Non ha votato il 58% degli elettori.
Al di là delle differenze e tensioni che potrebbe creare il trionfo più che prevedibile di Michelle Bachelet, la cosa certa è che la sua candidatura e il suo futuro mandato provocano un ampio consenso dentro e fuori del Cile. Dai settori imprenditoriali nazionali ed internazionali, fino alla sinistra tradizionale, inclusi i comunisti, è stato appoggiato un programma di governo che punta a riforme di media intensità in ambito educativo, tributario e costituzionale.
In questa seconda tornata elettorale, la trionfatrice è Michelle Bachelet, la sua figura e il suo programma. Quasi come in una profezia auto compiuta, l’ex presidentessa è andata riaffermando la propria leadership su ampi settori della cittadinanza, sedotti dalle sue “qualità accomodanti” che contrastano con l’atteggiamento tecnocratico della candidata della destra, l’ex ministra signora Evelyn Matthei. Ha trionfato la simpatia della Bachelet, fuori da ogni dubbio, ma ha trionfato anche la promessa di riforme democratiche che il paese anela. Ma in Cile le mobilitazioni sociali degli ultimi anni stanno segnando una nuova situazione politica che chiedono più che empatia cittadina.
Il trionfo di Michelle Bachelet non ha sorpreso nessuno, ma ha confermato ancor di più ciò che molti speravano. In ambito politico il suo ritorno alla Moneda prospetta una serie di domande circa la profondità delle riforme promesse. Tali riforme sono viste come minacce dai settori più conservatori, mentre dalla sinistra di Nuova Maggioranza sono concepite come insufficienti. Una delle sfide del futuro governo della Bachelet sarà, sicuramente, di mantenere gli equilibri politici per andare avanti con la propria proposta di programma, mantenendo al medesimo tempo un dialogo con i movimenti sociali.
Sul piano internazionale, non è nemmeno facile per Michelle Bachelet. A livello globale il clima economico presenta alcuni nuvoloni che presagiscono una diminuzione della crescita economica durante il prossimo anno. A questo si aggiunge l’imminente sentenza del Tribunale de L’Aja sui confini marittimi con il vicino Perù e una denuncia in corso presentata dal governo di Evo Morales. La sua presenza al governo è un segno incoraggiante per migliorare le relazioni con i vicini e rivitalizzare legami più forti con alcuni governi regionali come l’Ecuador, il Brasile e il Venezuela di Maduro. Non dimentichiamo che la signora Bachelet viene ora circondata da un’aureola di prestigio mondiale dopo aver occupato la più alta carica dell’ONU Donne.
In questo momento di trionfi per Michelle Bachelet, una maggioranza di cileni ha confidato in lei per dirigere il paese nei prossimi quattro anni, dando allo stesso tempo poche settimane fa una maggioranza parlamentare alla sua coalizione. Dopo quattro anni di un governo pragmatico di destra che non è riuscito a sedurre le maggioranze, c’è una svolta verso il centro sinistra. Una nuova coalizione di governo, Nuova Maggioranza, vuole lasciasi indietro il ricordo della cosiddetta Concertazione, un ricordo agrodolce di venti anni di riforme deboli, troppo deboli e di un clima di corruttele scandaloso, troppo scandaloso.
Álvaro Cuadra è ricercatore e docente della Scuola Latinoamericana di Dottorato. ELAP. Università ARCIS, Cile.
ALAI, América Latina en Movimiento
15-12-2013
Traduzione del Comitato Carlos Fonseca: |
Álvaro Cuadra, “El Triunfo de Michelle Bachelet” pubblicato il 15-12-2013 in ALAI, América Latina en Movimiento, su [http://www.alainet.org/active/69823] ultimo accesso 16-12-2013. |