È terminata l’Unità Nazionale di Santos e una esplosione lo scuote


Horacio Duque Giraldo

L’Unità Nazionale è andata in frantumi per l’attiva opposizione di Uribe, che fa una violenta polemica su ogni politica dell’attuale narco-presidente

Quando più di venti mesi fa Juan Manuel Santos dette inizio al suo governo, per portare avanti la sua gestione di governo progettò un modello politico di Unità Nazionale. La formula si basa sul consociazionismo, utilizzato con un certo successo all’epoca del Fronte Nazionale (1960-1974), per frenare l’acuta violenza liberal-conservatrice che fece più di 500 mila morti durante gli anni 50 del XX secolo.

L’ingegneria politica governativa è stata piegata per includere nel gabinetto ministeriale il maggior numero di partiti/movimenti, presenti nelle elezioni che hanno dato inizio al nuovo ciclo politico dello stato colombiano. Senza ammetterlo esplicitamente, il proposito era di correggere l’eccessiva polarizzazione, interna ed esterna, propiziata dal caudillismo messianico di Uribe Vélez, che aveva rafforzato vecchie fratture della nazione e accentuato rivalità regionali/continentali, chiaramente inopportune per la stabilità del dominio liberale sullo stato e le sue fragili istituzioni. L’eccesso ideologico (certamente di destra) di Uribe, con le sue irritanti argomentazioni, non era sostenibile a causa degli sconvolgimenti che provocava nei meccanismi della complessa amministrazione del potere politico nazionale.

Nel gabinetto ministeriale sono stati rappresentati tutti i partiti del regime dominante: la U (uribisti di sangue puro e santisti), i conservatori, i liberali governativi, e con il passare dei giorni, è stato favorito un certo pluralismo nei municipi e nei dipartimenti, complemento dell’architettura governativa centrale, affinché verdi, progressisti, mira, pin, aico, polo e ais, accedessero a cariche elettive popolari nei municipi e nei governatorati. L’opposizione è stata delegata, in ambito nazionale, ad un decaduto Polo Democratico, impantanato in inauditi scandali di corruzione sulle risorse pubbliche di distretto e in violente lotte intestine di fazioni radicalizzate e frantumate.

Nonostante ciò, con il trascorrere del tempo, quando più forte è stata la differenza segnanta dallo “stile politico” di Santos, meno virulento e incline ad una certa conciliazione, messa in evidenza dalla normalizzazione delle relazioni diplomatiche con i paesi vicini, particolarmente con il Venezuela e il Presidente Chavéz, la rivalità tra le fazioni ha covato e gradualmente è aumenta, arrivando a livelli esplosivi con la scoperchiatura di focolai di corruzione che chiaramente compromettevano eminenti funzionari del regime della Sicurezza Democratica.

E arriviamo al giorno d’oggi in cui l’Unità Nazionale è saltata, andata in frantumi per l’aperta e attiva opposizione di Uribe Vélez, che violentemente mette in questione ogni politica dell’attuale governante della Casa di Nariño, specialmente il presunto abbandono della strategia della sicurezza contro i gruppi guerriglieri e le strette relazioni con Caracas. Santos è trattato da Uribe e dai suoi più vicini consiglieri come un traditore.

I fatti stanno dimostrando un evidente indebolimento del governo di Santos, rilevato dalle inchieste e dalla sua indubbia incompetenza nell’occuparsi delle situazioni straordinarie, come i disastri causati da tre ondate invernali avvenute recentemente e per l’estremo degrado dell’assistenza sanitaria di tutti i colombiani, nella quale il sistema neoliberista ha provocato una rovina senza precedenti, per i casi di corruzione e ruberia a danno di milioni di pazienti.

A cui si devono aggiungere le pressioni del Potere Legislativo, di cui  potenti notabili regionali si servono, pescando nel torbido, per danneggiare l’Esecutivo.

Allora nel “blocco dominante” della destra oligarchica colombiana abbiamo uno scenario di estrema anarchia. Il saldo netto delle tensioni, rivalità e lotte intestine, ha distrutto l’Unità Nazionale di Santos. Non esagero se suggerisco un “buco nero” nell’attuale governabilità, originato dalla “rivolta” delirante dell’ex presidente Uribe, con una forte incidenza nel disimpegno politico/sociale di attori istituzionali e privati che lo accolgono con entusiasmo.

Curiosamente, è in queste circostanze che martedì 15 maggio 2012, giorno in cui entra in vigore anche un oneroso TLC con gli Stati Uniti e nel quale avviene un dibattito legislativo su una strategia costituzionale per negoziare la pace, si verifica un atto dinamitardo che per poco non elimina il signor Fernando Londoño Hoyos, un conservatore recalcitrante della cerchia di Uribe Vélez.

Nonostante che alcuni noti ufficiali della polizia si siano precipitati a segnalare le FARC come le autrici del fatto, in una città controllata centimetro per centimetro dagli abbondanti dispositivi militari statali, alcuni analisti indagano l’ipotesi di un evento originato dalla crisi che si sta verificando nell’Esercito (per le lotte tra due dei suoi più alti comandanti) e dagli improvvisi aggiustamenti nella Polizia (per l’uscita dalla Direzione generale di Naranjo), dato che esisterebbero certi nuclei, di tenebroso ricordo, interessati a provocare caos per farsi strada nelle cupole delle suddette istituzioni.

È una metodologia di cui ci sono precedenti nella recente storia della Colombia. Poco prima dell’inizio del secondo mandato di Uribe Vélez nel 2006, l’Esercito fece 4 colpi (disattivò un taxi-bomba in un parcheggio, oltre a due carri bomba in luoghi critici e una casa bomba a Ciudad Bolívar), dei quali successivamente si è saputo che erano “falsi positivi” (false prove, n.d.t.), organizzati da alcuni alti ufficiali dell’Esercito che utilizzavano disertori della guerriglia per dimostrare efficienza in un momento di subbuglio.

In questa lotta intestina a cui stiamo assistendo, che vede scontrarsi, praticamente con i proiettili, la destra e l’estrema destra per il controllo dello stato, si starà ripetendo la storia dei “falsi positivi”? Questo gioco macabro di gruppi radicali dell’estrema destra che vogliono pescare nel torbido con bombe e attentati, favorisce la caduta dell’Unità Nazionale? Sono questioni sulle quali non è inutile riflettere.

17/5/2012

La Haine

Traduzione del Comitato Carlos Fonseca da:
Horacio Duque Giraldo, “A Santos se le acabó la Unidad Nacional y un bombazo lo sacude” pubblicato il 17-05-2012 in La Haine, su [http://www.lahaine.org/index.php?p=61663], ultimo accesso 28-05-2012.

 

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