Il 1 luglio le elezioni messicane decideranno chi governerà il Messico per i prossimi sei anni. Chi sono i candidati dei tre partiti principali? Come si posizionano le organizzazioni politiche di base e armate del paese?
Dopo la rivoluzione del 1911-1916 il Messico è stato governato da un unico partito, la cui struttura finì per corrispondere a quella dello Stato, il Partido Rivolucionario Istitucional (Pri). Nel 2000 il Pri ha perso il potere a favore dello storico partito di opposizione, ma ancora più a destra, Partido Acción Nacional (Pan). A scontrarsi con i due principali partiti ci sarà anche il candidato del Partido Revolucionario Democratico (Prd), nato da una scissione a sinistra del Pri del 1989. Oggi il Messico, con più di 112 milioni di abitanti, è l’undicesimo paese più popoloso del mondo, martoriato da una guerra interna che coinvolge cartelli di narcotrafficanti, apparati dello stato e popolazione inerme che ha causato 35.000 morti negli ultimi 4 anni.
Per ora il favorito è Peña Nieto il candidato del Pri, il partito con più tradizione di potere e per questo in grado di mantenere ancora il controllo della burocrazia e dei dirigenti del potere giudiziario, dei sindacati, delle camere di commercio, dell’esercito e della polizia. Ma la vera vincitrice sarà probabilmente l’astensione, che già alle scorse elezioni ha superato il 40%.
PAN: Josefina Vázquez Mota. Cinquantunenne, economista, dice di volere un “Messico differente” ma è già stata ministro nei governi degli ultimi dodici anni, dello sviluppo sociale in quello di Vicente Fox (2000-2006) e dell’istruzione in quello di Felipe Calderon (ma fino al 2009). Dice di rifiutare la criminalizzazione della donna e che proprio perché donna affronterà le cose in maniera differente, ma è contraria all’aborto. Promette di aprire il mercato e di migliorare la competitività, e più durezza nella guerra contro i narcos. Ha già ricevuto il sostegno dello scrittore conservatore peruviano Mario Vargas Llosa e dell’ex presidente spagnolo José Maria Aznar ma non quello dell’ex presidente Vicente Fox, che la da già per perdente dopo la sconfitta inferta alle primarie del Pan al suo ministro delle finanze e delfino designato Ernesto Cordero.
PRI: Enrique Peña Nieto. Ha 46 anni, è ritenuto membro del Gruppo Atlacomulco, un’alleanza informale accusata di controllare il Pri della quale i possibili membri, come suo zio Arturo Montiel, hanno s Il quaranteseienne XX è sostenuto sia dal suo partito che dai Verdi. È stato dal 2005 al 2011 Governatore dello Stato di Messico (lo Stato attorno a Città del Messico, ma che non la comprende) ed è quindi uno dei principali responsabili della violenta repressione del 3 e 4 luglio 2006 a San Salvador Atenco, dove un corteo di contadini che difendevano le loro terre minacciate dalla costruzione del nuovo aeroporto della capitale, venne attaccato da polizia, esercito e uomini armati del Pri, negli scontri che seguirono morirono due giovani di 14 e 20 anni, l’intera cittadina venne circondata e sequestrata dalla forza pubblica e molti degli arrestati hanno denunciato torrture e violenze sessuali. Il Pri, che governa anche altri stati come quello di Oaxaca, non è nuovo a simili violente repressioni nelle quali oltre alla forza pubblica sono impiegati uomini armati alle dirette dipendenze del partito. Peña Nieto ha sostenuto la riforma del sistema pensionistico di Calderón e la liquidazione dell’azienda elettrica pubblica del centro del Messico Luz y Fuerza del Centro, lasciando a casa 43.000 lavoratori.
PRD: Andrés Manuel López Obrador. Il cinquantanovenne candidato di Prd, Partido del Trabajo e Movimiento Ciudadano è, tra i tre candidati principali alla presidenza, quello più a sinistra. Già Governatore del Distretto Federale (2000-2005) e candidato della coalizione del Movimento Progressista alle elezioni presidenziali del 2006, perse per 250.000 voti contro il candidato eletto del Pan Felipe Calderon. Obrador accusò di bogli il partito al governo e occupò con i suoi sostenitoti il Paseo de la Reforma, una delle strade principali di Città del Messico, per tre mesi. Per ottenere il consenso della classe dirigente economica ha annunciato che il suo ministro dell’economia sarà Ferando Turner, imprenditore di Monterrey, e quello dell’educazione sarà Juan Ramón de la Fuente, che affrontò il movimento studentesco dell’Unam (Universidad Nacional Autónoma de México) nel 2000 cosentendo all’esercito di entrare nella città universitaria. Nonostante sulle colonne de La Jornada, quotidiano di sinistra della Unam, Guillermo Almeyra riconosca che Amlo abbia governato Città del Messico” autoriariamente e arbitrariamente favorendo i settori imprenditoriali”, vede in lui l’unica speranza di evitare la definitiva integrazione del Messico agli Stati Uniti e una possibilità di influire sulle decisioni politiche dei movimenti sociali del paese.
Il quarto candidato, Gabriel Quadri de la Torre, sembra possa ricevere solo il 3% dei voti. Il partito che lo sostiene è Nueva Alianza, diretta emanazione del sindacato dei lavoratori dell’educazione che prima di questa elezione era sempre stato alleato del Pri.
Anche questa volta Obrador non avrà i voti degli zapatisti. L’Ezln ha sempre pensato che la soluzione delle relazioni economiche, politiche e sociali non possa venire attraverso processi elettorali, e anche questa volta promette l’astensione. Obrador ha chiesto al movimento del Chiapas una riconciliazione, ed ha promesso che in caso di elezioni ratificherà gli Accordi di San Andrés (1996) che riconoscono diritti ed autonomia dei popoli indigeni, ma non ha ricevuto risposta.
Fonti |
Andrés Avila Armella, El arranque de la contienda presidencial en México, pubblicato il 13-02-2012 [http://www.lahaine.org/index.php?p=59411], ultimo accesso 26-04-2012; Víctor Martín Gómez, ¿Quién es Josefina Vázquez Mota? Perfil de una candidata, pubblicato il 26-04-2012 [http://www.rebelion.org/noticia.php?id=148583&titular=perfil-de-una-candidata-], ultimo accesso 26-04-2012; Los brigadistas-UNAM, ¿Qué nos espera si gana Peña Nieto?, pubblicato il 22-03-2012 [http://www.rebelion.org/noticia.php?id=146782], ultimo accesso 26-04-2012; Víctor Martín Gómez, ¿Quién es AMLO? Perfil de un candidato en México, pubblicato il 25-03-2012 [http://www.rebelion.org/noticia.php?id=146929&titular=perfil-de-un-candidato-en-m%E9xico-], ultimo accesso 26-04-2012; Guillermo Almeyra, Las elecciones en México y la lógica elemental, pubblicato il 18-12-2011 [http://www.jornada.unam.mx/2011/12/18/opinion/019a2pol], ultimo accesso 26-04-2012; Ángeles Mariscal, Las elecciones de 2012 no ayudarán a superar la crisis: EZLN, pubblicato il 08-03-2011 [http://mexico.cnn.com/nacional/2011/03/08/las-elecciones-de-2012-no-ayudaran-a-superar-la-crisis-ezln], ultimo accesso 26-04-2012; Rosalia Vergara, Promete AMLO al EZLN aprobar “Los Acuerdos de San Andrés”, pubblicato il 04-04-2012 [http://www.proceso.com.mx/?p=303354#], ultimo accesso 26-04-2012. |