Il vertice mapuche conferma una nuova relazione tra indigeni e stato


Juventud Rebelde

Santiago del Cile, 16 febbraio 2013. – Circa 600 rappresentanti degli indigeni mapuche si sono riuniti questo mercoledì nel primo Incontro Mapuche, che è terminato con un appello ad una nuova relazione tra gli indigeni e lo stato cileno, che inizi dalla richiesta di perdono per il trattamento ricevuto.

PL ha, inoltre, dato la notizia dell’aumento delle forze di polizia nelle comunità del Biobío, Los Ríos e La Araucanía, territori cileni con una forte presenza Mapuche, sono state anche affrontate le rivendicazioni storiche di terra e di autodeterminazione di questo popolo.

 “Nel 1825, il Governo del Cile ratificò dei trattati che riconoscono ai mapuche il proprio governo. Che siano rispettati i trattati”, ha dichiarato il portavoce del Consiglio di Tutte le Terre, Aucán Huilcamán, uno dei convocatori dell’incontro, che ha come scenario l’emblematico Cerro Ñielol, nel comune di Temuco.

Secondo EFE, d’accordo con Huilcamán, l’autodeterminazione deve consistere in un regime autonomo e che i trattati devono essere rispettati e osservati in buona fede, in armonia con i due patti del 1823 e 1825 che riconoscono questo popolo originario come una comunità, con una frontiera definita.

“La società cilena deve chiedere perdono al popolo mapuche come punto di inizio per stabilire (una) relazione giusta, ferma e duratura”, ha detto, da parte sua Aucán Huilcamán, werkén o leader del Consiglio di Tutte le Terre, una organizzazione con scarsa rappresentanza nel mondo mapuche, molto diverso e disgregato.

Huilcamán, dirigente della riunione, ha comunicato che lo storico episodio conosciuto come “pacificazione dell’Araucanía”, durante il quale lo stato cileno invase i territori mapuche, fu “un atto di lesa umanità, pertanto si deve riparare e indennizzare per il danno causato in 130 anni”.

La riunione è iniziata con una preghiera mapuche, dopo la quale è iniziata una discussione di circa otto ore tra i rappresentanti delle comunità mapuche, e alla quale più tardi si sono unite altre autorità, giornalisti e due osservatori del Governo cileno.

Al termine dell’incontro, Huilcamán ha fatto conoscere un  documento con dieci punti di accordo, tra i quali si trovano il diritto all’autodeterminazione del popolo mapuche, il ritiro delle forze di polizia nella zona e la sospensione dell’applicazione di severe leggi nei processi contro i mapuche, come quella antiterrorista o la Legge sulla Sicurezza Interna dello Stato, che inaspriscono le pene.

Secondo gli organizzatori, l’incontro è stato anche convocato con l’intenzione di far diminuire la tensione nella regione della Araucanía, accentuatasi dopo una catena di incendi provocati, in uno dei quali è morta una coppia di latifondisti.

Dopo gli incendi, il governo di Piñera ha aumentato nella zona la presenza della polizia, che di per sé era già elevata, e ha invocato la Legge Antiterrorismo per punire i responsabili degli incidenti.

Dirigenti politici e leader di comunità indigene, così come rappresentanti di organizzazioni per i diritti umani, si sono mostrati contrari all’impiego di questa legislazione in tali casi, considerando che il Governo dispone di altri strumenti giuridici per punire, senza violare il dovuto processo.

16/1/2013

La Haine

Traduzione del Comitato Carlos Fonseca da:
Juventud Rebelde, “Cumbre mapuche insta a nueva relación entre indígenas y Estadopubblicato il 16-01-2013 in La Haine, su [http://www.lahaine.org/index.php?p=34052] ultimo accesso 17-01-2013.

 

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