Come la Legge Antiterrorismo permette senza nessuna prova di perseguitare e portare in giudizio minori e adulti mapuche


È stata rinviata a lunedì prossimo, 2 aprile, la preparazione del dibattimento contro 10 comuneri della zona di Ercilla, accusati di incendio e aggressione lungo la strada 5 Sud. 2 degli accusati sono giovani che erano minori di età al momento dei fatti che la Procura addebita loro per mezzo della Legge Antiterrorismo.

La difesa fatta dagli avvocati Pablo Ortega e Lorenzo Morales ha chiesto fin dal primo momento dell’udienza che non siano incriminati i minori accusati dal Pubblico Ministero, ottenendo come risposta la separazione delle cause, una per processare i minori e un’altra per gli adulti.

I fatti di cui sono accusati, sarebbero avvenuti il 9 ottobre 2009, quando gli adolescenti ora giudicati, erano minori di età. Gli avvocati hanno preso in considerazione i diritti contemplati nella Convenzione Internazionale dei Diritti del Bambino e la Legge di Responsabilità dell’Adolescente dello stato cileno, per cui non dovrebbe essere applicata contro di loro la Legge Antiterrorismo.

Per ambedue i minori, l’imputazione del Pubblico Ministero ha significato vivere per quasi tre anni dappertutto la persecuzione politica, dovendo per qualche tempo anche entrare in clandestinità, giacché al contrario, avrebbero dovuto stare dietro le sbarre nonostante la loro scarsa età e senza prove che li incolpino. Tutto per essere mapuche e parenti di dirigenti e comuneri detenuti.

In aggiunta a ciò, gli è stato tolto il diritto di libera circolazione, il diritto di studiare, avendo dovuto abbandonare la scuola per paura di essere rinchiusi e prendendo la difficile decisione di essere latitante dalla giustizia cilena, dormendo alle intemperie, senza alimenti ed esposti ad una serie di fattori che pregiudicano la loro crescita fisica e psicologica, ma non la loro dignità.

D’altro lato, sono stati obbligati a vivere la repressione in tutte le circostanze, giacché durante le perquisizioni e i controlli della polizia nel nostro militarizzato territorio hanno dovuto far fronte ai proiettili impuniti dei poliziotti, venendo allo scoperto l’abuso e le poche garanzie per un trattamento giusto se si fossero presentati di fronte ai tribunali, sapendo inoltre che l’assedio della polizia colpiva direttamente le loro case e familiari, cosa che ha provocato un forte sovraccarico emotivo di impotenza e dolore.

Uno di loro fin da molto piccolo ha vissuto la repressione. A dieci anni è stato arrestato e gli hanno sparato, è stato interrogato e torturato su un veicolo della polizia a 11 e 12 anni, è stato sequestrato e abbandonato alla sua sorte a vari chilometri da casa, senza che i comandi di polizia si fossero fatti carico di queste violazioni, aggressioni che sono rimaste nell’assoluta impunità.

Suo zio è costantemente citato in tribunale e, inoltre, suo padre è stato nella prigione politica, per cui fin dalla sua infanzia la repressione ha causato all’interno della famiglia una enorme pressione su di lui.

Per il momento, il tribunale sta considerando di non applicare ai minori, in questo caso, la Legge Antiterrorismo. Ma c’è il timore che vengano sottoposti ad un doppio processo, stanno cercando di fare un nuovo giudizio, esibendo in un nuovo processo giudiziario le stesse prove presentate in questo caso contro ambedue.

Bisogna sottolineare che utilizzando le stesse prove, si ingannerebbe la giustizia e l’opinione pubblica, dato che dette presunte prove sono state ottenute con l’inganno, utilizzando le abusive prerogative che la Legge Antiterrorismo dà ai procuratori e ai poliziotti. Come dire, starebbero ugualmente utilizzando questa legge per condannare dei minori, uno strumento legale ereditato dalla dittatura di Pinochet e che è al servizio degli interessi degli impresari e dei latifondisti, l’unica cosa che si vuole è criminalizzare e fermare la protesta sociale in Cile e nel territorio mapuche.

Bisogna precisare, inoltre, che l’unica prova che sorregge questa montatura è la dichiarazione di un testimone protetto, che si dice abbia partecipato ai fatti ed abbia denunciato gli altri partecipanti avvalendosi della delazione compensata, accorgimento che la Legge Antiterrorismo permette.

Ossia, una persona già condannata per “aver confessato” la partecipazione agli stessi fatti, che è in libertà, riceve un compenso per la sua “collaborazione” e nessuno conosce nulla dei suoi precedenti e della sua condanna, viene usata per sottoporre a giudizio 10 comuneri, solo per la legittimità che la Legge Antiterrorismo dà a questo tipo di sporche manovre.

La Comunità Autonoma Temucuicui avverte che nei prossimi giorni continuerà a comunicare il proprio pensiero sui fatti e sugli avvenimenti di questo importante giudizio che segnerà dei precedenti per il Popolo Mapuche, le sue comunità ed organizzazioni.

27 marzo 2012

Comunicaciones Temucuicui e País Mapuche

Traduzione del Comitato Carlos Fonseca
“Cómo la Ley Antiterrorista permite perseguir y enjuiciar a menores y adultos mapuche con nulas pruebasin País Mapuche, pubblicato il 27-03-2012 su [http://paismapuche.org/?p=4216], ultimo accesso 18-04-2012.

 

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