L’ELN propone a Santos un Accordo Nazionale di Pace


Soldato ELNIn un video messo su Internet, Nicolás Rodríguez Bautista, con lo pseudonimo di Gabino, primo comandante dell’ELN, annuncia di voler riprendere nuovi cammini di pace con la partecipazione di tutti gli attori sociali, attraverso lo svolgimento di un incontro nazionale, e non scartando la creazione di una Assemblea Costituente Nazionale.

In questo processo di ricerca della pace in Colombia Gabino chiede l’accompagnamento dell’Unasur, si trova d’accordo sul sostegno di Governi come Cuba, Venezuela, Svezia e Svizzera, e apprezza gli sforzi della Chiesa Cattolica nei suoi dialoghi pastorali.

Al termine di un video di 15 minuti, accetta il dialogo con organizzazioni sociali come Latinoamericane e Latinoamericani per la Pace.

“Oggi più che mai la pace è una esigenza per il paese. Sfortunatamente, le recenti passate campagne elettorali l’hanno dimenticata, ed è un debito della classe politica verso la Colombia. Otto lunghi anni di guerra controinsurrezionale, come “Sicurezza Democratica”, hanno pesato e continueranno a pesare nel progetto delle politiche dell’elite governante. Nel 1988 l’ELN presentò al paese una proposta di umanizzazione della guerra con l’obiettivo di escludere la popolazione dal conflitto e di proteggerla, affinché fosse superato il terrorismo di Stato ed il governo colombiano accogliesse i trattati sui Diritti Umani. Arrivò a sottoscriverli solo a metà del decennio degli anni 90.

Con queste motivazioni, e facendo parte del Coordinamento Guerrigliero Simón Bolívar, stabilimmo dei dialoghi con il Governo di César Gaviria Trujillo. Nello sviluppo di questa iniziativa, il Governo costrinse la guerriglia a localizzarsi in un’area ridotta, e di fronte al rifiuto di tale pretesa da parte degli insorti, i dialoghi si ruppero e Gaviria rispose nel maggio del 1992 con la “Guerra Totale”.

Durante il Governo di Samper l’ELN presentò al paese la sua proposta di Accordo Nazionale, come via per costruire i processi della nazione. Una convocazione di tutti i settori per discutere i problemi della Colombia e disegnare il suo futuro di pace, intendendo la pace come un grande accordo nazionale che renda possibili le trasformazioni del paese.

Durante il Governo di Pastrana l’ELN riprese la sua proposta di pace, un Accordo Nazionale. Con questo proposito furono portati avanti i dialoghi. Fu concordato di stabilire una zona per gli incontri, che comprendeva i capoluoghi municipali di Cantagallo, San Pablo e parte di Santa Rosa del Sur, nel Sur de Bolívar. Gli incontri tra i rappresentanti del Governo e l’ELN cominciarono nell’oriente di Antioquia, dopo a Cuba ed alla fine nel Sur de Bolívar. Quando questo accordo necessitava solo della firma del Governo, i paramilitari obbligarono Pastrana a non firmarlo. Contrariamente a ciò che si era concordato, fu lanciata una operazione militare contro la regione in cui si trovavano i nostri negoziatori, che ripiegarono sotto il fuoco nemico, subendo 4 morti tra le proprie unità di sicurezza.

Durante il Governo di Uribe, l’ELN riannodò i propri sforzi per la pace in Colombia. Al tavolo di dialogo furono ottenuti importanti progressi. Fu stabilito un percorso per la pace dove l’insieme della società sarebbe stata protagonista. Quando tutto sembrava risolto, il Commissario governativo per la Pace, Luis Carlos Restrepo impose, come meccanismo di controllo, che l’ELN si concentrasse in un luogo, dove fossero contati ed identificati. Questa richiesta era assurda, poiché esistevano i meccanismi di controllo che obbligavano le parti a rispettare i propri impegni. In tali circostanze, Uribe sospese unilateralmente il sostegno del Presidente Chávez, facendo fallire una volta di più l’anelata pace per la Colombia.

Dopo otto anni di ecatombe uribista, di esclusione sociale, di persecuzione, di guerra, di stare inginocchiati davanti ai gringos e di esasperata corruzione, noi colombiani siamo obbligati a costruire un cammino che ci conduca alla pace con giustizia sociale, che recuperi l’esercizio della politica per la dignità, e dove la partecipazione di tutti al progetto del proprio destino sia la base per la costruzione della democrazia. Circa la proposta di “Accordo Nazionale” del nuovo Presidente Santos, la maggioranza di noi deve superare i limiti di questo accordo borghese, portando avanti l’iniziativa di un “Accordo Nazionale per la Pace” che renda possibili trasformazioni strutturali ai problemi che sono stati le cause principali del conflitto interno, poiché quando quelle continuano a sussistere, la resistenza continuerà ad esistere.

Con questo spirito aperto, democratico e pluralista, l’ELN vuole riprendere la costruzione di un cammino di pace con la partecipazione di tutti i colombiani. Continuiamo a vedere valido il processo per un Incontro Nazionale, affinché ci permetta di convocare tutti i colombiani per discutere dei problemi, per ricreare e costruire democrazia partecipativa e disegnare, inoltre, cammini per il futuro. Tutto questo processo si potrà concludere con un’Assemblea Costituente.

Al Congresso dei Popoli, al Consiglio Permanente e a tutte le espressioni del movimento sociale diciamo che dobbiamo apprezzare gli sforzi per un accordo popolare e nazionale, intercedere per la tolleranza ed il rispetto in mezzo alla diversità, che sia possibile un grande movimento nazionale che sia il principale supporto nella costruzione della pace e della giustizia sociale. Questo progetto non rientra negli stretti confini di unità oligarchica proposta da Juan Manuel Santos come rimedio al Fronte Nazionale che condannò la Colombia ad una violenza perpetua.

Al Polo Democratico, ai movimenti politici alternativi, la cui creazione come incontro di importanti settori della sinistra ha creato molte aspettative nel popolo che non possono essere lasciate cadere. Al contrario, bisogna rivitalizzarle, intercedendo per l’unità del campo popolare e democratico, costruendo ed ampliando le basi programmatiche per una nuova Colombia dove la pace sia assunta come una bandiera nazionale.

Alle commissioni facilitatrici della pace e di riconciliazione nazionale, consideriamo di grande valore il loro apporto nei precedenti processi di pace. Nonostante gli ostacoli incontrati, non possiamo venir meno. Oggi la pace è una esigenza. Solo l’insieme delle volontà la renderà possibile. Finché dura il conflitto dobbiamo rimanere in contatto, ricreare proposte, iniziative e cercare vie d’uscita.

Alla Chiesa colombiana, il nostro riconoscimento per la difesa che fa degli umili, in particolare, delle vittime del conflitto. Oggi sono posti all’ordine del giorno i dialoghi pastorali e umanitari come preambolo a scenari di una dialogo nazionale. Siamo d’accordo che questo lavoro umanitario non debba essere posto all’attenzione di nessuno, perché è parte della sua condizione cristiana ed umanitaria.

Alle organizzazioni delle vittime, il loro meritorio lavoro merita tutto il nostro rispetto e la nostra considerazione. La pace in Colombia passa per il riconoscimento delle vittime del conflitto e la integrale applicazione del processo di Verità, Giustizia e Riparazione. A tal fine, dobbiamo contribuire tutti. Non ci potrà essere pace se non si affronta con coraggio e decisione il dramma di tutte le vittime del conflitto per cercare una conveniente soluzione.

Al Governo nazionale diciamo che ha la sfida di offrire al paese un cammino verso la pace, poiché il mandato costituzionale stabilisce così. La resistenza esiste per molte cause sociali, economiche e politiche, che i governi non hanno voluto trasformare. È verso questo cammino di trasformazioni per il quale la resistenza chiede una costruzione di pace, e con questo proposito saremo sempre disposti a dialogare.

Al Parlamento vogliamo dire che dovrebbe essere la tribuna dove si esprimo i movimenti sociali. Non si può continuare a scavalcare la volontà popolare e a legiferare senza nessun tipo di consultazione con coloro che li hanno eletti. Il Parlamento deve essere aperto all’ascolto dell’insieme del movimento sociale, alla discussione dei problemi del paese e non essere il luogo dove si confabula, che ha consegnato il paese alla corruzione, alle mafie e al paramilitarismo.

Alle Latinoamericane e ai Latinoamericani per la Pace: I vostri forzi per il paese e per il continente, si sono guadagnati il riconoscimento di vasti settori dell’opinione nazionale ed internazionale, è necessario dare un nuovo profilo ad un colloquio più diretto con l’ELN e davanti al paese, insieme agli altri sforzi nazionali ed internazionali, apriamo le porte alla pace in Colombia.

All’Unasur, riaffermiamo la nostra richiesta di accompagnare la ricerca della pace in Colombia, intesa questa come una necessità per la stabilità democratica del continente, e così come sono stati ascoltati gli argomenti del Governo colombiano sul conflitto, pensiamo, per un necessario equilibrio ed una giusta politica, che si debbano ascoltare le richieste dell’ELN. La Colombia saprà ringraziarvi.

Apprezziamo la partecipazione e la solidarietà che in precedenti occasioni paesi come Cuba, Venezuela, Norvegia, Svezia e Svizzera, tra gli altri, hanno significativamente dato alla ricerca della pace in Colombia.

Riaffermiamo che l’ELN è fermamente impegnato nel rispettare le comunità: la loro vita, i loro beni e le loro organizzazioni. Continuerà a pretendere che tutte le sue unità mantengano questo mandato. Sarà aperto all’ascolto delle critiche e disposto a rettificare i propri errori quando li abbia commessi.

Reiteriamo il nostro rispetto e la nostra ottemperanza verso i Diritti Umani, con la volontà di discutere e di scambiare opinioni sui temi peculiari del conflitto colombiano nello spirito di risolverli. Infine, siamo categorici nel riaffermare che non abbiamo nulla a che vedere con il narcotraffico. Non abbiamo né coltivazioni, né laboratori, né reti di trasporto o di distribuzione. A prova di ciò, non esiste nessun registro penale né ci sarà, poiché nulla abbiamo a che vedere con questo fenomeno.

La Colombia può contare sull’ELN per una proposta di pace che ci porti giustizia sociale e una vera democrazia.

La Colombia ai lavoratori!

Nessun passo indietro!

Liberazione o Morte!

04-11-2010

***

da El Espectador

Fonte originale: http://www.elespectador.com/articulo-232964-eln-le-propone-santos-un-acuerdo-nacional-de-paz

rCR

Traduzione del Comitato Carlos Fonseca da
Rebelión, “ELN le propone a Santos un Acuerdo Nacional de Paz” traducido para Rebelión por S., pubblicato il 04-11-2010 su [http://www.rebelion.org/noticia.php?id=116058&titular=eln-le-propone-a-santos-un-acuerdo-nacional-de-paz], ultimo accesso 04-11-2010.

 

,

I commenti sono stati disattivati.