Chef e sguatteri di cucina


Yvan Vitta

Lo scorso 7 luglio, data in cui è stato annunciato l’accordo tra il governo e i senatori dell’Alleanza e del governo per la riforma tributaria, costituisce il punto di inflessione nella traiettoria gattopardista della Concertazione/Nuova Maggioranza. A partire da questo momento, finiscono le commedie e i balli in maschera. Sale alla superficie il vero progetto della Bachelet e dei suoi disciplinati ministri.

Si dice che uno dei motivi del governo per giungere a questo accordo sia stato di evitare i costi politici del rallentamento economico. Sebbene il rallentamento sia reale, e più forte di quanto abbiano anticipato gli analisti, è anche certo che l’Alleanza e i mezzi di comunicazione monopolistici erano riusciti a inquadrare l’associazione tra questo rallentamento economico e la riforma tributaria, questo non è un fattore che ha causato la svolta, ma l’acceleratore, il catalizzatore di un cambiamento di orientamento discorsivo che prima o poi sarebbe avvenuto, dati gli impegni e i legami del personale politico di governo con i grandi imprenditori.

Questo accordo rivela il pensiero intimo della Bachelet. Non dobbiamo dimenticare che l’anno passato l’allora candidata, recentemente giunta in Cile, cercò di fissare la propria posizione riguardo l’educazione gratuita comunicando che non era d’accordo con la gratuità, perché le sembrava ingiusto che chi aveva risorse sufficienti per pagare non lo facesse. Il giorno seguente, un gigantesco corteo studentesco che chiedeva la gratuità la convinse che l’opposizione frontale alla gratuità non era una buona tattica elettorale. A partire da quel momento, è avvenuta la svolta discorsiva che la porterà a farsi carico, in modo ambiguo, delle “richieste della strada”, che successivamente sarebbe stato il racconto ufficiale della campagna elettorale e del governo.

Fino a che il 7 luglio le cose sono state sincere.

Come hanno avvertito vari analisti, la riforma tributaria è stata completamente snaturata con i cambiamenti introdotti. Alcuni stimano che non solo non riscuoterà gli 8,2 miliardi di dollari che costituiscono l’obiettivo, ma che potrà significare anche un arretramento riguardo l’attuale riscossione, aprendosi nuove porte all’evasione.

Pochi giorni dopo l’accordo tributario, il ministro dell’Educazione, Nicolás Eyzaguirre, ha annunciato che non ascolterà “la strada” per le riforme dell’educazione. Giovedì 17, in una intervista a La Segunda, ha riconosciuto, inoltre, che il complesso meccanismo di “partecipazione” tracciato dal suo ministero avrebbe accettato solo quelle proposte che coincidessero con il programma di governo, lasciando automaticamente fuori le richieste studentesche.

L’accordo tributario ha rivelato che nella Nuova Maggioranza ci sono due settori: gli chef e gli sguatteri di cucina, come brutalmente si è espresso il senatore Andrés Zaldívar. Gli uni sono “del vecchio partito dell’ordine”, che hanno diritto a partecipare nella “cucina” delle leggi e delle riforme. Il resto sono aiutanti che collaborano a vincere le elezioni, ma la cui opinione non pesa per le riforme importanti.

Nei fatti, è diventato definitivamente chiaro che non esiste una coalizione di governo, ma solo quella che è stata una coalizione elettorale, la cui opinione ha un peso marginale nelle decisioni della Moneda. L’autonomia dell’Esecutivo e dei parlamentari rispetto ai partiti gli permette un ampio margine di manovra. È questo margine che ha permesso di finire di ricomporre il blocco politico dominante rispetto alla nuova correlazione di forze post elezioni, usando i canali informali della politica.

L’accordo tributario costituisce un colpo politico alla “Sinistra” della Nuova Maggioranza. In particolare per il Partito Comunista, è la reiterazione di una sconfitta storicamente ricorrente. Dopo González Videla, l’appoggio della DC al golpe del 1973 e gli accordi della Concertazione con gli USA e i militari per mantenere il modello dittatoriale, alla fine degli 80, torna una volta di più a infrangersi la fiducia politica depositata dal PC sulla “borghesia democratica”.

30-07-2014

Pubblicato in “Punto Final”, edizione Nº 809, 25 luglio 2014

tratto da Rebelión

Traduzione del Comitato Carlos Fonseca:
Yvan Vitta, “Chefs y pinches de cocinapubblicato il 30-07-2014 in Rebelión, su [http://www.rebelion.org/noticia.php?id=187760] ultimo accesso 01-08-2014.

 

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