Il capitale finanziario internazionale si impadronisce delle migliori terre sudamericane


Si stima che il 25 per cento del territorio uruguayano e paraguayano e almeno il 10 per cento di quello argentino siano nelle mani di impresari stranieri, mentre negli altri paesi della regione i latifondi privati si moltiplicano come funghi. Questa nuova forma di conquista neocoloniale si è intensificata negli ultimi cinque anni e pregiudica soprattutto i paesi dell’America del Sud.

Dal 2007/2008, multinazionali e governi intensificano l’accaparramento di enormi superfici di terre per la coltivazione in Africa, Asia e America Latina, che presuppone “il rischio di creare un patto neocoloniale di approvvigionamento di materie prime senza valore aggiunto”, ha messo in allarme l’ex direttore della FAO Jacques Diouf.

L’Arabia Saudita, il Kuwait e altri paesi desertici comprano o affittano terre per coltivare alimenti; mentre le multinazionali e i gruppi finanziari accaparrano terreni per lucrare e speculare con le materie prime agroindustriali. Il capitale finanziario vede il Sudamerica come la principale zona per comprare e affittare terre agricole. (1)

Nel settembre del 2008 grandi produttori di olio vegetale dell’India hanno richiesto ai governi dell’Uruguay e del Paraguay delle terre per coltivare oleoginose, grano e lenticchie. La principale industria di raffinazione dello zucchero e produttrice di alcol dell’India, Shree Renuka Sugars, ha acquistato 130 mila ettari in Brasile, mentre il gruppo Walbrook ha comprato circa 600 mila ettari in Argentina. (2)

“C’è un massiccio risveglio di interesse per gli investimenti sulle terre della regione. È molto di più di quanto se ne sapesse precedentemente, sia in termini di investimeno in terre o di accaparramento”, ha sottolineato il professore dell’Istituto di Studi Sociali dell’Haya, Saturnino Borra, uno degli autori di uno studio realizzato in 17 paesi latinoamricani e caraibici, su incarico dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Agricoltura e l’Alimentazione (FAO). (3)

I ricercatori della FAO hanno concluso che l’acquisto di terre destinate alla produzione di alimenti pregiudica gran parte della regione. In America del Sud “siamo di fronte ad una nuova ondata di un processo di stranierizzazione di considerevoli terre”, ha messo in allarme lo specialista Martine Dirven. Per esempio, un rapporto ufficiale stima che nell’ultimo decennio siano stati venduti a società anonime private almeno 5,5 milioni di ettari in Uruguay, il 25% delle aree produttive del paese. (4)

In Paraguay ammontano a 1,8 milioni di ettari quelle comprate tra il 2006 e il 2010 da impresari brasiliani, francesi, tedeschi, portoghesi, giapponesi e spagnoli, secondo il ricercatore del Centro Paraguayano di Studi Sociologici, Luis A. Galeano, il quale calcola che negli ultimi due decenni le imprese straniere abbiano acquistato tra i 9 e i 10 milioni di ettari di terre paraguayane, come dire tra il 25 e il 30% della superficie produttiva del paese.

Si stima che in Bolivia siano almeno 700 mila gli ettari in mano di agroindustriali brasiliani, argentini, peruviani e colombiani, la maggioranza destinata alla produzione di soia transgenica. (5)

Per il direttore del Centro Peruviano di Studi Sociali (Cepes) Fernando Euren la concentrazione delle terre “è anche una concentrazione di influenze, di potere politico nelle sfere territoriali dove sta avvenendo e ha a che vedere anche con le restrizioni della democrazia”. (6)

A Panama legalizzano la vendita delle terre demaniali

Nonostante il forte rifiuto popolare, il 19 ottobre 2012 il presidente di Panama, Ricardo Martinelli, ha approvato la Legge N. 72 che autorizza la vendita di terreni demaniali nella Zona Libera di Colón (ZLC), un’area libera da imposte creata nel 1948 per favorire commercialmente l’enclave del canale di Panama, da dove partono le rotte verso il Giappone, gli Stati Uniti ed altri paesi latinoamericani.

Compagnie di tutto il mondo hanno una base operativa nella ZLC, che nel 2011 ha dato origine a transazioni per 29 miliardi di dollari. Il deputato Miguel Salas ha denunciato che l’Esecutivo vuole privatizzare i terreni della ZLC per coprire il deficit fiscale e raccogliere fondi per la campagna governativa del 2014.

Vari settori sociali, imprenditoriali e parlamentari hanno sollecitato l’Assemblea Nazionale a correggere la proposta di privatizzazione, e dopo che questa è stata approvata hanno sollecitato il presidente a porre il veto, ma Martinelli ha disatteso le proteste popolari.

Migliaia di persone sono scese nelle strade della città di Colón per protestare contro la legge di Martinelli e il 19 ottobre il bambino di nove anni, José Betancourt, ha perso la vita per il colpo di un proiettile all’addome, e circa 30 persone sono rimaste ferite negli scontri con la Polizia. Il 21 ottobre centinaia di cittadini vestiti di nero, in segno di lutto, hanno sfilato dalla Chiesa Paulino San José verso il centro della città per respingere la vendita di terre della zona franca.

D’altra parte, è motivo di grande preoccupazione l’approvazione di opere di “sviluppo” che non rispettano i requisiti previsti dalla legge, con l’apparente complicità dell’Autorità Nazionale per l’Ambiente (ANAM). La direttrice operativa dell’organizzazione ecologista Panama Sostenibile, Raisa Banfiel, ha ricordato che durante la campagna presidenziale Martinelli ha detto che l’ANAM “ostacolava e ritardava lo sviluppo” nazionale.

La preoccupazione si fonda sul fatto che, nonostante decine di denuncie e conflitti ambientali provocati negli ultimi anni, l’ANAM ha agito con negligenza, come nel caso degli stagni di Bahía, uno dei cinque siti Ramsar di Panama, creato con un provvedimento dell’ANAM il 3 febbraio 2009. (7)

Recentemente la stessa ANAM e il Ministero per l’Abitazione e l’Assetto Territoriale (Miviot) hanno deciso di sospendere lo status di sito naturale con lo scopo di rendere possibile la costruzione di un impianto di trattamento nella baia di Panama, e del progetto Panamá Bay Country Club, decisione che è stata appoggiata dalla Suprema Corte di Giustizia (CSJ).

Nonostante ciò, sono già sei le denuncie giudiziarie intraprese contro la decisione della CSJ di annullare la protezione degli stagni della Bahía. Nella lista dei querelanti figurano la Fondazione MarViva, la Società Audubon di Panama, lo studio degli avvocati Rivera, Bolívar e Castañeda, e il Partito Rivoluzionario Democratico. Sono stati anche ammessi i ricorsi intrapresi dal Centro per gli Incidenti Ambientali e dall’Associazione degli Avvocati per il Contenzioso di Panama.

Privatizzazione in Honduras

Dopo il colpo di stato del 2009, il governo di Porfirio “Pepe” Lobo e il gruppo governativo del Congresso hanno approvato riforme costituzionali che autorizzano la creazione delle cosiddette Regioni Speciali di Sviluppo (RED) o “Città Modello”, giudicate come la più screditata versione del neocolonialismo territoriale, giacché legalizza la vendita a investitori stranieri di strisce di territorio.

Da alcuni anni imprenditori statunitensi di ultradestra comprano isole nei paesi del terzo mondo con lo scopo di creare paradisi fiscali liberi da regole politiche. Alcuni esempi di “isole stato” sono il Principato di Sealand di fronte alla costa dell’Inghileterra; il fallito Freedon Ship nella baia di Trujillo, e la vigente Seasteaders. Anni fa, l’impresario nicaraguense Xavier Arguello Carazo, genero dell’ex presidente panamense Ricardo Maduro, offrì un pezzo di Honduras all’investitore nordamericano Paul Romer, che volle privatizzare l’isola del Madagascar insieme alla coreana Posco-Daewoo.

Nel dicembre del 2011, la rivista The Economist rivelò che lo stato dell’Hoduras aveva firmato due carte di intenti con gruppi privati interessati a costruire “città modello”. Uno di questi è collegato alla compagnia Future Cities Development Corporation, fondata da Patri Friedman, nipote dell’economista Milton Friedman, e dal proprietario di Paypal, Peter Thiel. Il secondo consorzio si chiama Grupos Ciudades Libres (Free Cities Group), di proprietà di Michael Strong e di Kevin Lyons, che opera in Honduras con il nome di NKG.

Il 4 settembre 2012 la Commissione per la Promozione di Alleanze Pubblico-Private (Coalianza) e NKG hanno firmato un contratto per la costruzione della prima “città modello” in Honduras. Il testimone d’onore dell’affare è stato il presidente del Congresso, Juan Orlando Hernández, uno dei principali promotori della vendita pubblica dell’Honduras attraverso le RED.

Ma le RED non sono le uniche minacce alla sovranità territoriale honduregna. Il 13 dicembre 2011 le autorità della Comunità di Cristales e Río Negro hanno presentato una denuncia di nullità assoluta contro vari contratti di vendita fraudolenta all’imprenditore canadese Randy Roy Jorgensen di terre comunitarie situate nel sudest della Città di Trujillo.

Jorgensen, conosciuto come il “re del porno”, vuole costruire un molo per navi da crociera Panamex chiamato Banana Coast. Ha anche acquistato dei terreni nelle comunità Garífuna di Santa Fe, San Antonio e Guadalupe, e ha immediatamente ottenuto le licenze ambientali per la costruzione di cittadine davanti al mar dei Caraibi, in una zona di attenuazione del Parco Nazionale Capiro e Calentura.

Il “re del porno” ha ricevuto un grande appoggio da parte di Ramón Lobo Sosa, fratello del presidente Porfirio Lobo, e il 21 giugno 2011 ha ottenuto dallo stesso presidente un “riconoscimento speciale” nella sessione del gabinetto ministeriale nella città di Trujillo. (8)

Vogliono privatizzare il patrimonio naturale costaricense

Di fronte alla marea privatizzatrice in Costa Rica, è sul punto di soccombere l’isola Plata, di 18 ettari situata a Esparza, Puntarenas, dichiarata Patrimonio Naturale dello Stato e protetta dalla Legge della Zona Marittima Terrestre (ZMT). Da più di un decennio l’impresa Vimavi del Pacífico Società Anonima vuole costruire sull’isola zone residenziali e infrastrutture turistiche.

Nel 2006 le autorità del municipio di Guanacaste hanno cercato di vendere la piccola isola, situata di fronte al complesso turistico Flamingo, per 15 milioni di dollari o di darla in concessione, ma ambedue le manovre sono state annullate dal Ministero dell’Ambiente, Energia e Telecomunicazioni (Minaet) e dal Dipartimento Municipale di Gestione Ambientale, allora diretto dal biologo William Arauz.

Nonostante ciò, l’anno passato il direttore dell’Area di Conservazione Litorale Tempisque, Nelson Marín, ha eliminato la vigente norma restrittiva e ha raccomandato la concessione di parte dell’isola. Questo ha permesso all’impresa di sollecitare l’autorizzazione per iniziare le opere, che è sul punto di essere approvata dal Municipio di Santa Cruz, controllato dal Partito Liberazione Nazionale (PLN).

I deputati del Partito Azione Cittadina (PAC), Claudio Monge e Yolanda Acuña, hanno denunciato che si vuole dare la concessione alla Vimavi del Pacífico SA, di proprietà di Virginia del Carmen Vindas Soto, sposa di Carlos Ricardo Benavides, padre del Ministro della Presidenza.

Al piano di privatizzazione dell’isola Plata si aggiunge l’approvazione di un progetto di legge che vuole ridurre i confini del Rifugio della Vita Silvestre Gandoca-Manzanillo, una delle spiagge più belle del paese, situata a 73 chilometri da Limón, sulla costa atlantica costaricense.

Il Senato cileno discute la privatizzazione del mare

Questo mese si dibatte nel Senato cileno un progetto di legge che modifica la Legge della Pesca in Cile e che consegna all’infinito le risorse della pesca a imprese multinazionali. La norma definisce vari tipi di licenze di pesca. Un tipo di licenza riconosce i diritti storici dei pescatori industriali; un altro tipo di licenza indefinita dà la possibilità di mettere all’asta fino al 15% dei diritti se per tre anni consecutivi l’attività è al di sopra del suo rendimento massimo sostenibile.

Il progetto di legge rifiuta il significato della pesca a strascico e non rispetta le cinque miglia marine per la pesca artigianale, privileggiando quattro grandi consorzi privati, ha denunciato la Confederazione Nazionale dei Pescatori Artigianali. Secondo la Centrale Unitaria dei Lavoratori (CUT) del Cile, la norma trasgredisce il diritto di tutti i cittadini al controllo sulle risorse naturali del mare.

“Ci sembra inaccettabile e irregolare il rifiuto di due parlamentari di venir sospesi dal voto, anche quando i loro rapporti con imprese legate alla grande industria peschiera sono di pubblica conoscenza”, ha fustigato la presidente della CUT, Bárbara Figueroa, alludendo ai senatori Andrés Zaldivar e Jovino Novoa.

Secondo il senatore della regione del Bio Bio, Alejandro Navarro, la legge proposta, oltre a non risolvere i problemi di fondo, crea una maggiore concentrazione economica, non garantisce una vera concorrenza, nemmeno assicura la sostenibilità e “condanna i pescatori artigianali a trasformarsi in dipendenti dell’industria”.

In Argentina limitano la stranierizzazione della terra

Nel febbraio del 2011 una commissione del Parlamento dell’Uruguay ha ripreso l’elaborazione di un progetto preliminare di legge per limitare la vendita delle terre, ma la norma non è stata ancora approvata. In Argentina il Senato ha approvato a dicembre del 2011 la legge sul Regime di difesa della sovranità nazionale su proprietà, possesso o detenzione delle terre rurali, uno strumento legale che limita il possesso e l’acquisizione di terre da parte di stranieri.

La presidente Cristina Fernández ha stimato che il 10% delle terre della nazione siano in mani straniere. La nuova legislazione argentina impone che massimo il 15% del territorio nazionale possa essere in mani straniere, e di questa quantità più del 30%  non potrà essere detenuto da persone fisiche o giuridiche di una stessa nazionalità, ha informato l’agenzia Télam.

La norma argentina stabilisce che le parcelle di proprietà di stranieri non potranno superare i mille ettari o la superficie equivalente nella zona nucleo determinata dal Consiglio Interministeriale delle Terre Rurali. Definisce anche strette proibizioni sulla vendita di superfici che “contengano o siano rivierasche di corsi d’acqua di importanza e permanenti”, e dispone che non sarà inteso come un investimento l’acquisto di terre rurali, se si tratta di una risorsa naturale non rinnovabile.

L’iniziativa dispone la creazione di un Registro Nazionale delle Terre Rurali, incaricato di realizzare un rilevamento “catastale e della proprietà” dei beni, così come di un Consiglio Interministeriale delle Terre Rurali.

Note

(1) Il Gruppo di Osservazione Rurale (GRR) dell’Argentina ha denunciato ad ottobre del 2010 che “i negozianti dei mercati globali escono a cercare nuovi oggetti di speculazione, specialmente terre fertili, acqua e alimenti, oltre a oro, metalli strategici e bacini petroliferi. Sono capitali di compagnie che non solo cercano di aiutare le proprie divise prive di valore, ma che, seguaci delle favole sulla “crescita”, ora scoprono di non poter alimentare le proprie popolazioni e cercano enclave in proprietà o in affitto”.

 (2) Sudamerica nel mirino di investitori agricoli; 12/XI/2010; farmlandgrab.org; news@farmlandgrab.org, Agencias Reuters e AFP.

(3) Dopo aver studiato l’argomemnto in 61 paesi, la FAO e Transparency Internacional (TI) hanno concluso che una governabilità debole aumenta la possibilità di corruzione nel possesso e amministrazione della terra.

 (4) Più di 100 casi di appropriazione di terre per la produzione di alimenti all’estero: http://www.grain.org/m/?id=216 http://www.grain.org/briefings/?id=214

(5) Concentrazione e stranierizzazione della terra in Bolivia, Miguel Urioste; Fundación TIERRA, ottobre 2010. Il governo boliviano stima che circa un milione di ettari produttivi, dei 5,5 milioni di ettari che producono qualche tipo di alimento, siano nelle mani di stranieri, principalmente brasiliani e menoniti. Queste terre rappresentano il 20% del totale della superficie con caratteristiche agricole.

 (6) Lourdes Pérez Navarro, giornalista della redazione di Economía de Prensa Latina.

(7) Il direttore del Centro per gli Incidenti Ambientali, Félix Wing, ha detto che è inquietante la precarietà dell’ANAM, la cui direttrice Lucía Chandeck ha rinunciato senza che si sappiano i motivi, ed è stata rimpiazzata da Silvano Vergara, il terzo amministratore in tre anni.

 (8) http://ofraneh.wordpress.com/2012/09/19/ciudad-modelo-republica-bananera-y-las-concesiones-cuyamel/ La Ceiba, Atlántida 8 settembre 2012.

22 10 2012

Bolpress

Traduzione del Comitato Carlos Fonseca da:
“El capital financiero internacional se apodera de las mejores tierras sudamericanaspubblicato il 22-12-2012 in Bolpress, su [http://www.bolpress.com/art.php?Cod=2012102201] ultimo accesso 21-12-2012.

 

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