Secondo il primo bollettino ufficiale la sinistra ha ottenuto 20 dei 23 governatorati del paese. La destra perde lo stato dello Zulia, principale produttore di petrolio.

Da domenica la mappa del Venezuela si tinge un po’ più di rosso. L’alleanza progressista, guidata dal Partito Socialista Unito del Venezuela (PSUV), ha vinto in 20 dei 23 stati del paese che hanno eletto nuovi governatori e parlamentari regionali. Il Tavolo di Unità Democratica (MUD) [Mesa de la Unidad Democrática, n.d.t.], di destra, che controllava sette governatorati, ha perso le elezioni in quattro stati chiave.

L’unico che è riuscito a spravvivere, grazie ai milioni di dollari statunitensi investiti nella sua campagna, è stato l’ex candidato presidenziale dell’opposizione, Henrique Capriles, che ha ottenuto a fatica la rielezione nello stato, della capitale, del Miranda.

Con più del 94% dei voti scrutinati, la presidente del Consiglio Nazionale Elettorale (CNE), Tibisay Lucena, ha annunciato che l’alleanza progressista si è imposta in 20 stati, tra i quali quelli dello Zulia, Carabobo, Táchira e Nueva Esparta, dove governavano i partiti del Tavolo di Unità Democratica di destra.

Nello stato dello Zulia, l’ex compagno d’armi di Hugo Chávez, Francisco Arias Cárdenas, ha sconfitto con il 50,99% dei voti l’attuale governatore di ultradestra ed ex aspirante alla presidenza, Pablo Pérez. Nel Táchira, Carabobo e Nueva Esparta hanno vinto gli altri progressisti: il capitano José Vielma Mora, l’ex capitano Francisco Ameliach e l’ex ministro della Difesa di Chávez, Carlos Mata Figueroa.

Queste sono le prime elezioni in 14 anni che avvengono senza la presenza del presidente Hugo Chávez, ricoverato a L’Avana dopo essere stato sottoposto lo scorso martedì ad una quarta operazione contro il cancro di cui soffre da giugno 2011, dalla quale si sta recuperando soddisfacentemente.

17/12/2012

La Haine / Agencias