I Pehuenche dell’Alto Biobio non accettano altre dighe nel loro territorio


Rappresentanti di organizzazioni e comunità pehuenche del comune dell’Alto Biobio si sono dichiarati in stato d’allarme per le nuove minacce di costruzione di progetti idroelettrici che imprese private vogliono fare sul loro territorio. Così hanno manifestato in un Xawun (riunione) effettuato lo scorso mercoledì 9 gennaio nella Scuola di Cauñicú, luogo dove sono stati convocati lonki, dirigenti delle comunità, leader giovanili, professionisti del municipio locale e delle organizzazioni per i diritti umani.

Il Lonko della comunità di Cauñicú, Marcelino Queipil, ha denunciato l’intenzione di installare due minicentrali nella sua comunità, per cui sarebbero totalmente danneggiati, aldilà della loro grandezza. “Anche se sono piccole, ci danneggiano ugualmente, perché qui abbiamo la nostra ricchezza, come le acque e la natura”, aggiungendo che “i gen (spiriti protettori) saranno ugualmente colpiti, cosa che potrebbe causare fatti dolorosi”. Per questo si oppongono categoricamente a questi progetti, così, inoltre, hanno deciso i lonki della valle del Queuko, ha spiegato, ed esigono che si rispetti il Trattato 169 della OIL.

Chiedono di rispettare l’impegno dello stato

Il lonko ha fatto un appello alle comunità sulle sponde del Biobio, del Queuko e ai cittadini nazionali per esigere che l’attuale governo, e quello che gli succederà, rispettino gli impegni assunti dallo stato nell’ambito dell’accordo per una soluzione amichevole firmato di fronte alla Commissione Interamericana per i Diritti Umani (CIDH) dopo la costruzione della Centrale idroelettrica Ralko e l’inondazione di un cimitero indigeno, uno dei quali proibisce la costruzione di altre centrali nel loro territorio. “Questo finora non è stato rispettato, perché si sta costruendo la centrale Angostura”, ha evidenziato.

Da parte sua la presidente della comunità Pitril, Elizabeth Vita, ha denunciato che già si sta lavorando alla costruzione di una mini centrale di passaggio nelle loro terre, attribuita ad un’altra impresa che non conoscono. “Ci stanno distruggendo la campagna, che è un luogo splendido e stanno danneggiando il nostro stagno, che è della comunità e della vicina comunità di Callaqui”, ha affermato. Secondo Vita, l’esecuzione di tutte le centrali che si stanno progettando danneggerebbe seriamente i loro diritti e la biodiversità della zona. “Uccideranno immediatamente la nostra natura”, avverte.

Consultata sulla posizione dei diretti interessati e dei rappresentanti delle comunità di fronte ai suddetti progetti, ha risposto che è di un “deciso no”. Aggiunge, inoltre, che qui è stato leso il diritto alla consultazione, che è obbligatorio per lo stato nel caso in cui siano danneggiati i popoli indigeni, come è stato stabilito dal Trattato 169. “Con me, così come con altri dirigenti, non ci sono state consultazioni”, ha assicurato, confermando che ogni informazione in loro possesso è frutto di una loro ricerca, essenzialmente attraverso internet ed altri media, giacché i progetti non sono stati presentati al Sistema di Valutazione Ambientale (SEA).

Dal municipio dell’Alto Biobio, nel frattempo, assicurano che appoggeranno le decisioni che saranno adottate dalle comunità. “Noi come municipio, di fronte a questi progetti, appoggeremo tutte le decisioni che saranno prese dalla base delle comunità, rappresentate dai loro lonki e dai dirigenti del comune dell’Alto Biobio, ha annunciato Manuel Pichinao, incaricato dell’Ufficio Comunale per lo Sviluppo delle Organizzazioni.

Impresa

La compagnia che porta avanti queste minicentrali è l’Aaktei, che nel suo sito web (aaktei.com) si autodefinisce come una impresa Specializzata in Energie Rinnovabili Non Convenzionali. “Il nostro emblema è un reale impegno ambientale e sociale”, fanno la pubblicità nel suddetto portale.

L’impresa sta progettando di costruire due centrali di passaggio, chiamate Blanco e Tricauko, negli stagni di Río Blanco e Tropelhueno, che sebbene sarebbero ubicate nell’appezzamento privato di Pedro Esquerrez, che confina con la comunità Cauñicú, creerebbero effetti diretti ai suoi membri, anche se l’impresa afferma il contrario. Rappresentanti di questi progetti si sono riuniti ed hanno spiegato alle comunità i progetti, nonostante ciò, i dirigenti sono contrari.

Per telefono, il suo Direttore Generale, Pedro Matthei, ha informato che si tratta di due PCH (piccole centrali idroelettriche) che stanno progettando nella proprietà della famiglia Esquerre. Secondo lui, nel caso fossero realizzabili, nel 2013 sarebbero presentate al sistema di valutazione e così sarebbe rispettato il Trattato 169. “Le stime preliminari di grandezza di ciascuna PCH è di 3 MW e 5 MW, annuncia, aggiungendo che da vari mesi interagiscono con la comunità di Cauñicú”.

L’impresa sostiene che i suoi progetti sono situati all’interno della cosiddetta macrozona che abbraccia le regioni del Maule, del Biobío e dell’Araucanía, che riuniscono un alto potenziale di energie pulite da sviluppare. “Abbiamo in svolgimento più di 15 progetti per un totale di più di 100 MW”, indicano nel loro portale.

La voce dei giovani

Jaime Queupil, assistente nella scuola della comunità di Cauñicú, afferma che l’invasione di questi progetti li ha colpiti, sia a lui che agli altri giovani, e che “in futuro le cose per loro si complicheranno ancor di più”. Afferma che ci sono anche luoghi di valore culturale che potrebbero essere danneggiati, e non accetteranno che l’impresa passi sopra quelli.

Alla fine spiega che per le comunità è importante curare la terra, i fiumi e la natura in generale. “L’acqua è vitale, e se viene utilizzata in malo modo, porterà conseguenze negative per la vita delle persone, degli animali e per la vegetazione. Per questo chiediamo all’impresa rispetto, poiché vogliono entrare in un luogo che non gli corrisponde”, ha sentenziato.

16 gennaio 2013

País Mapuche

Traduzione del Comitato Carlos Fonseca da:
“Pehuenches de Alto Biobio no aceptan más represas en su territoriopubblicato il 16-01-2013 in País Mapuche, su [http://paismapuche.org/?p=6340] ultimo accesso 24-01-2013.

 

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