Cile: gli studenti tornano alla carica


Ruben Andino Maldonado

Bilanci, autocritiche, proposte, mobilitazioni, contatti e ricerca di nuove alleanze. La calda estate del 2012 è servita ai giovani riuniti nella Confederazione degli Studenti del Cile (Confech) per fare una verifica di quanto accaduto nel movimento per l’educazione e per proiettarsi verso il futuro.  I dirigenti hanno concluso che uno degli errori commessi è stato l’insufficiente collegamento tra gli universitari e gli studenti delle secondarie, e il non coordinamento tra il movimento studentesco e gli altri attori sociali. Considerano una grande debolezza la loro mancanza di relazioni con i loro pari delle università private, degli istituti professionali e dei centri di formazione tecnica, e con le diverse organizzazioni che riuniscono quelli delle secondarie.

Questa necessità di stringere relazioni nasce dal riconoscimento dell’apporto che questi settori hanno dato – con la loro presenza e attività nelle manifestazioni in strada – e con l’influenza che hanno esteso all’ambito sociale e familiare di ciascuno studente impegnato, dando al movimento per l’educazione una presenza di massa, una diversità e un colore che non sarebbero stati possibili senza quella partecipazione.

Un sondaggio fatto tra novembre 2011 e gennaio di quest’anno a persone influenti di diverse regione del Cile, fatto conoscere a marzo dal Centro Democrazia e Comunità (CDC), ha rivelato che la principale preoccupazione dei padri è la qualità dell’educazione (87%). Il 72% degli intervistati ha detto di coincidere con le richieste degli studenti delle secondarie, un 85% ha detto di essere d’accordo con quelle e crede che continueranno; e un 68% appoggia l’occupazione delle scuole.

Durante l’estate  le conversazioni e i giri attraverso le regioni hanno permesso ai dirigenti studenteschi di aprire spazi di dialogo con lavoratori del rame, pescatori artigianali, lavoratori forestali e portuali,  popolazione urbana, comunità mapuche e funzionari pubblici, che si aggiungono alle già tradizionali relazioni del movimento studentesco con il Collegio dei Professori.

Educazione gratuita

I 28 dirigenti delle federazioni studentesche raggruppate nella Confech, riunitisi il 3 marzo nell’Università Tecnica Federico Santa María di Valparaíso, hanno fatto una prima analisi del lavoro svolto nel 2011 ed hanno constato che ora c’è una maggiore coscienza riguardo la richiesta di una migliore educazione. A partire da questa evidenza, si sono dati il compito di elaborare una proposta che è in fase di realizzazione, e che ha lo scopo di stabilire la gratuità del sistema di insegnamento in Cile dal livello prescolare fino all’educazione
superiore.

Le proposte di finanziamento che il documento conterrà per il nuovo modello di gratuità, sono ancora in discussione e le soluzioni vanno dalla nazionalizzazione delle risorse naturali ad una riforma tributaria che permetta di acquisire fondi per il Fisco per finanziare il sistema educativo; contempla anche iniziative come l’aumento delle royalty (tributi) sull’estrazione delle risorse minerarie non rinnovabili, come il rame o il litio. Gli studenti mapuche propongono anche altre misure, destinate ad impedire che le imprese proprietarie di terreni forestali continuino ad eludere il pagamento delle imposte territoriali (contributi sui beni immobili).

Gli altri temi compresi nel dibattito includono una ampia gamma, come la responsabilità dello stato nell’insegnamento, l’istituzione di una educazione interculturale che rispetti l’identità dei popoli indigeni, soluzioni ai problemi derivati dalla Tessera Nazionale Studentesca (TNE) e il ritiro del progetto di legge Hinzpeter, che criminalizza le proteste sociali. Quest’ultimo naturalmente mette in relazione il movimento per l’educazione a conflitti come quelli che sono sorti a Magallanes o ad Aysén, e con altri relativi alla difesa dell’ambiente, come Pascua Lama, Castilla o HidroAysén.

La vicepresidente della Fech, Camila Vallejo, ha detto al quotidiano elettronico El Mostrador che “c’è una nuova visione, perché ci siamo resi conto che per cambiare l’educazione non basta elaborare delle proposte, ma che bisogna accompagnarle con cambiamenti nel sistema politico e che la gratuità non poteva essere proposta senza una riforma tributaria. Ci siamo resi conto che dovevamo cambiare il (sistema elettorale) “binominale” per avere una maggiore rappresentatività negli spazi istituzionali”.

Il 5 marzo, gli studenti hanno consegnato anche una lettera al presidente Piñera nella quale hanno dato il loro appoggio alle richieste del movimento cittadino di Aysén, ed hanno informato che le federazioni degli studenti decideranno secondo le proprie situazioni il modo di partecipare alle attività di mobilitazione programmate in appoggio delle loro richieste, insieme alle altre organizzazioni sociali e movimenti cittadini.

Sabato 24 e domenica 25 marzo, la Confech è tornata a riunirsi a La Serena e ha adottato due decisioni che costituiscono un chiaro segnale delle sua volontà unitaria e di mobilitazione: aggregare le federazioni degli studenti delle università private e convocare un nuovo corteo studentesco nazionale per martedì 24 aprile; tre giorni dopo la data fissata per rendere pubblica la propria proposta sull’educazione.

Bilancio e proposte

Il documento, che faranno conoscere venerdì 21 aprile, conterrà il bilancio definitivo di quanto realizzato e le proposte della Confech per il 2012. Verrà reso pubblico nel contesto di una manifestazione di massa di carattere culturale e familiare. Le diverse federazioni degli studenti  replicheranno questa attività di massa con manifestazioni nelle città delle regioni dove ci sono sedi di istituzioni universitarie.

Consultato sul principale progetto degli studenti relativo alla gratuità dell’educazione superiore, il ministro dell’Educazione, Harald Beyer, si è affrettato a dire che una politica di gratuità totale è “regressiva” e ha ribadito che i “crediti relativamente lievi” sono l’alternativa per coloro che non usufruiscono di aiuti. Insomma, ha ripetuto la sceneggiatura dei suoi predecessori.

José Ancalao, portavoce della Federazione Mapuche degli Studenti (Femae), ha replicato al ministro di non screditare la proposta prima di averla in mano e Noam Titelman, presidente della Federazione degli Studenti dell’Università Cattolica (Fuc), ha dichiarato che non è vero che ci sia la gratuità per gli studenti che appartengono ai primi tre dei cinque strati sociali (che raggruppano il 60% più povero della popolazione).

Opinioni diverse

Su un piano più autocritico la Confech, inoltre, analizza la convenienza di usare in modo più limitato nelle sue mobilitazioni i cortei, le occupazioni e gli scioperi, considerando che in molti casi hanno logorato il movimento. Gli studenti dibattono sulle nuove forme che assumeranno le azioni che realizzeranno quest’anno. Al riguardo, sono d’accordo che in pubblico ci sarà uno stile meno centrato sulle figure carismatiche, come l’anno passato sono stati Camila Vallejo o Giorgio Jackson. Per José Ancalao, le caratteristiche che nel 2012  assumerà la mobilitazione dipenderanno dalle decisioni che localmente farà ciascuna federazione. Noam Tetelman sottolinea l’urgenza di organizzarsi con gli altri settori sociali, sia nell’ambito dell’educazione come al di fuori di questa. Riguardo alle modalità di mobilitazione e di pressione, Titelman pensa che queste debbano adeguarsi al contesto in cui avvengono e sottostare anche ai suoi obiettivi. Dice: “Dobbiamo puntare ad una presenza di massa e ad una presa di coscienza riguardo ai problemi sociali”. Daniela López, presidente della Federazione degli Studenti dell’Università Centrale, crede che il movimento debba continuare a fare azioni, anche se ciò necessariamente non significa fare cortei tutte le settimane. Pensa che queste attività debbano combinarsi con altre che coinvolgano le famiglie degli studenti e l’insieme della popolazione.

Anche gli allievi raggruppati nell’Assemblea di Coordinamento degli Studenti Secondari (Aces) si sono riuniti per valutare la strategia di mobilitazione da adottare nel 2012, e non scartano di continuare a fare occupazioni e scioperi, con il criterio che ciascun liceo decide quale sarà il modo di partecipare. Eloísa González, portavoce del Liceo Sperimentale Manuel de Salas, precisa: “Noi studenti delle secondarie porteremo le nostre richieste e appoggeremo anche gli altri settori sociali e cittadini”.

Differenze tattiche

Il corteo del 15 marzo ha messo a nudo differenze tattiche all’interno del movimento studentesco. Mentre le federazioni degli studenti delle università tradizionali hanno preferito aspettare di effettuare l’assemblea consultiva prima di scendere in strada, i dirigenti di alcune università, come la Federazione degli Studenti dell’Università Metropolitana di Scienze dell’Educazione (ex Pedagogia) e la Federazione degli Studenti dell’Università Centrale, si sono uniti alla manifestazione convocata dall’Assemblea di Coordinamento degli Studenti Secondari (Aces).

I carabinieri hanno represso i manifestanti con il pretesto che il corteo non era stato autorizzato. Barricate sono state erette nell’Alameda e nelle strade vicine, tra il centro di Santiago e la simbolica Piazza Italia. I parchi Forestal e Bustamante sono stati lo scenario di scontri tra circa diecimila manifestanti e carabinieri.

Il portavoce della Aces, Alfredo Vielma, si è mostrato d’accordo con la maggioranza della manifestazione. Il dirigente ha difeso la legittimità di esprimere in strada lo scontento studentesco, poiché questo è l’unico mezzo che sia efficace affinché le autorità ascoltino le loro richieste.

Studenti senza immatricolazione e professori esonerati

All’inizio dell’anno scolastico, in comuni come Santiago, Providencia e Nuñoa, nella Regione Metropolitana, molti studenti hanno visto decadere la propria immatricolazione e dei professori sono rimasti senza lavoro per aver partecipato al movimento del 2011. Tra i colpiti ci sono stati alunni di prestigiose scuole municipali come il Liceo Amunátegui, che ha espulso 30 alunni; il José Victorino Lastarria, che ha fatto decadere l’immatricolazione di 15 studenti, il Carmela Carvajal e il Liceo Augusto D’Halmar, de Ñuñoa. Licenziamenti hanno colpito anche dei professori sospettati di aver approvato le richieste dei loro studenti.

Il 15 marzo un gruppo di dirigenti sociali collegati all’educazione, capeggiati da Dafne Concha, portavoce del Coordinamento dei Genitori e Aventi Diritto all’Educazione (Corpade), e Bárbara Figueroa, dirigente del Collegio dei Professori e Gabriel Boric, presidente della Fech, in rappresentanza degli studenti, hanno consegnato una lettera al ministro dell’Educazione nella quale sollecitano di intercedere presso i sindaci e i direttori di liceo che hanno fatto decadere l’immatricolazione di centinaia di alunni.

Gabriel Boric ha detto che l’esperienza dimostra che “quest’anno dobbiamo continuare a mobilitarci e lo faremo perché sappiamo che la classe politica continua ad essere assorta nei propri pensieri. Ci piacerebbe parlare dei temi di fondo, discutere quale sia il ruolo dello stato nell’educazione e chiedere al governo se crede che vada bene che la gente si arricchisca a costo dei sogni delle famiglie più umili”.

Alfredo Vielma, espulso dal Liceo Amunátegui e obbligato a fare la 4° media nei corsi serali, afferma che sono più di 200 le espulsioni di rappresaglia per le mobilitazioni studentesche. Considera gravi anche gli esoneri dei docenti, perché , “ogni volta che si licenzia un professore, si sta privando di entrate una famiglia lavoratrice”.

Pubblicato in “Punto Final”, edizione Nº 754, 30 marzo 2012

www.puntofinal.cl

tratto da Rebelión

04-04-2012

Traduzione del Comitato Carlos Fonseca da
Ruben Andino Maldonado, “Estudiantes vuelven a la carga” traducido para Punto Final por S., pubblicato il 30-03-2012 su [http://www.rebelion.org/noticia.php?id=147401], ultimo accesso 06-04-2012.

 

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