E’ vero, non bisogna essere trionfalisti, ma quando il quotidiano peruviano La Republica titola “Derogata dal Congresso la Legge Pulpín dopo cinque marce moltitudinarie”, un brividino dietro la schiena si sente.
Cinque ore di dibattito che hanno portato a 91 voti a favore, 18 contrari e cinque astenuti ed all’abolizione della legge alla prima votazione, mentre i giovani e le giovani attendevano i risultati presidiando il Centro di Lima. La marcia, convocata per il 28 Gennaio, infatti, era stata anticipata al 26, dopo che il presidente Ollanta Humala aveva annunciato che in quel giorno sarebbero state decise le sorti della Riforma del Lavoro Giovanile, che, secondo gli ultimi sondaggi, era stata osteggiata dal 76% della popolazione.
La deroga della Legge Pulpín è una vittoria, perché è stata la partecipazione e la determinazione dei e delle giovani peruviane a portare nuovamente la Legge in aula e a costringere il Congresso a votarne l’abolizione. Sono state convocate cinque marce in tutto il paese, con decine di migliaia di partecipanti; sono stati i giovani e le giovani peruviane a decidere obiettivi e pratiche delle marce, radicali nelle istanze e nelle modalità di stare in piazza. Ma non si è trattato solo di questo. I “Pulpín” peruviani, nonostante in quell’emisfero siano in piene vacanze estive, sono stati in grado di creare una mobilitazione imponente e trasversale, che ha coinvolto organizzazioni sindacali, partiti, movimenti studenteschi ed ha ottenuto la partecipazione popolare. E’ una vittoria perché, e da questa parte dell’Oceano lo stiamo dimenticando, la massiva partecipazione del popolo in forma organizzata e determinata costringe il Presidente a ricalendarizzare la legge ed i Parlamentari a tornare sui propri passi, cambiare il proprio voto precedente ed abolirla.
Al tempo stesso, la mobilitazione contro la Riforma del Lavoro Giovanile non si ferma: i giovani e le giovani riunite in piazza ribadiscono che non è finita qui. L’estrema diffusione del lavoro irregolare, la disoccupazione giovanile elevatissima e l’abbandono scolastico, molto diffuso soprattutto nelle zone rurali, rimangono un problema centrale della società peruviana e, sostengono i Pulpín, fino ad oggi si contestava la soluzione, non il problema.
E’ proprio per questo motivo che sta prendendo piede l’idea di un’iniziativa di legge popolare, dichiara il “Coordinamento Giovanile #18D per un lavoro Degno” , esprimendo il proprio rifiuto per una politica che legifera alle spalle del popolo ma anche per il modello neoliberale del governo peruviano.
Dalla piazza di Lima in cui erano riuniti i e le Pulpín peruviane arrivano messaggi chiari: “e vogliamo di più, vogliamo lottare per una società più giusta, per una cambiamento, per trasformazioni vere”, e ancora “l’abolizione della Legge Pulpín è il trionfo di una società più giusta ed umana, nella quale la crescita economica non deve essere a spese dei gruppi vulnerabili”.
Intanto il 28 Gennaio in Perù si torna in piazza per lo sciopero nazionale del settore tessile, sciopero convocato proprio in opposizione alla Riforma del Lavoro Giovanile.
“Oggi inizia il domani”, scrive la blogger Marisa Glave. “Oggi i giovani sanno che hanno potere, che con organizzazione e razionalità è possibile vincere le battaglie. [..] L’abolizione di questa legge é solo l’inizio. La lotta è per la dignità del lavoro per tutte e tutti […]. La lotta è per la giustizia sociale, la lotta è per la democrazia reale”.
Oggi inizia il domani, adelante Perù!
“Oggi inizia il domani! Ritirata la Legge Pulpìn” pubblicato il 27-01-2015 in semenella, su [https://semenella.wordpress.com/2015/01/27/oggi-inizia-il-domani-ritirata-la-legge-pulpin/] ultimo accesso 27-01-2015. |