Comunicato del PRT Santucho
Oggi è morto Néstor Kichner. Dopo un lungo percorso politico arrivò nel 2003 alla presidenza per mano di Eduardo Duhalde. In questo processo Kirchner è andato formando l’autorità e l’esperienza necessaria per mantenere a galla la sconquassata barca dell’ingiusto sistema capitalista, riuscendo a stabilizzare parzialmente lo scenario politico dopo la crisi del 2001 e dopo i fatti del 26 giugno 2002, che obbligarono Duhalde a convocare le elezioni anticipate.
Con l’assunzione della carica l’ex presidente seppe rivitalizzare il regime di dominazione e assicurare un relativo recupero economico del paese. Quest’ultimo ottenuto soprattutto attraverso le trattenute, e dopo, attraverso l’uso dei fondi dell’ANSES (ottenuti con la nazionalizzazione). Questi fondi sono stati sempre trasferiti nelle casse della borghesia locale e dei monopoli, attraverso la protezione cambiaria ed i sussidi multimilionari. Kirchner ed il suo progetto hanno sempre di tutelare gli affari di quelli che hanno di più. La rendita agraria ed il permanente aumento del tasso di sfruttamento dei lavoratori hanno fornito denaro fresco per sostenere il “modello K”. Chiaramente, indebitandosi sempre e pagando l’illegittimo e fraudolento debito estero. Però non pretendiamo di fare un’analisi economica, ma di evidenziare a grandi linee il ruolo fondamentale dell’ex presidente nel difendere gli interessi e gli affari monopolistici con il suo modo di agire nello Stato. Accompagnando ciò con il suo abile intervento politico, con la sua esperienza e abilità, come deputato nazionale, facendo parte dell’UNASUR e come presidente del PJ. Alla fine, come leader, realizzando politiche che permettessero, in una situazione di crisi, una certa stabilità alle classi dominanti, e soprattutto prima dell’attuale aumento della lotta di classe.
La morte di Néstor Kirchner sgretola considerevolmente questo scenario e fa sentire chiari indizi di acutizzazione della crisi interborghese. Questo è un punto chiave per comprendere i momenti che verranno. Non possiamo dimenticare che Kirchner senza essere Presidente giocava un ruolo centrale nel garantire la governabilità, gli affari e l’iniziativa politica, e a sua volta era il logico candidato della continuazione per il 2011.
Con la sua morte, da diversi settori delle classi dominanti si innalza ogni tipo di elogio, ma soprattutto vengono diffusi nuovi programmi e condizionamenti. Alcuni per “approfondire il processo” o per dare impulso a “ciò che è stato fatto bene”, ed altri esplicitamente per “modificare, rettificare, correggere o cambiare”. Queste parole esprimono differenti dispute in seno al regime capitalista, che si acuiranno senza la certa direzione di Néstor Kirchner. I primi agitano i fantasmi della “destra che avanza” e fanno giri di parole sul Governo favorevole ai monopoli, mentre i secondi lo mettono sotto pressione, rappresentando i settori agrari ed industriali (agitando anche i fantasmi di possibili crisi di governabilità).
Però, in questo scenario il popolo è il convitato di pietra. Rosendo Fraga, di fronte alla morte dell’ex presidente, in una nota speciale su La Nación di oggi afferma: “smettere di essere la presidentessa di una fazione, per diventare quella di tutti gli argentini”. In termini chiari, potremmo sostenere che ciò che prospetta questo signore, è che la Presidentessa non si dimentichi di tutti coloro che vogliono e possono fare affari nella nostra Patria a costo della sofferenza e dello sfruttamento della classe operaia e del popolo povero, e che smetta di proteggere solo gli affari di alcuni monopolisti. Perché in fin dei conti ciò che è in discussione per gli sfruttatori, è la massa di ricchezza che ha prodotto la nostra Patria.
Per ciò, come PRT Santucho, mettiamo in guardia tutto il popolo circa le crepe che la morte di Kirchner apre nel regime borghese, e circa le discussioni che avverranno all’interno della borghesia. Ciò significa mettere in guardia per costruire una punto di vista sicuro e fermo riguardo l’indipendenza politica di fronte alla borghesia ed ai monopoli, e per opporsi nettamente ad ogni tentativo che favorisca una via d’uscita conciliatrice tra sfruttatori e sfruttati a partire da minime concessioni al popolo.
I grandi mezzi di comunicazione (alcuni alleati ed altri oppositori del governo) hanno bombardato fino alla stanchezza, affermando questa concezione pluriclassista, alcuni incoraggiando le illusioni tra la “borghesia progressista” ed altri sostenendo il “lutto di tutta la Patria”.
Fino a che esisterà il capitalismo, mentre un minuscolo gruppo di proprietari concentrano la ricchezza, il potere e le armi, e le usano contro i lavoratori ed il popolo in generale, non ci sarà una Patria per tutti. Perché la Patria è la classe lavoratrice.
Direzione Nazionale
PRT Santucho dell’Argentina
27 ottobre 2010
Traduzione del Comitato Carlos Fonseca da |
PRT Santucho, “Comunicado: Ante la muerte de Kirchner” traducido para La Haine por S., pubblicato il 27-10-2010 su [http://www.lahaine.org/index.php?p=15972], ultimo accesso 29-10-2010. |