Scompaiono i computer di Raúl Reyes


 La Corte Suprema di Giustizia colombiana ha affermato che i documenti “trovati” nei computer di Raul Reyes non possono essere usati come prova in un processo. I computer furono sequestrati dopo l’attacco all’accampamento delle Farc in Ecuador nel marzo 2008 in cui venne ucciso il dirigente guerrigliero. Fino ad oggi molte persone sono state accusate di collusione con le Farc sulla base di questi documenti.

Juan Cendales

Rebelión

Ieri la Corte Suprema di Giustizia ha archiviato l’indagine che portava avanti contro l’ex parlamentare del Polo Democratico Alternativo, Wilson Borja, contro cui la Procura Generale della Nazione aveva aperto un processo e sollecitato alla Corte la sua condanna per avere legami con le FARC, accusa supportata dai supposti messaggi trovati nei computer dell’abbattuto capo guerrigliero Raúl Reyes il 1 marzo 2008, nell’assalto realizzato ad un accampamento situato nella selva ecuadoriana. I computer di Reyes probabilmente erano rimasti intatti dopo che sull’accampamento guerrigliero erano state lanciate tonnellate di cariche esplosive.

Con simili prove furono coinvolti altri parlamentari e dirigenti del Polo e del Partito Liberale, giornalisti, sindacalisti e perfino ex commissari di pace. La senatrice Piedad Córdoba, una grande attivista per la pace e i diritti umani fu destituita come parlamentare dal Procuratore Generale, che si basò sulle prove del computer per formulare contro di lei varie imputazioni di rapporti e promozione delle FARC.

Nel caso di Wilson Borja la Corte Suprema di Giustizia ha segnalato che “non esistono prove sufficienti ne contundenti per processarlo per presunti legami con la guerriglia delle FARC. Segnala, inoltre, che “ancor meno basandosi sugli archivi del computer di Raúl Reyes, non hanno il carattere di prove in un processo penale”.

Secondo la Corte Suprema di Giustizia, che da ragione ad argomenti giuridici di esperti colombiani e di tutto il mondo, i supposti testimoni, archivi o messaggi non servono come prova giuridica poiché furono acquisiti durante un’azione illegale e furono, inoltre, recuperati e trasportati dalle stesse truppe dell’Esercito che effettuarono l’assalto ed è la Polizia giudica quella che deve raccogliere prove testimoniali.

Allora il presidente Uribe ed il suo ministro della difesa Juan Manuel Santos annunciarono l’esistenza della cosiddetta FARC-POLITICA e dichiararono che ci sarebbero state centinaia di arresti, iniziando una massiccia e sistematica caccia alle streghe ed il linciaggio mediatico di oppositori, giornalisti indipendenti e dirigenti sociali. Ed anche contro i governi dell’Ecuador e del Venezuela.

I giudici dovranno ascoltare e rispettare la decisione della Corte e sicuramente archiviare tutti i processi iniziati e mettere in libertà varie persone che da diversi anni sono in prigione. E sicuramente non potranno continuare il processo contro il rifugiato politico Joaquín Pérez, che fu sequestrato dalla polizia del Venezuela nell’aeroporto di Caracas ed inviato illegalmente in Colombia.

Il dibattito appena comincia. Ci saranno sconfessioni, denunce e scandali. Sicuramente i giudici della Corte saranno accusati nuovamente di essere i prestanome della guerriglia, come furono così violentemente segnalati dal governo di Uribe Vélez.

Nel frattempo, la Procura Generale ha chiesto che siano inviati in carcere nuovi alti funzionari del governo di Uribe. L’ex potente ex segretario Generale della Presidenza, Bernardo Moreno, e l’ex direttrice del Dipartimento Amministrativo di Sicurezza, il temibile DAS, María Victoria Hurtado. Sono stati accusati di associazione a delinquere ed altri delitti che facevano parte delle pratiche del terrorismo di stato.

20-05-2011

Traduzione del Comitato Carlos Fonseca da
Juan Cendales, “Mueren los computadores de Raúl Reyes”, pubblicato il 20-05-2011 su [http://www.rebelion.org/noticia.php?id=128766&titular=mueren-los-computadores-de-raúl-reyes-], ultimo accesso 06-06-2011.

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