In Colombia i paramilitari continuano ad operare, benché il governo si vanti dei suoi presunti piani di smobilitazione.
Sei dipartimenti della Colombia hanno cominciato l’anno con una recrudescenza del conflitto armato. Il nordest del paese ha vissuto, in meno di una settimana, l’esecuzione di uno dei capi del crimine organizzato della zona, l’imposizione di uno sciopero armato e la militarizzazione della regione.
Le bande criminali (Bacrim) hanno conquistato i titoli della stampa dalla fine del 2011, nonostante che nella vita quotidiana l’occupazione del paese da parte di queste organizzazioni abbia già messo radici: dei 32 dipartimenti della Colombia, solo l’Amazzonia ed il Vaupés non hanno registrato questa nuova struttura che poco a poco si è consolidata sulla scena fino a prendere il controllo di più di 300 municipi.
Cosa sono le bande criminali? Il deputato Iván Cepeda ha detto che l’espressione “bacrim” non è altro che un eufemismo utilizzato dal governo nazionale per definire un’altra struttura del paramilitarismo.
In una intervista concessa a Radio del Sur, Cepeda ha precisato che questi gruppi criminali “non sono semplici bande di narcotrafficanti”, ma che “contano sull’appoggio politico ed economico di settori influenti”.
Un membro dell’organizzazione Colombiani e Colombiane per la Pace ha ricordato che il presidente Juan Manuel Santos ha attribuito lo sviluppo delle Bacrim ad “una tenebrosa mano dell’estrema destra in Colombia”, e successivamente ha avvertito che queste strutture “funzionano nei dipartimenti dove tradizionalmente ha avuto una grande influenza l’ex presidente Álvaro Uribe Vélez”.
L’ultimo episodio della trama armata è stato l’imposizione di uno sciopero il 5 e 6 gennaio da parte degli “Urabegni”, bacrim che opera nel golfo di Urabá, alla frontiera con Panama e che si estende su 181 municipi della Colombia.
La risposta dell’Esecutivo è stata il dispiegamento di 6.000 uomini della Forza Pubblica in Antioquia, Córdoba, Magdalena, Sucre, Cesar e Chocó.
Ancora una volta, l’ascesa vertiginosa della Bacrim mette sotto giudizio il supposto successo delle smobilitazioni sostenute dalla Legge di Giustizia e Pace.
Per José Antonio Gutiérrez D., coordinatore del libro “Origini Libertarie del Primo Maggio in America Latina”, lo sciopero armato è la prova che “la smobilitazione non fu tale e che ciò che si cercò fu, in grande misura, l’impunità e la “normalizzazione” dell’operato del paramilitarismo (espropriazione, controllo, consolidamento di padrini politici)”.
Iván Cepeda ha avvertito che dietro la militarizzazione si nasconde una concertazione “per evitare qualsiasi processo di restituzione delle terre, qualsiasi processo tendente verso la pace in Colombia e qualsiasi processo che dia dei benefici a contadini, indigeni e afrodiscendenti di questa zona del paese”.
Non è la prima volta che si manifesta una denuncia di questo tipo. Nell’ultimo comunicato delle Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia-Esercito del Popolo (FARC-EP), il comandante Timoleón Jiménez ha avvertito che l’aumento della presenza militare nel Catatumbo, nell’est del paese, coincide con l’arrivo nella regione di nuove imprese multinazionali.
17.01.2012
Resumen Latinoamericano/AVN
Traduzione del Comitato Carlos Fonseca da |
Neirlay Andrade, “Bandas criminales en Colombia: la nueva cara de los desmovilizados” traducido para Resumen Latinoamericano por S., pubblicato il 17-01-2012 su [http://www.resumenlatinoamericano.org/index.phpoption=com_content&task=view&id=3078&Itemid=1&lang=es], ultimo accesso 18-01-2012. |