Santos è il nuovo presidente della Colombia. Ecco chi è


Juan Manuel Santos
Juan Manuel Santos è stato eletto domenica con poco più di 9 milioni di voti, a vincere è stata l’astensione che ha superato il 55%. Santos è stato Ministro della difesa di Uribe, ed è membro di una delle più potenti famiglie colombiane.Vera vincitrice è l’astensione

Al ballottaggio di domenica scorsa l’astensione è stata ancora più alta che al primo turno: è salita dal 50,73% al 55,52%. Santos governerà con il mandato di 9.004.221 colombiani su una popolazione di 43 milioni (iscritti al voto: 30 milioni).

I giornali di tutto il mondo preferiscono riportare il successo relativo di Santos (69,05%) sul candidato del partito verde Antanas Mockus (27,52%) per affermare che il candidato del Partito della U gode di largo consenso in Colombia, ma il 69% del 45% è meno di un terzo della popolazione votante: come Uribe Santos non ha il consenso che di una parte largamente minoritaria della popolazione colombiana.

L’astensione, motivata dalla sfiducia a un ceto politico che fa gli interessi delle multinazionali e opprime la popolazione con l’esercito e i gruppi paramilitari, è ancora una volta la vincitrice delle elezioni colombiane (quattro anni fa era stata del 55,89%, otto anni fa del 53,53%).

Chi è il nuovo presidente della Colombia

È il rampollo di una delle famiglie più ricche è influenti
della Colombia, in possesso del principale quotidiano del paese.

È cresciuto come Uribe nelle file del Partito Liberale dal quale
è uscito nel 2005 per partecipare alla creazione del Partito della U
a sostegno del governo Uribe.

È stato ministro della difesa dal 2006 al 2009, mentre l’esercito
uccideva più di 2000 civili, soprattutto contadini, per farli
passare come guerriglieri e mostrare risultati nella lotta alla
guerriglia.

Ha affermato di voler continuare la
politica di Uribe non cercando una
soluzione politica al conflitto trattando con la guerriglia e
tentando di diminuire la povertà solo assegnando sussidi e esenzioni
fiscali alle imprese.

Juan Manuel Santos Calderón
nasce il 10 agosto 1951, studia Economia all’Università del
Kansas e alla London School of Economics e giornalismo ad Harvard. La
sua famiglia è proprietaria del quotidiano El Tiempo, l’unico ad
uscire in tutto il paese, il fratello di suo nonno, Eduardo Santos
Montejo, è stato Presidente della Repubblica dal 1938 al 1942.

Dopo essere stato rappresentante della
Colombia nella Organizzazione Internazionale del Caffè a Londra per
sette anni, diventa Ministro del Commercio Estero per un anno
nel governo di César Gaviria (1990-1994), tra 1995 e 1997 fa parte
del “triunvirato” che dirige il Partito Liberale (uno dei due
principali partiti del paese), dal 2000 al 2002 è Ministro delle
Finanze e del Credito pubblico
nel governo di Andrés Pastrana
(1998-2002).

Nel 2004 esce dal Partito Liberale
per partecipare alla fondazione del Partito della U, nato per
sostenere la presidenza di Álvaro Uribe Vélez eletto nel 2002 come
candidato del Partito Liberale. Uribe, sostenuto da deputati di
partiti diversi, fa dell’aumento delle spese militari (il 3,7% del
PIL, il più alto del continente) l’asse della sua politica così da
garantire il dispiegamento dell’esercito nei territori ad alto
interesse economico (la Colombia è ricca di petrolio, oro, carbone,
risorse forestali e agricole) per proteggere le installazioni delle
multinazionali dagli attacchi delle organizzazioni insorgenti FARC ed
ELN attive dagli anni Sessanta.

Uribe è accusato di avere forti
legami con i gruppi paramilitari
che gestiscono il narcotraffico
e hanno preparato negli anni precedenti l’ingresso dell’esercito
nelle regioni controllate dalla guerriglia scontrandosi con essa e
massacrando la popolazione civile. Le prove sono molte:
concessioni per costruire aeroporti a narcotrafficanti mentre era
direttore del Dipartimento di Aeronautica Civile (1980-1982),
utilizzo di un elicottero registrato a nome del narcotrafficante
Pablo Escobar per portare all’ospedale il fratello ferito dalle FARC
in occasione dell’assassinio del padre, istituzione di Cooperative
Private di Sicurezza (CONVIVIR), una cornice legale ai gruppi
paramilitari, mentre era Governatore di Antioquia (1995-1997), legge
di Giustizia e Pace (2006) che consente l’impunità per la maggior
parte dei reati ai paramilitari che accettano la smobilitazione. Una
smobilitazione che Uribe ha riconosciuto come una vittoria, ma che ha
visto i paramilitari, puliti dei loro crimini, mantenere il possesso
delle terre strappate con la violenza nelle campagne e ritornare
spesso a formare squadroni della morte.

Anche Santos è stato accusato
di avere legami con i paramilitari da Salvatore Mancuso, uno dei capi
delle AUC (Autodefensas Unidas de Colombia, l’organizzazione
paramilitare scioltasi nel 2006) ora in carcere negli Stati Uniti per
narcotraffico. Santos avrebbe trattato direttamente con i
paramilitari riunendosi con il loro leader Carlos Castaño nel
tentativo di destituire con un golpe militare in presidente Ernesto
Samper nel 1997. Molte accuse di Mancuso e di altri ex paramilitari
dirette a politici colombiani, ufficiali dell’esercito e imprenditori
a partire dal 2007 sono state confermate dalle indagini della procura
colombiana e dalle sentenze che hanno condannato, tra gli altri, 44
membri del Congresso 2006-2010, sostenitori della coalizione
uribista.

Il bilancio degli otto anni di
presidenza Uribe si chiude con cifre dimenticate dalla stampa
occidentale: 4,2 milioni di profughi interni, 7000 prigionieri
politici
, più di 2000 casi registrati di esecuzioni
extragiudiziarie
(i contadini uccisi e fatti passare come
morti in combattimento), il maggior numero di sindacalisti
assassinati
nel mondo (48 nel 2009, e già 31 quest’anno), una
povertà che raggiunge il 45,5% dei colombiani secondo lo
stesso Ministero dell’Impiego, Disuguaglianza e Povertà, un rapporto
sempre più subordinato agli Stati Uniti ai quali è stato concesso
un anno fa l’uso di 7 basi militari nazionali.

Di questa politica il presidente che si
insedierà il prossimo 7 agosto nella Casa di Nariño (il palazzo
presidenziale) è stato sostenitore e protagonista come Ministro
della Difesa
, ne sarà il continuatore per i prossimi 4 anni.

Articolo estratto per gran parte da:
Decio Machado, Santos, un problema dentro y fuera de Colombia,
Rébelion
[http://www.rebelion.org/noticia.php?id=108338&titular=santos-un-problema-dentro-y-fuera-de-colombia-],
pubblicato: 22-06-2010, ultimo accesso: 25-06-2010.

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