Biografia di Camilo Torres


Edgar Camilo Rueda Navarro

Nacque a Bogotà il 3 febbraio 1929. I suoi genitori furono Calixto Torres Umaña, noto medico, e Isabel Restrepo Gaviria. Di famiglia agiata, borghese e liberale.

Si diplomò al Liceo Cervantes nel 1946. Dopo aver studiato un semestre diritto nell’Università Nazionale di Colombia, entrò nel Seminario Conciliare di Bogotà, dove rimase sette anni, tempo durante il quale Camilo incominciò ad interessarsi della realtà sociale creando, insieme al suo compagno Gustavo Pérez, un circolo di studi sociali. Come cristiano si sentì attratto dal tema della povertà e della giustizia sociale.

Camilo nel 1954 fu ordinato sacerdote, e successivamente viaggiò in Belgio per studiare sociologia all’Università di Lovanio. Durante la sua permanenza in Europa, ebbe contatti con la Democrazia Cristiana, il movimento sindacale cristiano, e con i gruppi della resistenza algerina a Parigi, fattori che lo portarono ad avvicinarsi alla causa degli oppressi. Fondò con un gruppo di studenti colombiani dell’università l’ECISE (Equipe colombiana di ricerca socioeconomica).

Nel 1958 si laureò in sociologia con la tesi “Un avvicinamento statistico alla realtà socioeconomica di Bogotà” (pubblicato nel 1987 come “La proletarizzazione di Bogotà”), che fu uno dei pionieri della sociologia urbana del paese. Nel 1959 tornò a Bogotà e fu nominato cappellano dell’Università Nazionale. Lì, nel 1960 insieme ad Orlando Fals Borda fondò la Facoltà di Sociologia, alla quale rimase vincolato come professore.

Fondò il Movimento Universitario di Promozione Comunale (MINIPROC), e realizzò lavori di ricerca e di azione sociale in quartieri popolari e operai di Bogotà, come il quartiere Tunjuelito. Come cappellano introdusse in Colombia molte delle riforme del Concilio Vaticano II, come la celebrazione della messa stando di fronte e non dando le spalle, e la recitazione in spagnolo e non in latino. Annunciò che il problema non era pregare di più ma amare di più.

Nel 1961 incominciò ad avere problemi con il cardinale Concha Córdoba, che non vedeva di buon occhio le attività di Camilo. La situazione incominciò a diventare spinosa, fino a quando il prelato lo destituì dal suo incarico di cappellano, dalle attività accademiche e dal suo incarico amministrativo che aveva nell’Università Nazionale.

Collaborò alla ricerca diretta da Germán Guzmán, pubblicata come “La violenza in Colombia” (1962, secondo libro 1964). Nel 1963 al primo Congresso Nazionale di Sociologia presentò il saggio “La violenza e i cambiamenti socioculturali nelle aree rurali colombiane”. Fece parte dell’Istituto Colombiano per la Riforma Agraria (INCORA) e della Scuola Superiore di Amministrazione Pubblica (ESAP).

Per pressioni dell’alto clero, nel 1965 rinunciò al sacerdozio.

In quell’anno, elaborò una piattaforma per un movimento di unità popolare, facendo così nascere la forza politica “Fronte Unito del Popolo”. Guidò numerose manifestazioni ed atti pubblici, e pubblicò il settimanale “Fronte Unito”.  Allo stesso tempo prese contatti con l’Esercito di Liberazione Nazionale, di cui dal 1964 fece parte e con il quale concordò la continuazione dell’agitazione politica nelle città, ed il successivo suo ingresso nell’organizzazione quando fosse stato necessario.

Nel secondo semestre del 1965 Camilo lavora allo sviluppo del Fronte Unito e alla pubblicazione del settimanale del movimento (il “Fronte Unito”). Camilo riempì le piazze pubbliche ed ebbe uno straordinario successo politico. Riconobbe l’astensionismo come posizione rivoluzionaria.

Dopo l’ostilità e la persecuzione statale, si unì a novembre all’ELN, e lanciò il “Proclama ai colombiani”. Durante il suo primo combattimento, il 15 febbraio del 1966, morì in battaglia a Patio Cemento, Santander. I suoi resti mortali furono seppelliti in un luogo clandestino, fino ad ora sconosciuto.

Pensiero politico

I principali insegnamenti di Camilo Torres si possono sintetizzare nelle seguenti idee sulla situazione nazionale: per trasformare il paese ed ottenere il benessere della classe popolare è necessario liberare il paese dall’imperialismo nordamericano e dall’oligarchia che serve i suoi interessi, è necessaria la fusione, la mobilitazione e l’impegno dei settori poveri della popolazione con la lotta per la costruzione di un nuovo stato.

Per questo, si deve creare l’unità del movimento rivoluzionario e di opposizione, unendo le masse oppresse del paese; bisogna avere la convinzione di portare la lotta fino al suo estremo affrontando tutte le conseguenze; e per ultimo, i cristiani non solo hanno la possibilità di partecipare alla rivoluzione, ma hanno l’obbligo di farlo (“il dovere di ogni cristiano è di essere rivoluzionario, e il dovere di ogni rivoluzionario e di fare la rivoluzione”).

Il suo sforzo di conciliare il cristianesimo con il marxismo costituì un altro elemento fondamentale del pensiero di Camilo, sviluppare un nuovo tipo di società di carattere socialista e cristiano, basata sulla giusta distribuzione della ricchezza. “I marxisti lottano per la nuova società, e noi, i cristiani, dovremmo lottare al loro fianco”.

La formazione del pensiero politico di Camilo fu contrassegnata da varie tappe. In primo luogo, ebbe una formazione cristiana cattolica, ma essendo sempre collegato alla realtà sociale e alla situazione di povertà della popolazione colombiana. Successivamente viaggiò in Europa dove si formò come sociologo, ma dove ebbe anche contatti con il mondo socialista e il movimento operaio.

Al suo ritorno in Colombia, Camilo si prefisse di integrare i suoi sforzi per il benessere dei poveri con l’attività scientifica e di ricerca, a partire dalle proprie conoscenze di sociologia. In questo senso, sviluppò progetti di azione sociale e comunitaria nei quali mise il sapere sociologico al servizio dei settori poveri.

L’incapacità di ottenere cambiamenti autentici e profondi con mezzi pacifici e legali, portò Camilo a prospettare la necessità della lotta armata come mezzo per l’istituzione di un nuovo stato e di una nuova società, di carattere socialista. Per questo si unì all’ELN, dove sperava di conseguire la realizzazione della rivoluzione in Colombia, fino al momento in cui cadde ucciso durante il suo primo combattimento.

2002

Bibliografia su Camilo Torres

Su Camilo sono state scritte numerose opere che toccano tutti i generi, tra le quali si possono trovare saggi, libri, tesi di laurea, articoli, reportage, ecc., così come opere a livello internazionale. Le più importanti sono:

SOTO APARICIO, Fernando. “La siembra de Camilo”. (romanzo). Bogotá, Plaza y Janés, 1971.
BRODERICK, Walter. “Camilo Torres. El cura guerrillero”. Bogotá, Círculo de lectores, 1977. {edizione colombiana}
VILLANUEVA, Orlando. “Camilo. Acción y utopía”. Bogotá, Universidad Nacional de Colombia, 1995.
HABEGGER, Norberto. “Camilo Torres, el cura guerrillero”. Buenos Aires, Peña Lillo, 1967.
LÓPEZ, María. “Camilo camina en Colombia”. Bogotá, 1989.
TRUJILLO, Francisco. “Camilo y el Frente Unido”. Bogotá, 1987.

[e alcuni documentari di cui uno in italiano:
Camillo Torres, un prete guerrigliero (1969) di Paolo Breccia]
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* In una intervista realizzata da Marta Harnecker e pubblicata con il titolo “Unità che moltiplica” (Quito, Editorial La Quimera, 1988), Rafael Ortíz, membro del Comando Centrale dell’Unione Camilista Esercito di Liberazione Nazionale (UCELN), spiega le circostanze della morte di Camilo Torres: “Unendosi alla lotta armata, immediatamente si uniforma alla vita guerrigliera. … In quelle circostanze, quando viene pianificata una imboscata, egli sostiene di dovervi partecipare con l’argomento che se ci sono delle regole, egli non può rimanerne escluso. … Camilo convince Fabio e Medina e loro decidono che vada, ma lo pongono in un posto più sicuro, come dire, all’estremità dell’imboscata. … I compagni, pensando di aver eliminato la truppa che era caduta nell’imboscata, dettero la voce di recupero, ma quando Camilo va a recuperare un’arma è colpito da uno dei militari che era caduto ferito. L’imboscata durò un po’ a lungo e quando si rendono conto che Camilo era caduto si slanciano per tirarlo fuori ma è già troppo tardi. … In quell’azione cadono cinque compagni che cercavano di portare aiuto a Camilo”.

Voces de Colombia – ELN

29.12.2005

Traduzione del Comitato Carlos Fonseca da
Edgar Camilo Rueda Navarro, “Biografía de Camilo Torres” traducido para Voces de Colombia por S., pubblicato il 29-12-2005 su [http://www.camilovive.org/camilov/index.php/biografia], ultimo accesso 10-04-2012.

 

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