall’agro-negozio. E dove sono andate? Nei quartieri poveri dei centri urbani. L’agro-negozio non crea lavoro, giacché in campagna più del 70% della mano d’opera appartiene all’agricoltura familiare, e si appropria delle piccole e medie proprietà agricole, giacché la concentrazione della terra in Brasile continua ad aumentare anno dopo anno.

Nell’ambito della produzione degli alimenti basilari della popolazione brasiliana, la situazione è ugualmente molto grave. Da 1990 al 2011, le superfici piantate con alimenti basilari come il riso, i fagioli, la yuca e il grano sono diminuite dal 20% al 35%, mentre i prodotti nobili dell’agro-negozio, come la canna da zucchero e la soia, sono aumentati del 122% e del 107%. E tutto orientato verso l’esportazione. Dovremo importare riso e fagioli dalla Cina. Questo è allarmante.

– A febbraio del 2014, il MST realizzerà il suo 6 º Congresso Nazionale. Che vuole il Movimento con questa attività?

– Nell’evento consolideremo la nostra proposta intorno alla Riforma Agraria Popolare. Ora più che mai, la Riforma Agraria è urgente e necessaria. Nonostante ciò, è una Riforma Agraria di nuovo tipo, che noi chiamiamo popolare.

Proponiamo che la riforma agraria non sia più solo una politica nazionale per la popolazione rurale. Questa è urgente e necessaria per tutta la società nel suo insieme.

Se vogliamo mangiare un alimento pieno di veleno che ci provocherà il cancro, se vogliamo coltivare una produzione che distrugge l’ambiente e contribuisce alla crisi climatica, che espelle i contadini dal campo aumentando la popolazione povera delle grandi città, allora, di fatto, la Riforma Agraria non è necessaria.

Ma se, per esempio, vogliamo un modello produttivo che concili la produzione con la tutela dell’ambiente, che il popolo brasiliano abbia alimenti sani e senza pesticidi, che la miseria e la povertà smettano di esistere nel nostro paese, allora la riforma è più necessaria che mai ora.

Pertanto, dobbiamo dimostrare la sua importanza per la società, affinché l’insieme della classe operaia aiuti alla realizzazione della Riforma Agraria Popolare, che sarà possibile solo con una ampia riforma del sistema politico.

– E per il prossimo periodo quali sono le prospettive della lotta?

– In quest’ultimo periodo, costruiamo e ampliamo l’unità di tutti i movimenti sociali del campo, con gli occhi posti su un programma agrario che interessi realmente il popolo brasiliano. E questo tende a rafforzarsi sempre più.

Insieme a questo, aumentano le prove delle contraddizioni del modello dell’agro-negozio, come la distruzione dell’ambiente, l’uso massiccio di pesticidi e l’insicurezza dei prezzi degli alimenti.

Oltre a questo, come risultato delle grandi lotte dell’anno 2013, le organizzazioni sociali hanno organizzato il Plebiscito Popolare per una profonda riforma politica nel 2014, che permetterà di cambiare radicalmente l’attuale panorama. (Traduzione: ALAI)

– Luiz Felipe Albuquerque, dalla pagina del MST – http://www.mst.org.br/node/15571

07-01-2014

Alai

Traduzione del Comitato Carlos Fonseca:
Luiz Felipe Albuquerque, “2013 fue el peor año para la Reforma Agraria” pubblicato il 07-01-2014 in Alai, su [http://www.alainet.org/active/70217] ultimo accesso 09-01-2014.

 

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