Oscar Andrés Rodriguez Maradiaga, cardinale dell’Honduras e arcivescovo di Tegucigalpa, è stato invitato a Roma per partecipare ad un incontro pubblico dalla Comunità di S. Egidio e dall’Istituto Italo-Latino Americano il prossimo 20 maggio presso l’IILA (ore 18, Piazza Benedetto Cairoli 3).Nel novembre scorso il “cardimale”(come è stato ribattezzato in Honduras), era stato invitato a Parigi dall’Istituto Cattolico per ricevere una laurea Honoris Causa insieme all’ex presidente del Fondo Monetario Internazionale, Michel Camdessus. Ma la cerimonia è stata annullata per le proteste di vasti settori dell’opinione pubblica francese ed internazionale. Parigi ha infatti condannato il violento colpo di Stato militare e confindustriale che il 28 giugno del 2009 ha rovesciato il governo legittimo. Viceversa il cardinale Maradiaga prendeva posizione da subito a favore del golpista Micheletti, mentre il Presidente Costituzionale Manuel Zelaya era sequestrato ed espulso dal Paese. Immediata la condanna dell’ONU, dell’ OEA, di UNASUR, di numerosi organismi di difesa dei diritti umani e della stessa UE, l’ALBA, il SICA, ed il Grupo de Río hanno anche approvato sanzioni contro le illegittime autorità Honduregne. L’Italia, per bocca di Frattini ha parlato di una “grave violazione della legalità e delle regole democratiche”.
Nei giorni seguenti al golpe, come portavoce della Conferenza Episcopale Honduregna, Maradiaga è apparso in televisione a reti unificate per leggere un comunicato in cui invitava Zelaya a non intraprendere “azioni precipitose come un ritorno in patria” per evitare di “scatenare un bagno di sangue”.
Nel suo comunicato non spende una parola per condannare la repressione che ha accompagnato il golpe. Eppure le cifre fanno paura. Secondo il COFADEH (Comitè de Familiares de Detenidos Desaparecidos en Honduras) durante il colpo di stato ci sono stati 16 esecuzioni, più di 500 feriti, 1046 arresti. Da giugno 2009 ad aprile 2010 risultano: 47 assassinati per militanza politica e 7 per conflitti legati alla terra. Di notte vige un coprifuoco non dichiarato, chi lo viola si espone al rischio serio di aggressioni, rapimenti, stupri.
Non una parola sulla soppressione dei diritti civili e sulla chiusura dei media che non hanno appoggiato il golpe, come Radio Progresso che pure è animata dai gesuiti. Né sulle minacce di morte ai giornalisti, le intercettazioni telefoniche e il blocco degli accessi ad Internet.
Viceversa, su Zelaya il cardinale dichiara: «l’ iniziativa apparentemente meritevole di Zelaya, quella di tenere gli incontri del governo in diverse cittadine in tutto il Paese, aveva in realtà lo scopo di istillare odio tra le classi ».
Una presa di posizione che ha sorpreso molti, visto che il cardinale ultimamente sembrava “riconvertito” per le sue battaglie in favore dei migranti, per l’equità sociale, un uomo “moderno” e socialmente impegnato.
Mutatis mutandis, visti gli anni trascorsi, dal Cile di Pinochet, l’Argentina di Videla, il Perù di Fujimori, l’atteggiamento della Chiesa ufficiale non cambia, nonostante le numerose voci che anche al suo interno si levano contro il golpe e la repressione.
Una spiegazione può essere stata l’ingresso dell’Honduras nell’ALBA ed il progressivo avvicinamento di Zelaya a Chavez, visto dal cardinale honduregno e dalla gerarchia cattolica venezuelana come il fumo negli occhi se non come il diavolo in persona. Per Maradiaga, «L’Honduras oggi è un banco di prova per il tipo di politica che ha permesso a Chávez di assumere il potere in Venezuela». Forse la destituzione violenta di Zelaya per il cardinale era il male minore. Di certo, nella vicenda permangono parecchi punti oscuri, tra cui l’allusione ad una lettera di dimissioni che Zelaya avrebbe preparato, cosa da questi smentita. Il copione si ripete: come era successo in Venezuela nel golpe del 2002 contro Chavez, un alto prelato parla di una lettera di dimissioni del Presidente mai esistita.
E negli anni ‘80, il cardinale si è distinto per aver denunciato i sacerdoti che simpatizzavano con le lotte dei popoli salvadoregno e nicaraguese, denuncie che hanno comportato torture, morte ed espulsioni.
Con le successive elezioni spurie e fraudolente sotto il ferreo controllo delle Forze Armate golpiste si è garantita la continuità del Colpo di Stato. Il nuovo governo del sig. Lobo ha premiato e promosso i suoi principali autori materiali ed intellettuali, alcuni addirittura presso le Nazioni Unite. I protagonisti del golpe continuano nella Corte Suprema di Giustizia senza alcun processo né revisione da parte del parlamento. La cosiddetta “Commissione della Verità”, composta da personaggi affini al golpe, non è imparziale, né possono esserlo le possibili conclusioni. Ed il nuovo governo cerca disperatamente di rompere l’isolamento internazionale.
Dati più che sufficienti per chiedersi cosa abbia ispirato non solo l’IILA, ma soprattutto la Comunità di S. Egidio ad invitare in Italia un simile personaggio e per esigere la cancellazione di questa iniziativa.
Da parte nostra, lo dichiariamo persona-no grata !
PARTITO DELLA RIFONDAZIONE COMUNISTA-SINISTRA EUROPEA
Comitato Carlos Fonseca