Il paramilitarismo in Colombia è ed è stato uno strumento repressivo e di terrore, al servizio degli interessi politici ed economici dell’elite dominante; protetti dallo stato, finanziati dai proprietari terrieri, dalla borghesia agraria e finanziaria e negli ultimi tempi dal narcotraffico che li ha fatti diventare degli eserciti privati del crimine.
L’oligarchia e la forza pubblica lo hanno utilizzato per fare azioni sotto copertura contro dirigenti sociali e dell’opposizione politica al regime; lo stato lo ha vincolato, come suo alleato, alla strategia controinsurrezionale.
Narcoparamilitarismo e politica
Inizialmente Pablo Escobar, il capo del cartello di Medellín, fa delle incursioni nella politica come Rappresentante alla Camera. Successivamente il narcoparamilitarismo si allea con politici regionali a cui offre appoggio economico ed elettorale, in cambio del guadagno di posizioni nella struttura del potere, arrivando a controllare il 35 per cento del parlamento, le istituzioni dello stato, in modo speciale l’esercito, la polizia ed alcuni enti di intelligence.
Ma il fenomeno del rapporto tra la politica e il narcotraffico va molto più in là, influendo sulla vita e sulla dinamica nazionale ed esercitando un controllo su vaste regioni del paese.
Il caso di Antioquia è il fatto più significativo di questo rapporto e lo realizza Álvaro Uribe Vélez, eletto governatore di Antioquia e successivamente per due volte Presidente della Repubblica con il potere elettorale accumulato dai narcoparamilitari di tutto il paese. Non bisogna dimenticare che suo padre fu socio del capo più grande della Colombia, Pablo Escobar Gaviria.
Le mafie paisa (del dipartimento di Antioquia, n.d.t.) si intrecciano con le istituzioni e la classe politica della regione. Dopo la morte di Pablo Escobar, che ebbe una grande influenza nella politica del dipartimento, si rafforza la tenebrosa Oficina di Envigado padrona della vita politica di questo municipio; Oscar Suárez M, il barone elettorale di Bello, condannato per parapolitica; Cesar Pérez García condannato per parapolitica e il massacro di Segovia; Luís Pérez Gutiérrez ex sindaco di Medellín, segnalato per il suo legame elettorale con il narcoparamilitarismo.
I narcoparamilitari giocano un ruolo determinante nella conquista dei voti e nella elezione del candidato che “il padrone benedice”, appoggiando nella comunità l’eletto dal “padrone”, impedendo l’arrivo di altri candidati, comprando voti, mobilitando elettori nel cosiddetto traffico dei voti, e utilizzando un’altra serie di arguzie e aggiustamenti da mediatore elettorale narcoparamilitare.
Questo fenomeno che non è unico in Antrioquia, si ripete nel resto dei dipartimenti del paese, come lo dimostrano le indagini sui più di cento parlamentari sotto processo per i loro legami con la parapolitica, di cui quaranta sono stati condannati; così come più di cinquecento governatori, sindaci, deputati e funzionari pubblici sono indagati ed alcuni condannati.
Origini dell’attuale narcoparamilitarismo
A partire dagli anni 80 del secolo passato, la costosa e numerosa forza paramilitare dei capi della droga, mediante patti segreti, viene integrata come alleata della forza pubblica nella strategia controinsurrezionale. Il finanziamento gli viene garantito con la licenza di esportare droga, arrivando, alla fine del secolo scorso, a immettere sul mercato internazionale più di 800 tonnellate di cocaina ed eroina.
Le Cooperative di sicurezza “Convivir”, create da Álvaro Uribe Vélez, sono state un sostegno nel rafforzamento e nell’espansione del progetto paramilitare. Nel 1995 vengono unificati gli eserciti privati dei narcotrafficanti con le cosiddette Autodifese Unite della Colombia (AUC) e assorbono le bande di sicari e deliquenziali urbane. Nel 2004 viene smantellata una parte della struttura narcoparamilitare.
Le cosiddette bande criminali (Bacrim) di oggi sono la stessa forza narcoparamilitare, non smantellata e lasciata di riserva dall’ultradestra e dai narcotrafficanti per difendere i propri interessi economici e politici. L’ex Presidente Uribe Vélez le ha chiamate così, per far credere al paese che queste siano un’altra cosa distinta e che il paramilitarismo sia scomparso nel falso “processo di pace” portato avanti dai capi del narcotraffico.
I Paramilitari di ieri si sono dati differenti nomi nei loro rispettivi comandi: Rastrojos, Águilas Negras, Urabeños, Paisas, Nueva Generación, tra gli altri. Questi rispondono agli ordini dei capi narco-paramilitari e d’accordo con la forza pubblica.
Coloro che non si sono smobilitati, alcuni sono stati trasferiti nei vari centri urbani ed altri lasciati nelle zone di influenza guerrigliera e alla frontiera con il Venezuela, dando continuità all’alleanza controinsurrezionale e al piano intervenzionista e destabilizzatore contro il Venezuela.
Quelli inviati in città si sono stabiliti nei quartieri popolari e nelle comuni, mimetizzandosi con affari di facciata e integrandosi nella strategia di controllo territoriale, compiendo attività di repressione e pulizia sociale, come informatori e collaboratori della polizia giudiziaria, delle forze di controllo urbano “FUCUR”, dello squadrone antisommossa “ESMAD” e dei CAI (Comandi di Azione Immediata) della polizia.
Le cosiddette Bacrim hanno esteso a sangue e fuoco il controllo territoriale sui quartieri più periferici d’accordo con la polizia; esercitano il controllo politico e militare sulle comunità e assoggettano le altre bande deliquenziali per consolidare corridoi per il trasferimento, la distribuzione e la vendita della droga.
Funzionamento e contraddizioni delle Bacrim
Le Bacrim urbane si differenziano tra di loro per le modalità di finanziamento e specializzazione, avendo in comune l’obiettivo controinsurrezionale e l’alleanza con la forza pubblica.
Alcune si sono specializzate nel sicariato, nel furto di veicoli, pirateria terrestre, contrabbando, fleteo, falsificazione del denaro, sequestro ed estorsione, prestiti ed usura contro piccoli commercianti, e le più vicine ai capi del narcotraffico, partecipando ai grandi affari delle rotte e della commercializzazione della droga.
Ciascuna banda delimita il proprio territorio e la frontiera rispetto alle altre esistenti. Nella strategia di controllo territoriale, vengono organizzate le attività di controllo sociale, che portano avanti alcuni organi di repressione dello stato, con gli uffici del capo al quale rispondono le bande della zona o della città.
Gli scontri che avvengono tra Bacrim, dopo la “smobilitazione” e l’estradizione di quattordici capi narco-paramilitari, è in relazione con la ricomposizione di queste bande e il recupero del controllo territoriale peggiorato durante il processo di “smobilitazione”.
Quando nella stessa città si trovano strutture di capi distinti e si scontrano per i loro interessi, avvengono scontri a morte tra alcune bande ed altre, per disputarsi il potere e il territorio, per l’espansione dell’attività del microtraffico e il mantenimento dei corridoi per il trasporto della droga.
Il capo che ha preso possesso della città dirige e controlla le bande sotto il suo comando; definisce le frontiere di ciascuna, impone una quota mensile e obbliga queste a cercare fonti di finanziamento: stabilisce luoghi e spacci del vizio nelle loro rispettive zone, pizzo agli affari e alle famiglie, tra le altre cose.
Le Bacrim più potenti sono quelle che lavorano con i capi del narcotraffico e fanno accordi con la polizia e l’esercito nella lotta controinsurrezionale; quelle che riescono a sviluppare differenti iniziative o attività a livello nazionale con capacità di coordinamento e comando; è il caso degli Urabegni che nonostante la detenzione del supposto grande capo, Mario Rendón (fratello dell’ “alemán”) e di vari suoi luogotenenti, continua ad operare con maggiore forza e capacità difendendo gli interessi dei suoi capi narco-paramilitari, dei proprietari terrieri e agroindustriali, responsabili della saccheggio di migliaia di ettari di terra, di numerosi massacri e di sparizioni nella zona di Córdoba e Urabá.
Alcuni mesi fa hanno mostrato il loro potere e punto di vista contro la Legge per la restituzione delle terre, assassinando vari leader contadini che erano alla testa di questo processo, e attraverso l’effettuazione di uno sciopero armato, nonostante la grande militarizzazione della zona, hanno paralizzato il commercio e la mobilità in varie città della costa atlantica.
Le Bacrim con il rafforzamento che vanno acquistando come alleate nella strategia controinsurrezionale e contro il movimento sociale, per le loro azioni di guerra sporca e lo stretto legame con l’estrema destra del paese, rendono difficile e sono un vero ostacolo alle iniziative di pace, e un fattore per il prolungamento della guerra dell’oligarchia colombiana contro il popolo.
18 giugno 2012
Voces de Colombia – ELN
Traduzione del Comitato Carlos Fonseca da: |
“Las bacrim … los mismos narcoparamilitares” pubblicato il 18-06-2012 in Voces de Colombia – ELN, su [http://www.eln-voces.com/index.php?option=com_content&view=article&id=1278:las-bacrim–los-mismos-narcoparamilitares&catid=26:artculos&Itemid=69], ultimo accesso 21-06-2012. |