Taraza, un altro massacro in Antioquia


Horacio Duque Giraldo

Un indigeno embera, del villaggio di El Rayo, nel municipio antiochegno di Taraza, ha denunciato un massacro nel quale hanno perso la vita 7 persone, tra le quali cinque minori, membri delle comunità indigene della zona. Lì ci sono gruppi discendenti dei Yamesí, Nutabe e Chami, che per 500 anni sono stati sterminati dal colonialismo e dallo sfruttamento capitalista.

Taraza è un municipio di Antioquia, con quasi 50 mila abitanti, situato nel Bajo Cauca antiochegno, una sub-regione ampiamente militarizzata e con presenza del neoparamilitarismo delle Bacrim, tra i quali si distinguono gli Urabeños con più di 6000 membri, la gran maggioranza dei quali membri veterani della polizia e dell’Esercito.

In Antioquia i massacri sono molto frequenti. Recentemente sono accaduti in altri luoghi come Santa Rosa de Osos, Remedios, Amalfi, San Jose del Nus, Cisneros, San Roque, le Comunas 13-4-8 di Medellin e Chigorodo.

Gli stessi che rimangono nell’impunità a causa della negligenza e della corruzione delle autorità di polizia e giudiziarie.

Queste stragi sono compiute da gruppi armati che agiscono con la complicità degli apparati ufficiali che probabilmente hanno il legittimo monopolio della violenza.

L’indigeno che ha denunciato gli omicidi ha detto che le vittime del villaggio di El Rayo sono Celestino Cerlico Gonzalez, Margarita Ogani, adulti, due bambine di 11 anni, un bambino di 4 anni e due minori di 3 anni.

Come sempre, i capi militari e della polizia, con il Segretario di Governo dipartimentale, se ne sono usciti respingendo questo fatto per neutralizzare il suo impatto in ambito nazionale e internazionale. Vogliono occultare il fatto mettendo in dubbio la versione del contadino. È il vecchio stratagemma delle cortine di fumo per lasciare tutto sotto silenzio affinché prevalga la paura tra le comunità rurali povere.

Questo massacro è la prova che in Colombia continua la violenza dei gruppi oligarchici locali e regionali contro gli indigeni e i contadini poveri, con i quali si fa della volgare demagogia utilizzando delle false leggi di restituzione delle terre e di riparazione delle vittime, che sono state un perfetto fracasso.

Ciò che vogliono nascondere gli ufficiali militari e della polizia, i burocrati di Medellin e il governo centrale, come il Ministro Pinzón, è che l’ “Esercito antirestituzione” e le Bacrim, che non sono altro che il paramilitarismo rinnovato, operano a tutto vapore per mantenere il saccheggio dei beni della popolazione rurale più povera.

E parlano di pace. Di una pace con la sconfitta della resistenza contadina rivoluzionaria che è precisamente sorta contro questa violenza sistemica delle classi potenti che da più di 200 anni controllano a loro piacimento i governi a tutti i livelli.

Vogliono la pace dei vinti, della resa e della consegna. E la vogliono in tutta fretta per le difficoltà elettorali in cui si trovano.

Pretendono che la loro “cultura” elettorale e di corruzione la assimilino i combattenti rivoluzionari che si reintegrano nelle infrastrutture politiche di una pseudo democrazia che è più un liberalismo di esclusione e subordinazione dei gruppi popolari agli inveterati padroni del potere.

Per questo vogliono la “pace espressa”.

07-05-2013

Rebelión

Traduzione del Comitato Carlos Fonseca da:
Horacio Duque Giraldo, “Taraza, otra masacre en Antioquiapubblicato il 07-05-2013 in Rebelión, su [http://www.rebelion.org/noticia.php?id=167802&titular=taraza-otra-masacre-en-antioquia-] ultimo accesso 10-05-2013.

 

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