Oaxaca: aggressione paramilitare a carovana internazionalista



Martedì 27 aprile nell’attacco sono morte due persone, è riuscito a fuggire l’italiano David Casinori.


La carovana cercava di rompere il blocco posto alla comunità indigena dai paramilitari legati al PRI.
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Gli eventi: l’aggressione della carovana


Il 27 aprile una Carovana di Osservazione Civile Internazionale tenta di rompere l’assedio di San Juan Copala, iniziato due settimane fa dai paramilitari dell’Ubisort, per portare cibo, vestiti e coperte alla comunità indigena, consentire il ritorno di alcuni professori e documentare le violazioni dei diritti umani. La carovana era formata da 25 militanti e attivisti messicani e stranieri (da Finlandia, Belgio, Italia, Germania).1


Il giorno prima un capo della Ubisort, Rufino Juárez, aveva dichiarato ai giornalisti che “in nessuna circostanza” avrebbe permesso l’entrata della carovana e non avrebbe dato conto “di ciò che sarebbe successo”.2


Sono circa la 14.50 quando all’ingresso della municipalità trova la strada bloccata e subisce un’imboscata dai paramilitari che iniziano a sparare contro gli autoveicoli uccidendo due persone, il finlandese Tiri Antero Jaakkola e la messicana Beatriz Carino (Ong “Cactus”), e ferendone 15.3


Le prime notizie parlano del rapimento degli altri attivisti, in realtà questi ultimi racconteranno poi come sono riusciti a salvarsi: “Prima ci siamo riparati e poi abbiamo iniziato a scappare nella selva. Qualcuno è uscito dai finestrini, altri dalle porte” ha raccontato l’italiano David Casinori, “Durante la fuga alcuni sono stati bloccati dai paramilitari, sono stati minacciati e derubati, ma poi tutti sono stati lasciati andare (…) abbiamo corso nella foresta fino a quando non abbiamo raggiunto la strada – ha detto – Mentre in lontananza continuavamo a sentire gli spari”4

Il contesto: la lotta degli indigeni Triqui


Gli indigeni triqui, oggi circa 23.000, di lingua mexteca vivono nel sud-ovest dello stato di Oaxaca (3,5 milioni di abitanti di cui poco meno di un terzo indigeni, molto più della media nazionale). Negli anni settanta si organizzarono nel Movimento di Unificazione e Lotta Triqui lottando per democratizzare l’esercizio del potere nella regione, per la difesa della terra e delle risorse naturali. Il MULT mutò i suoi obiettivi nel corso degli anni, puntando sui progetti produttivi, cosa che la avvicinò molto di più alle istituzioni e ai politici statali finche si trasformò in partito politico


Molti dei suoi militanti, in disaccordo con la direzione presa dall’organizzazione, ne uscirono, formando il Movimento di Unificazione e Lotta Triqui Indipendente (MULTI) e partecipando alla APPO, lo spazio all’interno della quale maturò l’idea di creare il municipio autonomo.5

Il contesto: San Juan Copala


Nel territorio del municipio autonomo, creato nel 2007 come strumento di auto
governo degli indigeni triqui, vivono circa 700 indigeni, l’autonomia amministrativa l’ha reso il centro economico e religioso dei triqui.


Già il 28 novembre scorso i paramilitari dell’Ubisort (Unione del Benessere Sociale per la Regione Triqui, creata nel 1994 dal governo dello stato di Oaxaca da sempre comandato dal PRI, Partito Rivoluzionario Istituzionale, il Partito-Stato che ha governato il Messico dal 1929 al 1997) hanno impedito l’accesso a San Juan Copala ad una carovana di solidarietà del Fronte dei Popoli in Difesa della Terra (FPDT) di  San Salvador Atenco. Il giorno dopo i paramilitari occupavano a forza di proiettili il paese uccidendo il bambino Elías Fernández de Jesús e istallavano un posto di blocco a 10 km da La Sabana, vicino al paese, dove il 27 la carovana ha subito l’imboscata.


Citando direttamente dall’articolo dal quale abbiamo tratto queste informazioni: “Quando pensarono di aver completamente isolato il municipio lanciarono quello che volevano fosse il colpo definitivo. Il 10 dicembre, armati consistentemente e accompagnati da svariate persone, scacciarono le autorità legittime dal municipio e vi posero una guardia permanente. Restarono così fino al 10 marzo, quando un gruppo di donne e bambini, sostenitori del municipio e delle sue autorità, occuparono l’edificio in un momento di scarsa vigilanza; non potendo rientrare i paramilitari cominciarono a sparare sulla comunità.(…) La gravità della situazione spinse molte persone a lasciare il paese (…), vennero sospese le lezioni(…).6


Due settimane fù l’unica strada per accedere al paese venne bloccata nuovamente dai paramilitari che hanno tagliato acqua, telefono e elettricità e minacciano la popolazione quado esce alla ricerca di acqua e cibo, come denunciato da Jorge Albino Ortiz, portavoce del municipio autonomo.7

1 Octavio Vélez e Matilde Pérez, Atacan en Oaxaca a observadores extranjeros; al menos dos muertos, La Jornada, 28-04-2010.

2 Ibidem.

3 Ibidem.

4 Messico, Cantinori: ecco come sono scappato ai miei rapitori [http://tg24.sky.it/tg24/mondo/2010/04/29/david_casinori_radio_popolare.html], pubblicato: 29-04-2010, ultimo accesso: 01-05-2010.

5 Francisco López Bárcena, El municipio autónomo de San Juan Copala, [http://www.jornada.unam.mx/2007/01/10/index.php?section=opinion&article=019a1pol], pubblicato: 10-01-2007, ultimo accesso: 01-05-2010. López Bárcena è autore del libro San Juan Copala: dominación política y resistencia popular. De las rebeliones de Hilarión a la formación del municipio autónomo (Universidad Autónoma Metropolitana–Xochimilco, 2010).

6 Francisco López Bárcena, San Juan Copala: Crónica de una represión anunciada, [http://www.jornada.unam.mx/2010/04/29/index.php?section=politica&article=009a1pol], pubblicato: 29-04-2019, ultimo accesso: 01-05-2010.

7 Octavio Vélez e Matilde Pérez, già cit.

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