Colombia: Lo sciopero agrario nel Huila si radicalizza


Horacio Duque

Cresce il pubblico della storica mobilitazione nazionale agraria. Che Santos rinunci, è la parola d’ordine che si diffonde tra la moltitudine indignata.

Il dipartimento del Huila è una regione chiave del sud occidente colombiano. Nel suo territorio vivono più di un milione e mezzo di persone, distribuite in 37 municipi tra i quali spiccano Neiva, la capitale, Pitalito, Garzón, Gigante, Algeciras e Campoalegre. La sua economia è fondamentalmente agricola. Il peso della popolazione contadina è grande.

Durante lo sciopero cafetero del primo semestre, la belligeranza popolare fu notevole nel centro cafetero di Pitalito, obbligando il governo a cedere di fronte alle loro richieste.

A seguito dello sciopero agrario in corso le cricche oligarchiche hanno sviluppato una sporca campagna per separare i contadini huilensi dalla protesta nazionale. Nonostante ciò, la cosa è andata al contrario. Gradualmente i lavoratori agricoli hanno marciato concentrandosi in luoghi strategici per rendere visibile la loro ribellione e le loro rivendicazioni fondamentali.

Con la guida dell’Associazione dei Lavoratori del Campo del Huila – ATCH, migliaia di contadini si riuniscono in vari punti del dipartimento e fanno azioni collettive di rilevanza politica.

Nel crocevia di Algeciras e Campoalegre si concentrano 9500 contadini provenienti dal Huila e dal Caquetá; nel punto “El Pescador”, situato lungo la via che collega Hobo con Garzón si trovano riuniti 800 lavoratori agricoli; a Tello, 4500 contadini provenienti da Baraya e Villavieja; nella frazione “Chontaduro” di Palermo, 900 contadini e indigeni e, per finire, tra il chilometro 7 e il chilometro 9 della via che collega la capitale huilense con Vegalarga, i concentramenti sono di 1500 persone.

Da un’altra parte, i contadini provenienti dai municipi e dalle frazioni dei dintorni della capitale huilense, oggi martedì 27 agosto alle 10.00, hanno fatto un corteo lungo le strade di Neiva chiedendo soluzioni alle costanti perdite di produzione nel campo e spazi diretti di dialogo con il Governatore del Huila e con il Presidente della Repubblica.

Al riguardo, Jaime Cuéllar1, presidente della Associazione delle Giunte di Baraya, ha assicurato che attualmente non è redditizio coltivare. “È un affare migliore vendere caffè nel paese. Nel campo uno dedica molto tempo e lavoro che non viene retribuito. Per questo siamo venuti a manifestare. A noi non ci obbliga la guerriglia ma la stessa miseria e il governo nazionale che non si cura di noi. Sfortunatamente coloro che controllano l’informazione si inventano qualsiasi racconto per seganlarci e screditare questa protesta, ma noi siamo qui perché abbiamo necessità di aiuto, ha dichiarato Cuellar.

 Noi siamo venuti pacificamente. Questo è l’unico modo che abbiamo per esprimerci. Non siamo impiegati di imprese, non blocchiamo nessuna fabbrica, ci rimane solo scendere nelle strade. Questo è ciò che le persone delle città non comprendono, né i grandi commercianti, ha puntualizzato.

Inoltre, il dirigente agrario ha criticato la corruzione statale e i pochi investimenti nel settore agropastorale. I soldi dei colombiani stanno rimanendo nelle mani di pochi, dei grandi capitalisti. Se le nostre condizioni fossero buone non avremmo nulla da fare qui, ma non abbiamo le cose più elementari: casa, sanità né educazione. In regime sussidiato l’unica cosa che ci prescrivono è Ibuprofeno, Amoxicilina o Diclofenaco. Per la diagnosi di una malattia per prima cosa uno è sottoposto a formalità e ritardi e alla fine non è ucciso dalla malattia ma dalla mancanza di cure”, ha dichiarato.

Robinson Cubillos2, contadino di Baraya ha dichiarato che “semina caffè, yuca e platano, ma che in questo momento non è redditizio il lavoro nei campi. È necessario molto sacrificio. Per tirar fuori qualcosa da una piccola coltivazione abbiamo bisogno di diserbare, concimare e fumigare, ma i fertilizzanti sono molto costosi. Per produrre un carico di caffè dobbiamo lasciarlo nella serra minimo per 60 giorni. Dopo lo trapiantiamo da quattro a cinque mesi e successivamente, per un anno e mezzo, dobbiamo fertilizzarlo ogni quattro mesi per vedere le prime drupe di caffè, ha affermato.

Giornalmente una piccola coltivazione richiede lavoro quotidiano, fertilizzanti, fumigazioni e noi non recuperiamo ciò che investiamo con ciò che produciamo. Prima uno smette le incombenze nel campo di caffè perché non dà qualcosa. Per questo siamo qui. Non abbiamo soluzioni per competere con il TLC, né risorse umane per migliorare l’agricoltura, né sussidi dello stato per lavorare. Non ci sono servizi medici e i nostri figli non hanno accesso all’educazione. Vogliamo che loro si istruiscano, ha affermato.

Noi chiediamo al governo nazionale che invece di investire tanto nella guerra, investa nel campo colombiano. Noi siamo qui volontariamente, al cento per cento, senza pressioni di nessuno. È una menzogna che ci stiano obbligando. Questa disinformazione è una strategia dello stato per portarci in tribunale, per ostacolarci, ha ripetuto.

Noi siamo persone pacifiche ma ci siamo sbagliati ad eleggere delle persone equivoche come i nostri governanti perché loro non mantengono mai le promesse. Per questo siamo qui e perché vogliamo che ci spieghino in cosa stanno investendo le risorse pubbliche, perché non stanno arrivando al popolo, vogliamo che si indaghino fino alle ultime conseguenze tutti gli atti di corruzione”, ha puntualizzato.

Sono parole che smentiscono la retorica governativa del signor Santos e dei suoi Ministri incompetenti.

I contadini che si trovano riuniti nei differenti punti del dipartimento ieri hanno ricevuto l’appoggio di altri lavoratori agricoli che sono venuti con la ferma intenzione di marciare fino alla città di Neiva.

Nel dipartimento del Huila lo sciopero agrario si organizza e radicalizza e richiede l’appoggio di tutti i colombiani. Cresce il pubblico della storica mobilitazione agraria nazionale.

Che Santos rinunci, è la parola d’ordine che si diffonde tra la moltitudine indignata.

Note

1. http://www.lanacion.com.co/index.php/noticias-regional/huila/item/221600-tension-en-el-huila-por-paro-agrario.

2. http://www.lanacion.com.co/index.php/noticias-judicial/item/221626-bloqueada-via-al-sur-del-huila

28/8/2013

La Haine

Traduzione del Comitato Carlos Fonseca:
Horacio Duque, “Colombia: Paro agrario en el Huila se radicaliza” pubblicato il 28-08-2013 in La Haine, su [http://www.lahaine.org/index.php?p=71309] ultimo accesso 29-08-2013.

 

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