Wikileaks: un dispaccio segreto dell’ambasciata USA in Honduras ammette il Colpo di Stato un mese dopo


Ma il governo statunitense l’ha sempre negato e ha sostenuto le accuse dei golpisti contro Zelaya e le elezioni che questi hanno organizzato contro la posizione di tutti i paesi latinoamericani.

“La prospettiva dell’ambasciata è che non ci sono dubbi che i militari, la Corte Suprema e il Congresso Nazionale hanno cospirato il 28 giugno in ciò che ha costituito un illegale e incostituzionale colpo di Stato [coup] contro l’Esecutivo”, queste parole sono usate dall’ambasciata USA a Tegucigalpa in un documento inviato il 24 luglio 2010 (nemmeno un mese dopo il Colpo di Stato) al sottosegretario per le Americhe Thomas Shannon (il documento completo si può leggere qui).
Nonostante la piena consapevolezza di ciò che stesse succedendo in Honduras il portavoce del Dipartimento di Stato dichiarava il 6 agosto che «legalmente non possiamo dire che si tratti di un colpo di stato [militare]. La situazione è ancora oggetto di analisi», e l’Amministrazione Obama mediò prima tra i golpisti e il governo deposto per una ricomposizione di quella che definì pubblicamemente una “crisi costituzionale” per poi riconoscere le elezioni farsa di novembre ed il nuovo governo honduregno di Porfirio Lobo, al contrario di molti paesi sudamericani che ne contestano la legittimità perchè la rottura costituzionale del 28 giugno non è stata ricomposta (per approfondire: Honduras, Golpe in Honduras.

Nello stesso documento l’ambasciata compie un’analisi delle giustificazioni del golpe date dagli oppositori di Zelaya, ma le considera “ambigue”, “alcune senza dubbio false”, “nessuno con una sostanziale validità sotto la costituzione honduregna”. L’espulsione di Zelaya dal paese viene dichiarata “chiaramente illegale” e la nomina a presidente di Micheletti “illegittima”.

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