Venerdì scorso un bambino di nove anni è morto e circa 30 persone sono rimaste ferite per la repressione nella città di Colón, nel centro di Panama.
L’approvazione, da parte dei deputati governativi, del progetto di legge che permette la vendita della Zona Libera di Colón (ZLC) ha scatenato una ondata di grande indignazione. Il popolo non ha trattenuto la propria furia ascoltando il Presidente dell’Assemblea, Sergio Gálvez, dire “per piangere al cimitero”.
Questa mattina nemmeno ha resistito quando pochi minuti prima che fosse approvata la legge al terzo dibattito Martinelli si è rivolto al paese. E ora, appena rientrato dalla Germania, parte codardamente per Tokio, al suo 66° viaggio, lasciando il paese ardere.
C’è stata repressione della polizia sulle migliaia di persone che hanno manifestato contro la privatizzazione della ZLC, dove la compravendita di prodotti è esente da imposte. I tumulti sono terminati con 80 arresti.
Il minore di età è morto per uno sparo all’addome nell’ospedale Manuel Amador Guerrero, situato a Colón, dove sono stati trasferiti anche decine di manifestanti e agenti della polizia feriti in modo grave negli scontri.
La legge promulgata venerdì scorso dal presidente panamense, Ricardo Martinelli, autorizza lo stato a vendere le terre di questa zona libera da imposte creata nel 1948 per sfruttare commercialmente l’enclave del canale di Panama. Migliaia di compagnie di tutto i mondo hanno una base operativa nella ZLC, da cui partono rotte verso il Giappone, gli Stati Uniti ed altri paesi latinoamericani.
Dopo la violenta repressione all’alba di venerdì, le autorità di Colón hanno decretato il coprifuoco dalle prime ore del pomeriggio, sebbene i tumulti si siano prolungati fino alle ultime ore del giorno, secondo quanto informano i mezzi di comunicazione locali e la catena Telesur.
Decine di persone hanno saccheggiato numerosi locali commerciali situati nella ZLC e hanno dato fuoco a diversi bancomat. Allo stesso tempo, migliaia di persone hanno sfilato per i principali viali di Colón. Successivamente la repressione della polizia è degenerata in scontri, sono stati poi incendiati pneumatici e fatte barricate nelle strade.
I sindacati hanno intimato al Governo panamense di abrogare la legge, minacciando uno sciopero generale nella provincia di Colón.
La polizia antisommossa ha sparato in aria e contro alcune persone, con una selvaggia repressione. Ha anche lanciato gas lacrimogeni e cercato di evitare che sia chiusa la via principale di Colón. Hanno dovuto difendere anche il Supermercato 99 giacché era l’obiettivo di coloro che protestavano. I manifestanti chiedono al Presidente della Repubblica di abrogare il recente progetto approvato o continueranno nelle loro azioni.
Negozi danneggiati, blindati presi, così come un distributore di benzina situato tra la strada 10 e viale Santa Isabel, appartenente al gestore della ZLC, Leopoldo Benedetti, sono alcuni dei risultati di queste manifestazioni, che si sono intensificate dopo che la Plenaria dell’Assemblea ha anticipatamente approvato il progetto di legge.
Sul luogo è giunto il corpo militare specializzato delle linci, poiché la città era diventata un campo di battaglia e la polizia antisommossa non aveva potuto controllare la situazione.
Per affittare le terre gli impresari della Zona Libera –destinata all’importazione e riesportazione di mercanzie– pagano allo stato circa 33 milioni di dollari, denaro che va direttamente al bilancio generale del paese. La Zona Libera ha creato nel 2011 transazioni per 29 miliardi di dollari, una crescita del 34 per cento rispetto all’anno precedente.
Nel frattempo, per evitare saccheggi nella località sono stati chiusi stabilimenti commerciali e i funzionari del Municipio hanno dovuto essere trasferiti dopo che i manifestanti avevano minacciato di incendiare il luogo.
22/10/2012
La Haine / Agencias
Traduzione del Comitato Carlos Fonseca da: |
“Panamá: Estalló la ira popular contra el gobierno de Martinelli” pubblicato il 22-10-2012 in La Haine, su [http://www.lahaine.org/index.php?p=64737] ultimo accesso 22-10-2012. |