Per l’ELN, il continente è “rosso e nero”


Siamo nati segnati dal Sud, avvinghiati al cammino emanicipatore, scolpiti nei sogni libertari, attingendo dagli orizzonti multietnici e pluriculturali. Anche se siamo stati plasmati dalle gesta cubane, la nostra origine era quella popolare e contadina, operaia e studentesca, indigena e afrodiscendente della nostra patria.

Siamo sorti influenzati da Guevara e Fidel. Rossi e Neri come i cubani del Movimento 26 Luglio, i Nica sandinisti, i miristi cileni e quelli dell’ELN della Bolivia e del Perù, tra gli altri. Noi accettammo di essere parte di uno scontro continentale contro l’Imperialismo yankee. Siamo il Distaccamento di combattenti che credono che la Patria è l’America e ancor di più, che la Patria è l’Umanità.

Si compiono quarantasette anni da quando incominciò quella prima marcia. I guerriglieri dell’ELN
camminavano per le montagne della Colombia, coscienti della loro condizione di combattenti della Nostra America, con il proposito dialettico, che è impossibile fare la rivoluzione in un solo paese. Coloro che fecero irruzione nella storia della resistenza e della liberazione della Colombia, lo facevano anche per la liberazione della Nostra America.

Diversi fondatori si formarono nello spirito internazionalista, combattendo le bande criminali controrivoluzionarie a Cuba, nella Sierra di Escambray. Le gesta popolari bolivariane si rinnovavano ed ora erano i membri della Brigata José Antonio Galán, che nello stesso tempo addestravano ed apprendevano i principi della guerra di guerriglia, che offrivano il loro sudore ed il rischio di perdere le proprie vite per difendere il nascente processo della Rivoluzione Cubana.

In Colombia si riprendeva il filo della lotta per l’indipendenza continentale, adesso con la consegna definitiva di “Nessun Passo Indietro, Liberazione o Morte”.

La stessa lotta che Bolívar aveva intrapreso contro l’impero spagnolo, nello stesso tempo stava avendo luogo in vari paesi della Nostra America. Facevamo parte di una iniziativa continentale e così fin dall’inizio lo avevamo inteso. Lo scontro contro l’imperialismo era lo stesso, nelle condizioni storiche e con la componente sociale che si era plasmata nel Manifesto e nel Programma di Simacota. I pionieri comprendevano che il Libertador (Liberatore) aveva lasciato molti compiti da finire e che il popolo li avrebbe portati a termine.

Questo requisito internazionalista, è posto così nel punto 11 del Programma, pubblicato nel 1965: “(…) opposizione ad ogni forma di oppressione e di dominazione imperialista, colonialista o neocolonialista, difesa della pace mondiale e solidarietà per l’indipendenza nazionale ai popoli oppressi contro i loro oppressori (…).

La battaglia è continentale e mondiale. Così è impresso nel pensiero originale dell’ELN e siamo stati conseguenti pur con le nostre limitazioni riguardo a ciò. Compagni e risorse materiali, azioni politiche e militari, solidarietà e spazi comuni costituiscono in ogni Congresso dell’Organizzazione, accanto alla costante conferma politica ideologica, l’accumulato che permette di rafforzarci come un Distaccamento in armi, nello scontro contro le oligarchie e l’imperialismo yankee.

Il segno fondamentale di questo requisito è la militanza tra le nostre forze di numerosi combattenti internazionalisti, della Nostra America ed europei, che quotidianamente hanno dato e danno le loro vite, la loro energia vitale, anche fino al sacrificio.

Manuel Pérez Martínez, Comandante della nostra organizzazione dal 1983 fino alla sua morte avvenuta nel febbraio del 1998, spagnolo di origine e come noi americano di cuore e di coscienza, intendeva la sua partecipazione nell’ELN come il suo impegno verso i poveri, verso coloro che necessitano di più della terra. Giustamente comprendeva che l’imperialismo non ha frontiere e pertanto anche la sua lotta contro quello. Accettò la sua condizione di guerrigliero, trasformandosi dalla base, con il suo impegno, con capacità politica e attraverso condizioni eccezionali, nel nostro Primo Responsabile.

La prassi ed il pensiero di Bolívar e del Che, sono un elemento fondamentale della condizione elena. Abbiamo cercato in questi 47 anni di essere coerenti con la loro opera ed il loro lascito.

In questi momenti roventi ribadiamo l’impegno all’integrazione dei nostri popoli, la nostra attenzione e solidarietà ai processi popolari e democratici che si sono aperti, per il bene di noi americani. Processi come
UNASUR, ALBA e  CELAC, li riteniamo come adeguati e comprendiamo il significato politico di questi passi da gigante verso la reale indipendenza della Nostra America.

La marcia che era iniziata là in Santander continua, inalberando le stesse bandiere di Liberazione Nazionale, di antimperialismo e di trasformazione sociale dei nostri popoli.

In questo periodo di bicentenario l’ELN, nel suo 47 anniversario, manifesta il suo interesse per la nostra America e si avvale di quanto accumulato per contribuire all’integrazione dei nostri popoli, all’approfondimento dei processi popolari e democratici, all’indipendenza reale delle nostre terre.

04 luglio 2011

Voces de Colombia -ELN

Traduzione del Comitato Carlos Fonseca da
“Para el ELN, el continente es rojo y negro” traducido para Voces de Colombia por S., pubblicato l’ 04-07-2011 su [http://www.eln-voces.com/index.php?option=com_content&view=article&id=1024:para-el-eln-el-continente-es-rojo-y-negro&catid=26:artculos&Itemid=69], ultimo accesso 06-07-2011.

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