Questo 2013: calda estate nel nord del Perù


  Carlos Monge

Nel caso in cui non stessimo parlando del clima né lanciando una campagna promozionale per hotel nelle belle –e perfino meglio curate– spiagge della nostra costa nord, stiamo parlando dei conflitti sociali riguardanti le miniere in regioni come Lambayeque e Cajamarca.

Fino alla fine del 2012, la situazione sembrava più o meno calma. A Lambayeque, dipartimento con nessuna attività petrolifera e quasi nessuna attività mineraria, non c’era esperienza di questo tipo di conflitti che abbondano lungo tutto il paese. Mentre a Cajamarca, da quando a metà dell’anno passato il Presidente dell’Impresa Newmont, in visita in Perù, e il recente debuttante Premier Juan Jiménez coincidevano nell’annunciare la sospensione del progetto Conga e di limitarsi ad andare avanti solo con le opere idriche offerte alla popolazione, fino a quando non fossero migliorate le condizioni per portarlo avanti.

Chiaramente a Cajamarca tutto il mondo sapeva e sa che questa è una grande menzogna, poiché queste opere idriche sono una parte vitale del progetto, che è sempre stato ideato per cominciare precisamente con quelle. Ossia, questa della sospensione là nessuno se l’è bevuta e la resistenza ha continuato con veglie nelle lagune e altre attività meno vistose.

Ma il conflitto, in ogni modo, sembrava esser calato e a Lambayeque non c’erano visibili segnali di cattivo tempo. Nonostante le dichiarazioni del Ministro Jorge Merino ai primi di gennaio, che quest’anno i progetti Conga e Tía María (a Tambo, Arequipa, paralizzato alla fine del 2010 dalla popolazione con il costo di morti e feriti) sarebbero andati avanti in ogni modo.

Queste dichiarazioni hanno suscitato allarme e i dirigenti delle ronde hanno reagito di fronte a questo che interpretano come una provocazione. In risposta, in una recente riunione del Comando Unitario di Lotta si è deciso di convocare una consultazione popolare nelle provincie di Celendin e Hualgayoy. E questo fine mese si riuniranno le organizzazioni sociali della provincia della Cajamarca per vedere se si uniranno alla suddetta consultazione.

Vediamo che intorno a Conga la faccenda si sta nuovamente infiammando. Ma, non si tratta solo di Conga. Nei giorni precedenti, due altre notizie relative alle miniere hanno colpito la Cajamarca, e in questa occasione soprattutto la popolazione urbana.

Da una parte, il quotidiano El Comercio di Lima raccoglie le denunce delle autorità del Distretto di Baños del Inca, nella provincia della Cajamarca, su come le operazioni dell’impresa Yanacocha nei progetti Carachucho e Chaquicocha attentino contro la riserva d’acqua della Shacsha, non rispettino le aree protette dichiarate tali con una Ordinanza Municipale fin dal 2006, e minaccino di seccare le fonti d’acqua che  approvvigionano i Baños del Inca. La popolazione e le autorità locali del distretto si sono indignate ed hanno annunciato la loro opposizione a questo progetto mentre nella città di Cajamarca in genere si teme un danno irreparabile ad uno dei simboli della città e ad uno dei patrimoni turistici più importanti della regione.

 Allo stesso tempo, una indagine giornalistica di Ideele Reporteros rivela le pressioni della stessa impresa Yanacocha sull’Autorità Nazionale dell’Acqua per ottenere il parere favorevole su due ampliamenti delle sue attività, questa volta giusto lungo le rive del Río Grande a 18 km dalla città di Cajamarca. Il problema è che –secondo documenti ufficiali– la Yanacocha ha solo rimosso 13 delle 17 osservazioni che l’Autorità Nazionale dell’Acqua (ANA) aveva fatto sullo Studio di Impatto Ambientale (EIA) presentato dall’impresa per questo nuovo lavoro. Il punto centrale è che la Yanacocha vuole scaricare nel Río Grande (che fornisce la maggior parte dell’acqua che si consuma nella città di Cajamarca) acque trattate di Qualità Ambientale 3, che sono idonee solo al consumo del bestiame e alle coltivazioni d’alto fusto, ma non per la gente. In questa proposta contenuta nel suo EIA, la Yanacocha ignora che fin dall’anno 2008 la legislazione sulla materia proibisce di scaricare nei corsi d’acqua per il consumo umano acque trattate che siano di Qualità Ambientale 3 e cerca di avvalersi di norme successive che per adeguarsi davano ad attività già in corso –non a nuove attività come questa– una scadenza fino al 2014. Ancor peggio, le sue proposte dicono che terminerà l’adeguamento nel 2018, data in cui le attività in questi nuovi lavori saranno già terminate!

Di nuovo la popolazione urbana di Cajamarca si sente minacciata da una attività mineraria sull’alveo del Río Grande che la rifornisce d’acqua e che il Ministro Merino vuole portare avanti contro l’opinione delle autorità dell’ANA.

Ho l’impressione che in questa occasione nella Cajamarca si organizzerà un’ampia mobilitazione rurale nelle province di Celendín e Hualgayoc per portare avanti la consultazione su Conga mentre la città si può muovere contro queste due nuove iniziative della Yanacocha, così come si è mossa negli anni passati –con successo– per bloccare l’ingresso della Yanacocha al Cerro Quilish, riserva d’acqua della città.

E mentre la temperatura si alzava a Cajamarca, a Lambayeque è scoppiato il conflitto tra la Comunità di San Juan de Kañaris e l’impresa mineraria canadese Candente Cooper, sul progetto Cañariaco.

A questo livello della partita, si tratta di un copione già visto: l’impresa ottiene una concessione della quale le popolazioni e le autorità locali non sanno nulla; prepara e presenta e ottiene l’approvazione di un Certificato Ambientale per iniziare le attività di esplorazione che includono una consultazione comunale con 700 voti a favore; ottiene il nullaosta del Ministero dell’Energia e Miniere (quando no!) e inizia le attività di esplorazione.

Ma la comunità fa la sua consultazione, partecipa il doppio della gente e registra un voto pesantemente contrario al progetto, e inizia a protestare con mobilitazioni che circondano l’impresa e blocchi delle strade. C’è uno scontro con la polizia, voci di morti che felicemente non risultano essere certi, ma con un doloroso saldo di feriti gravi. Si stabiliscono Tavoli di Dialogo ma non c’è accordo, la popolazione locale chiede che si tocchi il tema Cañariaco e si tiri fuori dalla zona la Candente Cooper per poter inziare a dialogare sullo sviluppo del distretto.

In questo caso il tema diventa complesso perché il quotidiano El Comercio di Lima, insospettabile di posizioni antiminerarie, denuncia che la procedura seguita per approvare la “consultazione” fatta dall’impresa è stata irregolare, mentre la Difesa del Popolo ricorda al governo che San Juan de Kañaris è un paese indigeno e che, pertanto, è necessario applicare la nuova Legge sulla Consultazione.

Quest’anno non ci sarà il Fenomeno del Niño, ma di fatto già siamo –nel Nord– in una calda estate.

* Carlos Monge, dirigente del Movimento Terra y Libertà.

15-02-2013

Rebelión

Traduzione del Comitato Carlos Fonseca da:
Carlos Monge, “Este 2013: verano caliente en el norte del Perúpubblicato il 15-02-2013 in Rebelión, su [http://www.rebelion.org/noticia.php?id=163871] ultimo accesso 18-02-2013.

 

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